Sei qui: Home » Libri » Gianni Riotta a Pordenonelegge, ”Il futuro del giornalismo è nei personal media”

Gianni Riotta a Pordenonelegge, ”Il futuro del giornalismo è nei personal media”

DAL NOSTRO INVIATO A PORDENONE - Il web ci rende liberi? E’ questa la domanda con la quale si apre la serata finale di Pordenonelegge. A rispondere il giornalista “più americano” in Italia, Gianni Riotta intervistato da Giovanni Marzini, in collaborazione con il Premio Giornalistico internazionale Marco Lucchetta...

PORDENONE – Il web ci rende liberi? E’ questa la domanda con la quale si apre la serata finale di Pordenonelegge. A rispondere il giornalista “più americano” in Italia, Gianni Riotta intervistato da Giovanni Marzini, in collaborazione con il Premio Giornalistico internazionale Marco Lucchetta. Più che una dissertazione sul web, la serata è una lunga chiacchierata che prende le mosse dalla crisi del giornalismo . "Una crisi – rettifica però Riotta – che è nata negli anni Settanta negli Stati Uniti e in Europa con diverse sfaccettature negli anni Ottanta”. Quindi non è Internet la causa della flessione della vendita dei quotidiani, ma una insoddisfazione diffusa dei lettori, moltiplicata negli ultimi anni dal Web, territorio sconfinato dove ognuna si crea il suo proprio percorso. Ecco perché i quotidiani non soddisfano le esigenze dell’utenza perché sono divenuti un prodotto omogeneo e non si sono evoluti, specializzandosi nell’ascolto, con una comunicazione mirata al singolo.  “Questa necessità di comunicare al singolo – dice Riotta – è stata compresa bene dal nuovo Pontefice, Papa Francesco, che si rivolge ai singoli e non alla massa, sia nei suoi discorsi, sia quando estemporaneamente, quando telefona ai singoli fedeli”. Il Papa non è direttamente su Twitter o su qualche altro social, ma i media ne parlano e perciò indirettamente è sempre online e questo ci fa capire che tutto ormai è sul web in modo imprescindibile.

WEB COME SPECCHIO – Il web è ormai il nostro modo di stare nella realtà e non ha senso contestare agli adolescenti il loro legame quasi fisico col telefonino: sarebbe strano il contrario. “Il web è uno specchio – dice Riotta – e come tale amplifica sia in senso positivo che in senso negativo, senza sfaccettature. E ha memoria”. Google memorizza le nostre ricerche ed è un serbatoio dei nostri interessi e delle nostre inclinazioni, questo polarizza le differenze nel senso che chi, ad esempio, politicamente è conservatore andrà finirà sempre nella memoria Google in siti orientati in questo modo e viceversa. “La sfida del nuovo giornalismo è capire questo – afferma Riotta – per orientarsi verso i personal media”.

IL WEB CI RENDE LIBERI? – Viviamo infatti oggi la grande transizione dal secolo delle Masse, il XX, al secolo Personal, il XXI, dove domina l’Individuo . Molte delle innovazioni tecnologiche sono nate con uno scopo diverso da quello per cui le ricordiamo: il torchio a stampa riproduceva Bibbie in latino; il telegrafo lanciava sos; la radio era solo un «telegrafo senza fili»; Arpanet, l’antenata di internet, era una difesa in caso di attacco militare. È stato con il «mutamento dei contenuti» che è avvenuta la rivoluzione: quando gli stampatori pubblicano testi in volgare e i primi giornali, quando il telegrafo trasmette le corrispondenze degli inviati del «Times», quando Hitler e Roosevelt utilizzano la radio per fare propaganda. Oggi siamo a questo stesso passaggio dell’era cibernetica. Anche se abbiamo creato gli strumenti del domani, vi travasiamo ancora i vecchi contenuti: l’editoria che cerca una soluzione alla crisi negli e-book, la scuola che si mette online, la fabbrica che diventa digitale. «Il XXI secolo è l’epoca degli individui – dice Riotta – leader politici, tecnici specializzati e artigiani del web che creeranno i contenuti di una rivoluzione attesa da tempo e la cui battaglia per l’egemonia è appena iniziata». Il web ci rende liberi? “Sì – conclude Riotta – a patto di alimentare nei nuovi media digitali valori classici, tolleranza, ragione, equanimità, curiosità, allegria, critica, autocritica, libertà, dialogo e confronto”

Alessandra Pavan

23 settembre 2013

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© Riproduzione Riservata