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Giovanni Grasso, “Nella comunicazione i contenuti contano più del mezzo”

Intervista allo scrittore e portavoce della presidenza della Repubblica in occasione dell'uscita del libro "Il caso Kaufmann"

MILANO – Adattare la comunicazione del Quirinale verso le novità, ma senza correre il rischio di snaturarsi e di perdere l’anima, perché il mezzo conta, ma i contenuti molto di più. E’ questo ciò che fa Giovanni Grasso da 2015 da quando è diventato portavoce della presidenza della Repubblica. L’autore è in libreria con “Il caso Kaufmann“, opera ispirata a una vicenda vera nel Terzo Reich, una storia che, come dice lo stesso Grasso, non è andato lui a cercare, ma che in qualche modo lo ha trovato. In questa intervista, l’autore ci racconta la trama del suo libro, nel quale è possibile rintracciare tutti gli elementi, le caratteristiche, le motivazioni dell’accanimento razzista contro gli ebrei di Germania.

Come nasce “Il caso Kaufmann”?

Nel 1999, leggendo il fondamentale libro di Raul Hilberg (“La distruzione degli ebrei d’Europa”) mi sono imbattuto, erano non più di tre pagine, nella tragica vicenda giudiziaria di Leo Katzenberger, presidente della comunità ebraica di Norimberga, mandato a processo per “inquinamento della razza”, con l’accusa di aver avuto una relazione con una giovane tedesca, Irene, di quarant’anni più giovane di lui.  Un episodio, forse minore, ma molto rappresentativo della persecuzione degli ebrei sotto il III Reich, che mi ha colpito particolarmente. Così ho provato a colmare con la immaginazione i vuoti nelle biografie dei personaggi che i documenti processuali  inevitabilmente lasciavano aperti. Da questo tentativo  è nato il romanzo dove realtà e fantasia, storia e invenzione si fondono. E per questo ho preso la decisione di cambiare i nomi ai diversi personaggi che popolano il romanzo. Quattro di essi sono realmente esistiti: Leo, Irene, il giudice coscienzioso e il giudice fanatico. Tutti gli altri sono frutto della fantasia.

Perché ha scelto di raccontare la persecuzione degli ebrei in Germania attraverso un romanzo storico con al centro una storia d’amore?

Come ho scritto nella postfazione, non sono andato io a cercare quella storia ma, in qualche modo, la storia ha trovato me. Posso dirle che in essa, una piccola storia immersa nella grande storia, ho ritrovato tutti gli elementi, le caratteristiche, le motivazioni dell’accanimento razzista contro gli ebrei di Germania. In altre parole ho tentato di raccontare la storia di quelle persecuzioni attraverso gli occhi di due vittime, Leo e Irene, i protagonisti del romanzo.

Le difficoltà del contesto storico nel quale si svolgono le vicende di Leo e Irene rappresentano un ostacolo o piuttosto un modo per rafforzare il loro legame? 

Entriamo qui nella sfera della pura immaginazione: nel mio libro l’eroina femminile, Irene, prova un’attrazione ambigua per Leo, che oscilla continuamente tra l’affetto filiale e l’amore romantico. Inutile dire che le ingiuste persecuzioni che Leo è costretto a subire rafforzano in Irene l’amore romantico.

Dal 2015 è consigliere del presidente Sergio Mattarella per la comunicazione. Quanto è importante la comunicazione per chi rappresenta la più alta carica dello Stato? Come si è evoluta negli ultimi anni?

La comunicazione è molto cambiata, ne siamo immersi e circondati, come un pesce in un oceano. E’ perfino superfluo ricordare come l’avvento di Internet, degli smartphone, dei social abbiamo impresso alla comunicazione, al linguaggio, ai temi, ai suoi stessi tempi, una vera rivoluzione. Siamo in mezzo al guado. Le nostre navicelle hanno abbandonato le terre conosciute e navigano verso l’ignoto. Sappiamo che la comunicazione di domani sarà molto diversa da quella di ieri, ma ancora non ne delineiamo perfettamente i confini.  Per quanto riguarda il mio compito alla Presidenza della Repubblica occorre, in buona sostanza, adattare la comunicazione del Quirinale verso le novità, ma senza correre il rischio di snaturarsi e di perdere l’anima. Perché, nessuno me lo toglierà dalla testa, il mezzo conta, ma i contenuti molto di più.

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