Con il ”Nuovo dizionario delle cose perdute” il cantautore raccoglie le memorie del recente passato presentando una serie di oggetti simbolo di qualche anno fa. Lo scrittore e semiologo di fama internazionale ci porta invece alla scoperta della ”Storia delle terre e dei luoghi leggendari” di tempi lontani
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE A ROMA – Edizione straordinaria. Questo in sintesi potrebbe essere lo slogan per Libri Come, che si è svolto all’Auditorium di Roma. Un fiume di gente ha attraversato i luoghi dell’evento motivata dalla ricerca di cultura. Chi scrive ha seguito, in particolare, gli incontri con Francesco Guccini ed Umberto Eco.
GUCCINI, UN SALTO NEL RECENTE PASSATO – Nel primo caso si è potuto fare un salto nel recente passato all’insegna di cose e memorie che hanno influito anche sulle scelte musicali del noto artista. L’ironia si è immediatamente propagata all’interno della gremita Sala Sinopoli con presenze di ogni età. Ciò rende molto bene l’idea della trasversalità del pubblico che si avvicina a Guccini e che lo rende ancora giovane. Il “Nuovo dizionario delle cose perdute” (Mondadori) è davvero un libro gustoso, un pregevole amarcord che suscita ogni volta un sano sorriso per quei tempi così perduti e così autentici.
Guccini ha dialogato con Aldo Cazzullo proprio sul terreno dei ricordi e di “giorni andati”. Dalle “pezze al culo” si è arrivati all’apologia dell’autoradio che si portava sempre dietro. Il tutto passando per i racconti della nonna o le innocenti bravate dei giovani che scorrazzavano nell’Emilia complice e accogliente.
ECO, IL VIAGGIO NEL PASSATO REMOTO – Di simile ironia è stato anche il viaggio nel passato più remoto con Umberto Eco, il quale ha parlato con Stefano Bartezzaghi di luoghi immaginari, di terre e di miti, presentando il suo ultimo libro ‘Storia delle terre e dei luoghi leggendari‘ (Bompiani). Molto bello il riferimento alla “consistenza reale” dei personaggi dei romanzi che hanno vere e proprie identità e… abitazioni. Si pensi alla casa di Sherlock Holmes o di Nero Wolfe. Bello anche il passaggio sulla città ideale nella quale, anche nella presunta perfezione, molte cose non funzionano, nel nome di un Utopia non necessariamente ‘democratica’ , ma piena di insidie da mancanza di ‘regole’. Allora afferma Eco che le persone serie non credono ai mondi ideali. Ecco perché i luoghi deliberatamente fittizi passano per veri, così come i personaggi fittizi che hanno una loro verità scientifica. Per concludere che il Papa e il Dalai Lama possono anche rimanere sulle loro posizioni in ordine ai principali ruoli della Creazione. Ma è certo che Superman è Clark Klent e non ci piove!
DUE INCONTRI ALL’INSEGNA DELL’IRONIA – Dunque, all’insegna della leggerezza tanto cara a Calvino gli incontri sono stati piacevoli e ricchi al tempo stesso. Ricchi di memorie e di presente. Per il futuro c’è ancora tempo. Ed è importante scoprirlo un po’ alla volta.
Antonio Capitano
17 marzo 2014
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