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Gianfranco Liori, ”Nei libri per ragazzi si dovrebbe affrontare anche il tema della crisi”

''Conosco ragazzini che hanno l'agenda settimanale più impegnata di un ingegnere o un avvocato: judo, tennis, nuoto, equitazione, teatro.'' E' da queste premesse che muove il nuovo testo di Gianfranco Liori ''Troppo mitico!'' Appassionato di libri, fumetti e manga, Liori è il fondatore del Villaggio Pinguino, prima libreria di Cagliari specializzata in fumetti...
In questa intervista, lo scrittore vincitore del Premio Giovani Lettori Sceglilibro ci parla del suo ultimo romanzo e della letteratura per ragazzi in Italia
MILANO – “Conosco ragazzini che hanno l’agenda settimanale più impegnata di un ingegnere o un avvocato: judo, tennis, nuoto, equitazione, teatro.” E’ da queste premesse che muove il nuovo testo di Gianfranco Liori “Troppo mitico!” Appassionato di libri, fumetti e manga, Liori è il fondatore del Villaggio Pinguino, prima libreria di Cagliari specializzata in fumetti. Ama definirsi uno “scrittore per caso” di libri per ragazzi. Dalla sua attività a contatto con i giovani trae spunto per inventare e raccontare sempre nuove storie. Tra i suoi successi, il romanzo “Come un fumetto giapponese”, in cui racconta della passione di una adolescente per i fumetti manga e con cui ha vinto il “Premio Laura Orvieto”. In questa intervista, Liori ci parla del suo nuovo libro “Troppo mitico!” e dei suoi futuri progetti editoriali, commenta la vittoria del Premio Giovani Lettori Sceglilibro e ci fornisce il suo personale punto di vista sulla narrativa per ragazzi in Italia.
Da cosa nasce l’idea di “Troppo mitico!”?
Dalla constatazione che ci sono sempre più genitori che costringono, tra virgolette, i propri figli a fare attività per le quali loro non sono proprio portati. Conosco ragazzini che hanno l’agenda settimanale più impegnata di un ingegnere o un avvocato: judo, tennis, nuoto, equitazione, teatro. E tutto perchè magari loro, i genitori, non ne hanno avuto le possibilità (o la voglia) da piccoli.
Qual è il messaggio lanciato all’interno dell’opera?
Che ci si può ribellare ai grandi e a quello che “loro” decidono per i piccoli. E questo può essere inteso a più livelli.
Cosa ha rappresentato per lei vincere il Premio dei Giovani Lettori Sceglilibro?
E’ stata un’ esperienza entusiasmante. Soprattutto per il coinvolgimento dei ragazzi. Credo che non capiti a molti autori di leggere i commenti spassionati e sinceri dei propri lettori. Le critiche dei ragazzi possono essere bellissime e, al tempo stesso, anche spietate. Io devo ammettere di essere stato fortunatissimo e molti loro commenti mi hanno davvero colpito.
E’ al lavoro con una nuova opera?
Sto lavorando su due fronti. Sto terminando di incidere un disco di canzoni per bambini insieme a un bravo cantante che si chiama Renzo Cugis. E poi sto scrivendo un romanzo per ragazzi dove il mio protagonista, la mia “schiappa” ha a che fare col mondo del rock, e in particolare con un famosissimo cantante.
Cosa ne pensa dell’offerta letteraria rivolta ai ragazzi? Dove eccelle e in cosa pecca?
Sebbene io abbia l’impressione di vivere in un periodo di appiattimento culturale, credo che la produzione per ragazzi italiana sia, tutto sommato, di buon livello. Ci sono autori per ragazzi che meriterebbero forse più considerazione da parte della critica e dei media. Il punto debole, forse, è la timidezza nell’affrontare alcune tematiche “difficili”, tipo la morte, la violenza, la crisi attuale. Tieni presente che, secondo l’ultimo rapporto di Save the Children, in questo momento l’Italia è uno dei paesi peggiori d’Europa in cui essere bambini: ci sono oltre 700 mila minori che vivono in assoluta povertà. Siamo al di sotto della media per quanto riguarda nutrizione, istruzione, condizioni sociali e opportunità di lavoro future. Solo Grecia e Lettonia stanno peggio di noi. Beh, di tutto questo spesso non si legge nei nostri libri per ragazzi. Come diceva una canzone degli anni ’70: “Facciamo finta che tutto va ben, tutto va ben…”
19 giugno 2013
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