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Ecco perché la radio ha una marcia in più rispetto agli altri media quando si parla di libri

La conduttrice de “Il cacciatore di libri” Alessandra Tedesco spiega i vantaggi di parlare di libri in radio rispetto a carta stampata e tv

MILANO – Percepire i giornalisti/conduttori come amici di cui fidarsi e che danno consigli. E’ questa la “marcia in più” che ha la radio rispetto agli altri media d’informazione secondo secondo Alessandra Tedesco, conduttrice della rubrica “Il cacciatore di libri” in onda su Radio 24 dedicata agli scrittori di narrativa, in onda ogni sabato alle 6,30 e alle 22. La giornalista ci parla della sua passione per la letteratura e suggeriste alcuni libri da leggere in questo periodo dell’anno.

 

In che modo si parla di libri e letteratura all’interno de “Il cacciatore di libri”?

Nel Cacciatore di libri si parla di romanzi in modo informale. In ogni puntata si parla di due libri, direttamente con gli scrittori. Interviste realizzate dal vivo e non al telefono per due motivi: primo perché l’ascolto di voci da studio è più piacevole per interviste che durano circa 13 minuti ciascuna; secondo perché quando si guarda una persona negli occhi si riesce a tirar fuori sempre qualcosa di più interessante rispetto a quando c’è la mediazione del telefono. Nel cacciatore di libri si parla quasi esclusivamente di romanzi, di tutti i tipi. Dai best seller che possono incuriosire gli ascoltatori a romanzi meno noti e che il programma radiofonico aiuta a far conoscere. Basta andare sul sito radio24.it nella sezione “Il cacciatore di libri” per rendersi conto che ci sono interviste ad autori famosi come Michael Cunningham o Andrea Camilleri, ma anche chiacchierate con esordienti o scrittori poco noti. Ci sono le grandi case editrici, ma anche le piccole.

 

Come mai la scelta di questo nome per il programma?

Quando ho scelto il nome del programma volevo qualcosa di accattivante, simpatico, ma anche evocativo. Ho pensato al successo de “Il cacciatore di aquiloni” e ho pensato che l’idea di un cacciatore di libri potesse risultare interessante. Poi ho scoperto che c’era stato anche un romanzo intitolato così, ma l’ho scoperto solo dopo!

 

Tra i diversi media, cosa offre la radio come “plus” rispetto agli altri nella proposizione di libri e argomenti letterari?

La radio ha un grandissimo vantaggio rispetto a carta stampata e tv: i giornalisti/conduttori vengono quasi percepiti come amici di cui fidarsi e che danno consigli. Il fatto di non vedere, ma di ascoltare solo una voce rende paradossalmente il legame conduttore-ascoltatore molto forte. Se durante una trasmissione di intrattenimento uno speaker dice “Ho letto questo libro e mi è piaciuto perché…” oppure “Ieri sera ho visto questo film…” passa un messaggio percepito dall’ascoltatore come un consiglio quasi personale. Quando le radio hanno poi trasmissioni dedicate ai libri, si crea una community di ascoltatori forti che ti fanno anche le pulci! E’ sufficiente guardare i social, soprattutto twitter: gli ascoltatori ti bastonano se non sono d’accordo o ti ringraziano se gli hai fatto scoprire un bel romanzo.

 

Oltre a “Il cacciatore di libri”, quanto tempo occupano i libri nel corso della tua giornata?

I libri sono sempre presenti nella mia giornata. Ho sempre almeno un romanzo in borsa da leggere in metropolitana. Leggo contemporaneamente diversi libri fra quelli che devo presentare e quelli sui quali devo realizzare interviste. Ho la fortuna di riuscire a leggere in contemporanea senza confondermi, ma in questo caso devo leggere su carta: le sottolineature che faccio a matita sono fondamentali per ricostruire la trama o le frasi che mi ispirano una domanda. Ho una memoria fotografica, quando leggo con il Kindle non tutto rimane nella testa. Ma pare sia un fenomeno neurologico provato da alcuni studiosi americani. Quindi non mi preoccupo!

 

Quale libro consiglieresti di leggere in questo momento?

E’ sempre difficile consigliare un libro in generale perché ogni lettore è diverso dall’altro. Quando qualcuno mi chiede un consiglio ribatto subito con una domanda: “Fammi l’esempio di qualche romanzo che ti è piaciuto”. In base a quello, consiglio. Vi posso dire che fra i libri che sto leggendo ora mi sta colpendo molto “Giorni selvaggi” di William Finnegan, Premio Pulitzer 2016 nella categoria memoir, pubblicato in Italia da 66thand2nd. Mi ricorda per la scrittura e per le atmosfere “Stoner”: sembra quasi non accada nulla e invece accade tantissimo.

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