In anteprima nazionale Giacomo Poretti a Pordenonelegge presenta “La fregatura di avere un’anima” (ed. Baldini Castoldi), un romanzo sul compito più arduo e poetico della vita: educare e far crescere la parte più invisibile di un figlio, l’anima.
I dubbi del protagonista sulla costruzione di un’anima
Giannino, uomo pieno di dubbi, è convinto di non essere facilmente destinato a diventare un padre e un marito, perché è un uomo non tanto alto, ha problemi col sole e pure col mare, e la felicità per uno come lui non sembra una cosa affatto semplice. Eppure, quando Giannino incontra Rita, il futuro per loro si schiude come un fiore e si ritrovano di lì a qualche anno ad assistere alla nascita del loro bambino, Luca. Il bambino nasce perfetto: ogni organo è al suo posto.
Ma quando un sacerdote arriva a visitare il nuovo arrivato, complimentandosi con loro, e aggiunge “Bene, ora che avete fatto un corpo, vi tocca fare un’anima”, i neo-genitori restano spiazzati. I due si guardano sbigottiti, Giannino è confuso. “Non avevamo fatto già tutto? E soprattutto, cos’è e come si fa un’anima?” Da questa domanda nasce il romanzo surreale e poetico di Giacomo Poretti. Giannino si avventura nella ricerca del più misterioso degli “organi” umani, attraverso divagazioni ironiche e riflessioni strampalate che spaziano da millenni di civiltà alla vita spirituale, dalla biologia alla dimensione trascendentale, alla ricerca del più ineffabile tra gli organi che compongono l’essere umano.
Giacomo Poretti: dal monologo a teatro al libro
Il romanzo parte da uno dei primi monologhi recitati a teatro da Poretti nel 2018. “Stavo già per pensionarlo – racconta il comico – quando Elisabetta Sgarbi mi chiamò a rappresentarlo un’altra volta alla Milanesiana e mi spinse a scrivere un libro.” Operazione non facile per chi è abituato ad avere un pubblico davanti. “Quando ho iniziato a scrivere – racconta il comico – ho capito che il lettore in un certo senso è come lo spettatore: è sempre lì pagina dopo pagina anche se non è presente fisicamente. Il fatto poi di avere incontrato degli spettatori con dubbi e domande dopo lo spettacolo mi ha anche aiutato in questa trasposizione.”
Un restyling, anche se il tema dell’anima dovrebbe essere soggetto a più operazioni. “Non sono nessuno – dice Poretti – per dire se l’anima sia buona o cattiva alla nascita, l’importante è, come fa il protagonista del romanzo, non smettere di farsi domande anche se scomode, impertinenti e pericolose.” Il padre, che si immaginava per il figlio un futuro da architetto o ingegnere è sorpreso dalla riflessione di un parroco “un po’ rimbambito” che lo spinge a riflettere in un modo inaspettato sul mestiere del padre e sulla “costruzione” di un’anima.
Come si costruisce un’anima
Come si fa? La storia trae spunto da un episodio vero e si sviluppa poi in un racconto surreale che mescola diversi toni. “Il protagonista come lo scrittore – confessa Poretti – vive in un presente in cui la tecnologia e l’automazione giocano un ruolo fondamentale. Interagisce con loro ma non ne subisce la fascinazione e non ne è soggiogato. Perché la tecnologia porta lontano da quelle domande essenziali ed esistenziali che oggi nessuno si pone più.”
L’anima non è un luogo fisico, ma piuttosto un insieme di emozioni, ricordi, valori e sentimenti che ci lega a un determinato posto o a un concetto interiore, creando una forte connessione emotiva. E nel libro tutto questo ha ovviamente a che fare con la fede. “Ma – spiega Poretti – in mezzo a tanti filosofi io sono solo un saltimbanco che non trova soluzione; nell’emergenza spirituale che stiamo attraversando voglio lasciare una parola e uno spunto per preservare e custodire quel principio immateriale della vita dell’uomo, sede dei sentimenti e dei pensieri che chiamiamo anima.”
Scopri “Qualche parola sull’anima” (2002), la poesia di Wisława Szymborska che racconta l’io più segreto