Editoria: quanto influiscono media, social network e IA nell’acquisto dei libri?

11 Dicembre 2025

Tre editori su quattro hanno adottato strumenti di Intelligenza Artificiale nei flussi di lavoro. Intanto tra i media che più influenzano l'acquisto di libri crescono i social network in particolare grazie a Tik-Tok e Instagram, ma la televisione rimane ancora al primo posto.

Editoria quanto influiscono media, social network e IA nell'acquisto dei libri

Editoria: chi orienta maggiormente le persone nel comprare libri? Instagram è il social che più influenza l’acquisto dei libri degli italiani, ma sta crescendo TikTok mentre arretra Facebook. Nel campo delle trasmissioni televisive, invece, domina Che tempo che fa, di Fabio Fazio, seguito da Splendida Cornice, di Geppi Cucciari, e da Striscia la notizia. Questo il podio tratteggiato nella mappa disegnata dall’Osservatorio AIE sulla lettura rispetto all’influenza dei media nell’acquisto di libri.

Un’altra ricerca, sempre AIE e la prima sistematica realizzata in Italia sull’uso di strumenti di Intelligenza Artificiale (IA) nelle case editrici, evidenzia inoltre che tre editori su quattro hanno adottato strumenti di Intelligenza Artificiale nei flussi di lavoro, seppur con alcune preoccupazioni riguardanti gestione dei diritti, violazione del copyright da parte delle big tech, inaffidabilità delle risposte.

Editoria: il media più influente per l’acquisto di libri

La tv rimane il media più influente tra gli italiani di 15-74 anni: dichiara di aver scelto almeno un titolo da comprare negli ultimi dodici mesi sulla base di suggerimenti di trasmissioni televisive il 24% del campione. Booktoker e bookinfluencer o altri contenuti social seguono con il 20%, poi podcast (15%), la radio (15%) e quindi giornali e inserti culturali (13%). Le medie nascondono però profili demografici molto variegati. La tv, in particolare, sale al 30% tra i pensionati, i social al 40% e i podcast al 31% tra i minori di 25 anni.

Le trasmissioni tv

Tra chi dichiara di aver comprato almeno un libro nell’ultimo anno sulla base di suggerimenti televisivi, il 40% indica come programma Che tempo che fa, il 31% Splendida Cornice, il 28% Striscia la notizia, il 22% la Torre di Babele di Corrado Augias, il 20% In Viaggio con Barbero, il 19% rubriche di Tg dedicate ai libri come Billy o Achab, il 17% Una Giornata particolare di Aldo Cazzullo, il 17% trasmissioni di attualità politica come DiMartedì, il 15% Milleeunlibro, il 13% Passato e presente di Paolo Mieli (erano possibili più risposte).

I social network

Tra chi dichiara di aver comprato almeno un libro nell’ultimo anno sulla base di suggerimenti sui social network e online, il 53% indica Instagram come principale influenza, il 43% TikTok, il 39% Facebook, il 32% YouTube, il 25% forum o community dedicati alla lettura come Anobii o Goodreads, il 17% blog sui libri, il 5% X (Twitter). Erano possibili più risposte. Instagram e TikTok raggiungono a pari merito una percentuale del 64% tra i minori di 25 anni. Facebook va forte nella fascia d’età dei 55-74enni (61%) e tra le persone con basso titolo di studio (51%). YouTube piace soprattutto agli uomini (44%) e a chi ha meno di 25 anni (42%).

Editoria e uso dell’intelligenza artificiale

La seconda ricerca, a cui hanno partecipato 97 editori per un totale di 184 marchi editoriali coinvolti, mostra che oltre un editore italiano di libri su quattro, il 27,7%, è stato contattato per dare in licenza i contenuti delle opere pubblicate alle aziende che sviluppano Large Language Models, ovvero i sistemi di Intelligenza Artificiale in grado di comprendere e rispondere in linguaggio naturale, come ChatGpt, Gemini o Claude. Tuttavia in questa fase prevale la prudenza: solo il 3,7% di questi ha concluso uno o più contratti di licenza. Il 37% ha già escluso di concedere la licenza, il 59,3% sta valutando il da farsi.

Quanti editori utilizzano l’IA

Tre editori su quattro, il 75,3%, dichiarano di utilizzare strumenti di IA. Tra i grandi editori, oltre i 5 milioni di euro di vendite annue, la percentuale di chi usa strumenti di AI è del 96,2%. Per gli editori tra uno e cinque milioni si scende al 75%, 66,7% per gli editori da 500mila a un milione di euro, 63,6% per gli editori da 100mila a 500mila euro, 62,5% per gli editori sotto i 100mila euro.

Per cosa si utilizza l’IA

Tra gli editori che utilizzano strumenti di IA, il 67,1% cita tra gli utilizzi la realizzazione di materiali per ufficio stampa e comunicazione, il 67,1% la redazione di paratesti e metadati, il 50,7% la realizzazione di copertine e illustrazioni, il 49,3% l’editing, la revisione bozze, le traduzioni, il 31,5% attività amministrative o operative, il 21,9% l’accessibilità, il 19,2% attività commerciali come previsioni di vendita e analisi di dati.

Il 17,8% utilizza l’IA per lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi come software educativi interattivi (lo fa il 50% degli editori scolastici) e servizi e software su banche dati (riguarda il 33% degli editori professionali. Erano possibili più risposte.

Le preoccupazioni riguardanti l’IA

Sul versante delle criticità, delle preoccupazioni che l’IA alimenta per il futuro, il 63,9% del campione cita la tematica della revisione dei contratti, i rapporti con i collaboratori, la gestione dei diritti. Il 58,8% indica la violazione del copyright da parte delle aziende che gestiscono i Large Language Models nelle fasi di addestramento, il 50,5% le allucinazioni generate dall’IA presentate come fatti, il 46,4% il fatto che i sistemi di IA siano addestrati con dati imprecisi, falsi o distorti, il 44,3% il tema di come proteggere il materiale generato con l’IA, il 42,3% la difficoltà a stare al passo con i rapidi cambiamenti

Inoltre, il 39,2% segnala le difficoltà a spiegare agli autori in che modo le loro opere sono protette, considerando che le condizioni delle piattaforme di IA sono poco chiare, il 32% la proliferazione del self publishing prodotto da IA, il 16,5% l’impatto sull’organizzazione interna della casa editrice, il 16,5% la sfiducia nelle aziende che sviluppano IA, il 16,5% il dover prevedere investimenti considerati eccessivi. Solo il 6,2% non ha alcuna preoccupazione. Erano possibili più risposte.

Per le case editrici italiane l’IA è uno strumento, o una serie di strumenti, che già oggi sono utilizzati nei flussi di lavoro, ma allo stesso tempo questa tecnologia alimenta preoccupazioni sul versante del rispetto del diritto d’autore e dell’affidabilità nelle risposte che fornisce.

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