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Festa della Donna, il pensiero dell’autrice Simona Sparaco per l’8 marzo

In occasione della Festa della donna, i sentimenti dell'universo femminile raccontati dall'autrice, in libreria con “Equazione di un amore"

“Ah, le donne…” L’ho sentito dire tante volte, da tanti uomini con la faccia pallida e contrita. “Ah, l’amore,” vorrei dire io, che da anni, attraverso i miei romanzi, indago sui sentimenti dell’universo femminile pensando che forse l’unico vero problema delle donne è proprio l’amore.

Possiamo allevare una squadra di bambini, accudire case e lavorare senza sosta, risultando impeccabili e ricordando persino di ritoccarci lo smalto, ma, nelle questioni di cuore, il più delle volte, finiamo per annientarci.

Nel mio ultimo romanzo, “Equazione di un amore”, cerco di venirne a capo.

Esiste un’equazione che possa contenere in modo semplice e rigoroso qualcosa di così irrazionale e imprevedibile come l’amore? Tutte vorremmo trovarla. Sin da bambina, mi interrogavo spesso sul perché i ragazzi più affabili e presenti, quelli meno complessi, non riuscissero a farmi battere il cuore. M’invaghivo sempre dei personaggi sfuggenti, di quelli che mi tenevano sveglia la notte nell’attesa di una telefonata che non arrivava mai.

“Ah, le donne…” diceva mio padre a mia madre con la faccia smarrita, chiedendosi perché il figlio del suo amico dentista, quello che mi mandava rose e lettere d’amore, con la faccia da bravo ragazzo e tanti bei voti a scuola, proprio non mi piacesse.

E questa cosa qui del perdere la testa per il figlio di buona donna è un problema comune. Voglio dire: anche le mie amiche mi confidavano di notti insonni, piene di frustrazioni, ad aspettare telefonate che non arrivavano mai. E questo perché alle donne, in amore, forse piace soffrire.

Crescendo le cose non migliorano poi tanto. Prendete Lea, per esempio, la protagonista del mio ultimo romanzo: è divisa tra due uomini e tra due mondi e la sua scelta è un dilemma molto dibattuto: meglio l’”uomo roccia”, quello solido, affidabile e prevedibile, con il quale pensare di poter costruire un futuro, o l’”uomo poeta”, affascinante, tormentato, che riesce a far vibrare le corde più profonde dell’animo?

E’ la testa che sceglie o il cuore?

Una cosa è certa: prima di mettere al mondo dei figli, la genetica, con tutto il suo rigore razionale, bussa alla porta del cuore di ogni donna, e l’uomo roccia, affidabile, energico, che risponde ai bisogni primari, prende il sopravvento sull’uomo poeta. Ci riporta al mondo concreto della materia, delle bollette da pagare, delle scadenze da rispettare, e in quel mondo lì non c’è posto per la poesia, per le fantasie di un universo sospeso e immateriale. In quel mondo lì, la ragione vince sul cuore.

Se esiste davvero un’equazione in amore, non necessariamente è uguale per tutti, ma finché aspettiamo che sia qualcun altro a risolverla per noi, difficilmente ne verremo a capo. Dobbiamo essere noi a scrivere la nostra equazione e a trovare il modo di risolverla.

“E che succede dopo che lui ha scalato la torre e salvato lei?” diceva un brizzolato e irresistibile Richard Gere alla sua Pretty woman. “Che lei salva lui.”

Non possiamo pensare di salvare qualcuno se prima non abbiamo salvato noi stesse.

 

Simona Sparaco

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