Sei qui: Home » Libri » Enrico Vanzina, “Con il mio giallo racconto la vera Roma”

Enrico Vanzina, “Con il mio giallo racconto la vera Roma”

Un giallo che è molto più di un semplice giallo, un ritratto della vera Roma e della società italiana. Ecco l'intervista all'autore

MILANO – Un giallo avvincente che allo stesso tempo mostra un ritratto della vera Roma, non come quella che si legge nei romanzi, e un racconto sul Tempo che passa. In occasione dell’uscita dell’ultimo libro di Enrico Vanzina, La sera a Roma, abbiamo incontrato l’autore e gli abbiamo rivolto qualche domanda. Ecco le sue risposte

Il tuo libro non si può definire solamente un giallo, tu come lo definiresti?

Ci ho messo tantissimo a scriverlo, perché ho capito che doveva essere qualcosa di più. Doveva essere gialle ed essere divertente. Un libro che racconta attraverso una storia gialla, che poi mi è venuta anche divertente, Roma, il giornalismo, il cinema e soprattutto il tempo. È la storia di un uomo che, per uscire dal sospetto di omicidio, fa un bilancio della sua vita e della sua città che ha un grande passato

A proposito del tempo, il libo è suddiviso in stagioni: Perché?

Volevo far capire al lettore che il vero tema del libro è proprio il tempo. È un romanzo in cui tutto quello che lui vede in realtà è condizionato dal tempo. La suddivisioni in stagioni sono proprio un segnale del tempo che passa.

I personaggi alcuni sono reali, mentre altri fittizi. C’è qualche episodio autobiografico?

Io da moltissimi anni ho una rubrica sul messaggero, proprio su Roma. Mi occupo con il giornale più importante che c’è a Roma, proprio della città, quindi l’80% degli episodi raccontati sono veri, filtrati dalla memoria e un po’ romanzati. Il libro mette in scena un immagine di Roma così come è veramente, non quella che leggiamo nei giornali. Accanto a personaggi di fantasia ho voluto inserire personaggi veri, perché questo dava una forte contemporaneità. La cosa curiosa è che nessuno di loro sapeva che scrivevo di loro, l’hanno letto sul libro una volta pubblicato e per ora nessuno di loro mi ha ancora picchiato!

Ti piacerebbe scrivere la sceneggiatura di questo libro?

Mi piacerebbe molto, anche se è molto difficile da fare. C’è una parte gialla, i personaggi sono bene delineati ma poi c’è tutta parte introspettiva che difficilmente si potrà raccontare al cinema; curiosamente sarebbe una delle sceneggiature più difficile che mi siano mai capitate.

Roma è la grande protagonista. Cosa pensi si possa fare per migliorare la situazione della città?

Capire chi è. Finché si fa della brutta televisione non si capisce che cosa sia la televisione, allo stesso modo chi fa il sindaco di Roma deve capire che cosa è Roma. Se lo capisce, se lo intuisce, se lo percepisce si possono fare veramente delle cose giuste. Bisogna ritornare a capire il significato di Roma, che è un senso complicato perché sfugge. Roma deve essere governata con una sua specificità perché è la città del Papa, del governo, dell’arte, del passato e del tempo.  Se uno mette insieme capisce come migliorare.

Dopo il libro quali sono i  prossimi progetti?

Io faccio cinema per cui tornerò a fare cinema, però questo libro mi sta dando un’enorme soddisfazione, le critiche sono state strepitose e anche dal punto di vista delle vendite. Sicuramente continuerò ma con calma, ci voglio pensare bene. Forse tra un anno potrei scrivere un altro romanzo.

© Riproduzione Riservata