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Gian Antonio Stella, ”Troppa burocrazia non consente all’Italia di crescere”

“Dopo la calata dei goti, dei visigoti, degli unni, dei vandali e dei cimbri, la più rovinosa fù l’invasione dei timbri”. Cita Ennio Flaiano per riassumere cos’è la burocrazia oggi Gian Antonio Stella...

MILANO – “Dopo la calata dei goti, dei visigoti, degli unni, dei vandali e dei cimbri, la più rovinosa fù l’invasione dei timbri”. Cita Ennio Flaiano per riassumere cos’è la burocrazia oggi Gian Antonio Stella,  il celebre giornalista e scrittore, protagonista a Lignano Sabbiadoro della prima tappa di Libri d’acqua, la manifestazione culturale ideata da Vera Slepoj che porterà i libri e la cultura in giro per diverse città di mare, italiane ed internazionali. Il giornalista del Corriere parla dei paradossi ed i controsensi tutti italiani che caratterizzano il nostro Paese soprattutto dal punto di vista burocratico all’interno del suo libro “Bolli, sempre bolli, fortissimamente bolli”, titolo ispirato al grande umorista Marcello Marchesi.

CASTIGARE SORRIDENDO AI CATTIVI COSTUMI – L’obiettivo mio è sempre stato quello di seguire l’antico comandamento: “Castiga, sorridendo dei cattivi costumi”.  In effetti c’è poco da ridere, davanti a certi fatti. Così Stella inizia a citare i diversi casi paradossali che contraddistinguono la  burocrazia italiana e che permettono “ai malfattori di sguazzare”: interrogazioni parlamentari riguardanti “gadget di personaggi di Topolino”, leggi comunali scritte in un “burocratese” incomprensibile dedicate alle lumachine di mare, parole non più usate come “elasso” al posto di “trascorso”, “deiezioni canine” invece di “feci”, scioglilingua “capaci di far arrossire perfino Bergonzoni”, direttive UE contenenti precisioni inutili come quelle riguardanti i baccelli dei piselli, la polpa del pesca noce, la curvatura dei cetrioli. Ma perché l’utilizzo di queste parole obsolete e di questi periodi contorti? “Semplice – spiega Gian Antonio Stella – come diceva Calvino, perché il burocrate deve dimostrare di non parlare come la plebe, ma di essere superiore al populino”.

DIRIGENTI POLITICI PAGATI TROPPO – Cifre e numeri raccolti da Stella dimostrano come in Italia i dirigenti politici siano i più pagati al mondo. “Un dirigente di prima fascia italiano prende più del doppio del collega tedesco. Se poi andiamo sui dirigenti apicali, prendono 13 volte di più rispetto al reddito medio di un cittadino italiano. I 21 collaboratori dello staff di Obama prendono 118.500 euro, mentre i documentaristi, tecnici, ragionieri della Camera possono arrivare ad uno stipendio di 279.994 euro, un consigliere parlamentare a 421.219 euro, un segretario generale della Camera 478.1249 euro”.

STIPENDI ESAGERATI, NUMERO DIPENDENTI PUBBLICI SOTTO LA MEDIA EUROPEA – Stella sottolinea come Renzi abbia cercato di mettere un freno a queste cifre, stabilendo un tetto massimo di 240mila euro (9mila in più di quanto guadagna Angela Merkel, la donna più potente del mondo) ma scatenando la rivolta da parte dei sindacalisti della camera perché, “come una Porche ed un diamante, hanno un prezzo”. Le stesse cifre alla Camera riguardano lo stipendio lordo dei barbieri (160.114 euro), un interprete (421.219 euro). Tutti numeri pubblicati dalla Boldrini sul sito ufficiale della Camera. Ma quindi, in Italia, ci sono troppi dipendenti pubblici? Secondo Stella ciò è falso. ”I Paesi europei hanno mediamente 63 dipendenti pubblici ogni 1000 abitanti, noi ne abbiamo 57, la Germania 55, mentre il paese che va meglio in Europa oggi, la Svezia, ne ha 120, la Norvegia il triplo do noi. Non è questione di quanti sono, ma del fatto che il dipendente porta ricchezza, aggiunge reddito o lo divora?”. In conclusione, Stella ribadisce il concetto al centro dell’incontro e del suo libro. “Gli italiani si sentono ammanettati ogni giorno da una burocrazia che va assolutamente cambiata”.

4 settembre 2014

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