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“Finchè il caffè è caldo” e l’irresistibile lievità di Toshikazu Kawaguchi

Poco più di centocinquanta pagine che si leggono d’un fiato, ci trasportano in una dimensione fantastica, in cui sono possibili i viaggi nel tempo. A cura di Maria Pia Romano

Finché il caffè è caldo” di Toshikazu Kawasuchi, edito da Garzanti, è giunto in libreria a marzo scorso ed è stata una delle nuove uscite che i lettori hanno trovato alla riapertura delle librerie. Un’accattivante grafica di copertina, una fascetta gialla che parla di oltre un milione di copie vendute e una manciata di parole (“Un tavolino, un caffè, una scelta. Basta solo questo per essere felici”). Un un richiamo irresistibile per i lettori (specialmente in quarantena).

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Un romanzo che si legge d’un fiato

Poco più di centocinquanta pagine che si leggono d’un fiato, ci trasportano in una dimensione fantastica, in cui sono possibili i viaggi nel tempo. Come per magia, una volta varcata la soglia di un raccolto caffè giapponese aperto da più di cento anni, sedendosi su una sedia speciale, si può tornare indietro nel tempo o viaggiare nel futuro. Basta accettare delle regole ben precise che vengono illustrate da una concentrata cameriera, che spiega il rito. Un piccolo romanzo popolato di piccoli eroi normali. Persone come noi, che affrontano le lotte che la vita ci mette davanti. Si legge d’un fiato, insegnandoci che anche i piccoli momenti di tutti i giorni possono essere decisivi per leggere nel cuore di chi amiamo e che è nelle sfumature che si nasconde la verità, più spesso di quanto non crediamo.

Un caffè per viaggiare nel tempo

Il viaggio nel passato non può in alcun modo influire sul presente, tutto deve rimanere immutato. Nonostante questo, l’esperienza non è mai inutile, anzi, si rivela illuminante, visto che apre orizzonti luminosi negli animi sospesi. Tra le tante regole, quella che non si può assolutamente dimenticare è che il viaggio deve durare esattamente il tempo di un caffè. La cameriera all’inizio offre una tazzina di caffè (bevanda non usuale per il Giappone, tanto che alcuni clienti rimangono sconcertati dal gusto amaro), che va bevuto finché è caldo, per poter tornare senza intoppi nel presente.

Che cosa ci insegna

“Serve coraggio per dire quello che va detto”. Con questa consapevolezza si richiude il libricino e ci si guarda allo specchio. Alzi la mano, infatti, chi non ha mai desiderato tornare ad un particolare momento del passato e pronunciare una frase che poi è rimasta a macerare nell’universo silenzioso del non detto. Il romanzo di Kawaguchi, un caso letterario in Giappone, affascina per la delicatezza con cui ci parla del mistero della vita e ci esorta a gettarci con fiducia nel presente, con il cuore aperto alla bellezza.  Si viaggia nel tempo, si vola con la fantasia, si entra in punta di piedi nelle vite di persone comuni, che hanno storie eccezionali, ciascuna a suo modo. E ci si sorprende quando, alla fine, una lacrima azzurra riga la guancia.

Consigliato per un pomeriggio di lettura che infonda serenità.

Di Maria Pia Romano

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