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Fabio Caressa, “Occorre puntare su contenuti popular per conquistare sempre più lettori”

L’ultimo libro di Fabio Caressa, “Gli angeli non vanno mai in fuorigioco”, è un romanzo che narra la storia di alcuni ragazzi che, giocando a pallone, incontrano un anziano che parla loro di calcio e dell’Italia degli anni ’70 ’80, raccontando aneddoti a loro sconosciuti. Il noto conduttore televisivo e telecronista sportivo ci racconta in esclusiva l’importanza della lettura per il suo mestiere e spiega la necessità di rivalutare la lettura popolare italiana, più vicina alla gente e dal carattere consolatorio…

Il noto telecronista sportivo racconta in esclusiva il suo ultimo libro e l’importanza di rivalutare la letteratura popolare italiana

MILANO – Racconta una storia a tuo figlio, e diventerà leggenda. E’ questo il claim del libro “Gli angeli non vanno mai in fuorigioco”, scritto dal noto giornalista sportivo di Sky Fabio Caressa. Il libro verrà presentato il prossimo 8 maggio a Milano presso il Mondadori Multicenter di piazza Duomo.

     
PONTE CHE UNISCE GENERAZIONI – Protagonisti del libro sono un gruppo di ragazzi in vacanza a Villa Lago, un piccolissimo paese dell’Abruzzo, che giocano a calcio nella piazza centrale. Il pallone un giorno finisce nel giardino di uno strano personaggio, un vecchio, che da quel giorno racconterà ai ragazzi il calcio degli anni ’80 e ’70 che loro non hanno conosciuto e di cui lui, invece, è stato testimone oculare. Secondo Caressa il calcio rappresenta un ponte che collega le generazioni. “Il calcio nella mia visione è sempre espressione del momento storico del paese che lo produce. E’ molto importante tenere sempre viva l’emozione che il gioco del calcio porta di per sé”. Secondo il celebre telecronista sportivo il calcio è uno sport particolare, che contiene un po’ di misticità e di mistero. “Il calcio  in realtà è l’unico sport dove le motivazioni e le storie assumono un significato particolare. Nel calcio non trionfa sempre il più forte, ma chi trova il modo di vincere trovando le risorse vincenti dentro di sé, nella propria anima”.

VISIONE STORICA – All’interno dell’opera si parla inoltre dell’Italia di quegli anni, dandone una visione obiettiva e non nostalgica. “Non è vero che prima nel mondo del calcio le cose andavano meglio rispetto ad oggi: calcio scommesse e violenze negli stadi c’erano anche negli anni ’80”. Secondo il noto giornalista sportivo esiste un buco nel nostro paese, che va dalla storia che si finisce di studiare a quella più recente. “In questo momento i giovani, che hanno alla loro portata diversi strumenti d’informazione, si trovano ad affrontare argomenti senza conoscerli. Ai giovani manca un’analisi approfondita di tutto quello che è stata l’Italia negli anni ’80 e ’70, in cui si ponevano le basi di quello che è oggi il nostro paese. Il libro inizia proprio con una visione storica del momento, seguita da un’analisi dei grandi momenti di calcio che i grandi campioni hanno fatto vivere”.

LETTURA FONDAMENTALE – Secondo Caressa leggere poco è una cattiva abitudine che riguarda anche molti suoi colleghi. “Per un giornalista è fondamentale leggere quotidianamente. La lettura è fondamentale perché chi lavora come noi nel mondo della comunicazione, e soprattutto chi fa il telecronista, ha bisogno di trovare le parole con grande rapidità nella sua testa e di avere a disposizione un lessico più ampio possibile, altrimenti si rischia di cadere nella banalità”. Un’abitudine alla lettura che il noto telecronista ha sempre seguito nel corso della propria carriera. “Personalmente ho un archivio tale per cui sono sicuro che di tutti i giocatori di cui vado a fare la telecronaca, ho letto tutto quello che è stato pubblicato in Italia e nelle maggiori testate giornalistiche specializzate all’estero dal ’91 ad oggi. La preparazione è fondamentale, alla base del tuo lavoro”.

 

RIVALUTARE LA LETTERATURA POPOLARE – La poca propensione alla lettura è un difetto che riguarda gran parte degli italiani. “Credo ci sia sempre stato in Italia un certo snobbismo nei confronti della letteratura popolare, che invece è poi quella che avvicina un maggior numero di persone. Non si può iniziare a leggere da Proust, e quindi è ovvio che si debba iniziare a leggere libri popolari”. Caressa cita come esempio “Le prime luci del mattino” di Fabio Volo, non a caso campione di vendite nel 2011. “E’ un libro che è più vicino alle corde espressive ed emozionali della gente. Purtroppo  in Italia c’è stata sempre una tendenza da parte di una certa gerarchia di intellighenzia a considerare la letteratura solo come alta o ristretta, mentre tutto ciò che era pop era visto come negativo. Solo pochissimi critici sono veramente attenti al mondo della lettura”.

CARATTERE CONSOLATORIO – Secondo Fabio Caressa, argomenti nazional popolari come il calcio possono avvicinare il pubblico alla lettura. Il noto telecronista sportivo indica quale sia secondo lui la strada giusta per risollevare le sorti della lettura in Italia. “Occorre trovare degli argomenti, dei personaggi e un modo di scrivere che sia più vicino al mondo in cui viviamo, altrimenti si rischia di creare una letteratura distaccata dal mondo reale, come la politica, due nicchie alle quali appartengono pochi eletti, chiusi nelle loro riunioni a fare i propri interessi”. All’interno del mondo dell’editoria italiana, secondo Caressa c’è una certa tendenza da parte di alcuni autori a difendere i loro interessi, per paura di perdere le posizioni di privilegio se si allarga troppo la realtà dei lettori. “Molti autori si compiacciono di questo loro essere molto intellettuali, ma secondo me la letteratura deve tornare ad avere il carattere consolatorio, che ultimamente si è un po’ perduto”.

POTENZIALITA’ DEL LIBRO – In un’era sempre più volta al digitale, secondo Fabio Caressa il libro continua a conservare potenzialità uniche. “Scrivere un libro è un modo di esprimersi che da completezza alla propria anima. Credo fondamentalmente che se hai qualcosa da dire, scrivere un libro è un mezzo d’espressione che lascia grande libertà alla propria fantasia”. Come anticipato all’inizio, il claim del libro è Racconta una storia a tuo figlio, e diventerà leggenda. “Credo che sia molto  importante tramandare le storie ai figli. Abbiamo bisogno di una visione più leggendaria, che ci permetta di alzare gli occhi e di guardare l’orizzonte con un po’ più di tranquillità e distensione. Proprio perché non viviamo di leggende, di grandi esempi, non abbiamo qualcosa che trascenda la realtà, per andare avanti c’è bisogno di alzare la testa e trovare una prospettiva reale”.

 

4 maggio 2012

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