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Erri De Luca al Salone del Libro, “La scrittura è un’esperienza sanitaria”

In occasione del Salone del Libro di Torino, sono stati assegnati i premi dell'edizione 2018 del concorso "Racconti dal carcere"

TORINO – Dare la possibilità di conoscere prima di tutto se stessi, mettere a fuoco dei dettagli della propria vita che sarebbero rimasti fuori fuoco. E’ questo il potere della scrittura secondo Erri De Luca, uno degli autori protagonisti del Premio Goliarda Sapienza “Racconti dal carcere“, il progetto nato per dare una possibilità di riscatto ai detenuti attraverso la scrittura. In occasione del Salone del Libro di Torino, sono stati assegnati i premi dell’edizione 2018 del concorso. Ne abbiamo parlato con uno dei giurati protagonisti, lo scrittore Erri De Luca.

 

Come è stata l’esperienza del progetto “Racconti dal carcere”?

Sono stato convocato per partecipare a questo progetto con protagonisti dei racconti scritti dai detenuti. L’invito a scrivere ha prodotto un beneficio sanitario in chi scrive. Uno degli scrittori detenuti ha affermato “mettersi a scrivere è stato provare dei sentimenti che non sapevo di avere”. E’ questo il prodigio della scrittura: dare la possibilità di conoscere prima di tutto se stessi, mettere a fuoco dei dettagli della propria vita che sarebbero rimasti fuori fuoco.

 

Possiamo dire che non solo la lettura, ma anche la scrittura ha un potere terapeutico?

Fino a quando non l’affronti la scrittura, la realtà non ti sembrava a bassa definizione: solo scrivendo la realtà diventa ad alta definizione improvvisamente. L’esperienza della scrittura è un’esperienza sanitaria.

 

C’è un racconto o uno degli scrittori partecipanti al progetta che l’hanno particolarmente colpita?

Sono scritture che hanno una custodia particolare per i dettagli. Gli scrittori detenuti sanno raccontare dei dettagli che riescono a diventare dei punti di rimbombo che raccolgono l’insieme di questa esperienza. Sono scrittori perché si soffermano su dei particolari per loro importanti e delle scintille d’illuminazione per chi legge.

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