Haruki Murakami è uno degli scrittori più amati del momento, tanto che i suoi romanzi sono best seller tradotti in cinquanta lingue. I suoi romanzi sono venati da una nota surreale, o da “realismo magico” come dicono alcuni, dal motivo della corsa, grande passione dello scrittore, dalla musica jazz e da inaspettate chiamate telefoniche.
10 frasi e aforismi di Haruki Murakami sulla scrittura
Da Norwegian wood, a Kafka sulla spiaggia, a L’assassinio del commendatore i suoi libri sono veramente molto apprezzati, ma quali sono le sue massime da tenere presente per l’arte di scrittura? Ecco dieci frasi che racchiudono il suo modo di scriverem tratti da Bustle.
“Una storia non è qualcosa di questo mondo. Una vera storia richiede una sorta di battesimo magico per collegare il mondo da questa parte con il mondo dall’altra parte.”
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“Un racconto che ho scritto molto tempo fa entrò nella mia casa nel bel mezzo della notte, mi svegliò e urlò: “Ehi, non è il momento di dormire! Non puoi dimenticarmi, c’è ancora altro da scrivere!” Spinto da quella voce, mi trovai a scrivere un romanzo. Anche in questo senso, i miei racconti e romanzi si collegano in me in modo molto naturale e organico.”
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Chi è Haruki Murakami
Haruki Murakami nasce il 12 gennaio del 1949 a Kyoto, in Giappone. Ad appena un anno di età, Haruki si trasferisce con la famiglia in un piccolo paese della prefettura di Hyogo, denominato Ashiya: qui frequenterà, crescendo, la scuola locale. È il 1968 e Haruki Murakami decide di studiare drammaturgia presso la facoltà di Lettere dell’università Waseda. Lo scrittore si avvicina alla scrittura, scoprendo quasi all’improvviso la propria vocazione letteraria, e dà vita a “Kaze no uta o kike” (in italiano, “Ascolta la canzone nel vento“), il suo romanzo di debutto, che verrà pubblicato nel 1979 e che gli permetterà di vincere il premio Gunzo destinato al miglior esordiente.
Le opere principali
Uno dei suoi primi successi è la “Trilogia del Ratto“, in quanto il Ratto è uno dei personaggi principali delle storie raccontate. In realtà si tratta di una tetralogia, di cui fanno parte il già citato “Ascolta la canzone del vento”, Flipper 1973″, “Il segno della pecora” e “Dance dance dance“. Nell’autunno del 1986 viaggia in Grecia e soprattutto in Italia: nel 1987 mentre è a Roma scrive “Tokyo blues, Norwegian wood“), che nel giro di breve tempo si trasforma in un caso letterario, riuscendo a vendere in un solo anno circa due milioni di copie.
Autore di “La ragazza dello Sputnik” nel 1999, Haruki Murakami si trasferisce a Oiso e inizia ad appassionarsi alla corsa. Nella seconda metà degli anni Duemila vince il Frank O’Connor International Short Story Award grazie a “I salici ciechi e la donna addormentata“, una raccolta di racconti brevi. Nel 2006 vince il World Fantasy Award con il romanzo “Kafka sulla spiaggia“. Tra i suoi libri si possono contare numerosi altri grandi successi come “1Q84“, “Sonno“, “La strana biblioteca” e l’ultimo in ordine di uscita “Gli assalti alle panetterie“.
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Murakami e il Premio Nobel
Spesso abbiamo letto il nome dell’autore giapponese accostato ai candidati per il Premio Nobel della Letteratura. Seppur spesso inserito tra i favoriti, Haruki Murakami non è mai riuscito ad ottenere l’ambito riconoscimento. Forse l’eccessiva componente pop presente nelle sue opere e l’ambizione per il bestseller non sono visti di buon occhio dall’Accademia, che preferisce valorizzare autori meno conosciuti e tutt’altro che affermati. I suoi fan, gli harukists, incrociano ogni anno le dita sperando in un ribaltamento del pronostico.
Sicuramente, Haruki Murakami è in “buona compagnia”: basti notare che tra i contemporanei anche Michel Houellebecq, che come l’autore giapponese ogni anno finisce tra i “papabili”, non si è mai visto assegnare il riconoscimento dall’Accademia di Svezia. Come Murakami e Houellebecq, ci sono tanti gli scrittori del passato che avrebbero meritato di vincerlo ma non ci sono riusciti: da Lev Tolstoj, candidato già per il primo Nobel del 1901, a Philip Roth, morto nel 2018, sono diversi i grandi autori e scrittori di fama internazionale che, clamorosamente, non si sono mai visti assegnare il riconoscimento letterario più prestigioso al mondo.