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Gus e Waldo, i pinguini che raccontano il vero amore

Gus e Waldo sono una coppia di pinguini innamorati. La loro è una storia bellissima, e abbiamo intervistato il loro autore Massimo Fenati per farcela raccontare

MILANO – Gus e Waldo sono due pinguini innamorati. Sono nati dalla penna di Massimo Fenati, designer e illustratore italiano trapiantato a Londra, e dal 2008 ci raccontano tutte le sfaccettature dell’amore e della vita di coppia. Fino al 31 ottobre all’Hotel Nyx di Milano sarà aperta una mostra a loro dedicata dal titolo Arte pinguina. Quello che non sapete, forse, è che dietro questi due simpatici pinguini c’è una bellissima storia d’amore. Abbiamo incontrato Massimo Fenati per farcela raccontare.

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Come è nata l’idea di creare Gus e Waldo? Perché proprio dei pinguini omosessuali?

L’idea è nata per caso. Un giorno ho fatto uno piccolo schizzo di un pinguino su un post-it e l’ho messo sul panino che avevo preparato per il mio compagno perché se lo portasse in ufficio. Quando è tornato la sera era a dir poco entusiasta del mio pinguino, voleva che ne facessi t-shirt, biancheria da letto, accessori per la casa, di tutto. Gli è piaciuto talmente tanto che ho pensato di crearne qualcosa. In quel periodo si avvicinava il nostro decimo anniversario – si parla di tanti anni fa, stiamo insieme ormai da 28 anni quasi – e avevo deciso di regalargli due fedi, come segno del nostro amore. Nel 2001 non c’era niente di neanche lontanamente avvicinabile al matrimonio gay, né in Inghilterra né in Italia.

Non volevo però regalarglieli in una banale scatoletta, per cui ho creato un piccolo libriccino – raccoglitore con le pagine cartonate come quelli per bambini piccoli, in maniera tale che nei due buchi metterci gli anelli. A quel punto però dovevo riempirlo quel libretto: ho tirato fuori di nuovo i miei pinguini, e ne ho creato una piccola storiella di dieci pagine. Il regalo è stato amatissimo: oltre alle lacrime di commozione per gli anelli, anche i miei pinguini hanno riscosso successo e hanno cominciato a essere visti e apprezzati anche dagli amici. Piacevano talmente tanto che ho deciso di dedicare qualche settimana per inviarli a qualche agente letterario, e da lì ho avuto il primo contratto editoriale. Nel giro di 6 anni ho progressivamente abbandonato il mio precedente lavoro di designer per dedicarmi interamente all’attività di illustrazione e animazione.

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Qual è il messaggio che vuoi mandare attraverso Gus e Waldo?

Io ho sempre voluto fare una storia su una relazione di coppia. Non l’amore che si vede nei film in cui va sempre tutto bene, bensì quello che si vede dopo la parola “the end”: alti e bassi, dinamiche quotidiane, litigi e amori. Ho voluto tenere Gus e Waldo omossessuali semplicemente perché mi ci ritrovavo di più. Di fatto a me non interessava fare un libro sull’essere gay, ma sull’essere una coppia, perché l’amore è uguale in tutte le coppie, etero e omo, umane e pinguine. Il fatto che sia una coppia gay è secondario, poi in questo c’è un messaggio ovvero far vedere che essere una coppia è uguale per etero e omo.

E il messaggio è arrivato: ho ricevuto tantissime lettere e messaggi di persone che si sono ritrovate perfettamente in Gus e Waldo, etero e omo, tanti hanno capito grazie a loro che davvero non c’è nessuna differenza nell’amore. Per quanto riguarda la scelta dei pinguini, la ragione è semplice: sono animali che ho sempre amato, e cadono a fagiolo per parlare di relazioni di coppia perché molte specie sono monogame, fanno coppia fissa con un partner per tutta la vita. Mentre facevo il libro, poi, mi è giunta notizia di una coppia di pinguini omosessuali allo zoo di New York, tali Cass e Wendell, e mi è sembrato un segno del destino! Mi sono detto “il libro s’ha da fare”.

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Raccontaci della tua passione per l’illustrazione (come è nata, cosa ti appassiona…)

La mia passione per l’illustrazione è nata quando ero praticamente in fasce, ho iniziato a disegnare quasi prima ancora di parlare (ride). Ho sempre scritto fumetti da piccolo, in camera mia avevo addirittura un’edicola personale dove mia mamma e mia sorella potevano acquistare le mie creazioni alla modica cifra di 500 lire. Negli anni ho sempre avuto il sogno di essere fumettista, poi all’università ho scelto architettura con l’intento di fare il designer, temevo che la professione di illustratore non sarebbe stata una strada percorribile. Il destino però, per fortuna, non mi ha lasciato andare.

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Chi sono gli artisti e illustratori da cui trai ispirazione?

La mia ultima fatica editoriale è il libro Arte pinguina, nel quale ho potuto reinterpretare tutti i grandi capolavori dell’arte, un’esperienza favolosa perché sono un grande amante dell’arte. Tra i fumettisti migliaia, ma te ne dico un paio. Il primissimo è Hergé, l’autore di Tintin, il fumetto per me rivelazione negli anni delle medie. Quando ho scoperto che la casa editrice si trovava a Genova – mia città natale – sono esploso di entusiasmo e andavo a trovarli per prendere i fumetti direttamente da loro. Anche ora non c’è domenica pomeriggio più felice di quelle in cui mi perdo a rileggere i miei vecchi e ormai consumati Tintin. Il secondo è Quino, conosciuto per essere autore di Mafalda, ma che io preferisco per se le sue vignette autoconcludenti. In quelle vignette c’è un’umanità incredibile, con due linee è capace di tratteggiare tutti gli esseri umani, degli archetipi più che stereotipi, ma davvero realissimi.

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