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“È tutto imperfetto”, un libro per ridere delle imperfezioni della vita

Scopri nel libro 'È tutto imperfetto' le divertenti e imprevedibili esperienze che rendono la vita così unica. Ridiamo insieme delle nostre imperfezioni.

Quante disavventure possono capitare in una vita? Quante situazioni imbarazzanti ci sono toccate da quando eravamo bambini, fino ad arrivare alla nostra vita adulta? Davvero nella vita è tutto imperfetto?

La risposta prova a darcela Himbe, pseudonimo di Daniele Imberti, nel suo libro d’esordio “È tutto imperfetto” per Another Coffee Stories, con prefazione dello scrittore di “È tutto perfetto” (ACS), Rudy Presenti.

Con sguardo ironico sulla realtà, Himbe prova a portarci nel suo mondo e a raccontarcelo in modo esilarante e leggero, servendosi di freddure taglienti e graffianti che rimandano ad altri il timore del politicaly correct.

“È tutto imperfetto” presentato dall’autore

L’autore si racconta, come in una caricatura, nelle tre fasi dello sviluppo: infanzia, adolescenza ed età adulta. “È il mio primo e unico libro – commenta l’autore – non è frutto di corsi di scrittura, comici ispirativi o epifanie di barzellette. Non ho ricevuto lezioni particolari su come far ridere, e non credo nemmeno che esistano corsi di questo tipo che ti facciano diventare un comico. La riuscita delle battute dipende sia da chi le racconta che da chi le ascolta”.

Com’è nato questo libro?

La parte più veritiera riguardante la nascita di questo libro è che ho iniziato a usare le risate delle persone per uscire dal mio guscio di timidezza e ansia sociale.

Cosa dovrebbe aspettarsi il lettore de “È tutto imperfetto”?

Il lettore può trovare pagine di storielle e freddure, condite da pezzi di vita vera. Non aspettatevi nulla di professionale – aggiunge – in quanto, come detto, non credo esistano lezioni per imparare le basi della comicità. Esattamente come non impari il ciclismo nemmeno se ti insegnano l’ABiCi! Tra le pagine il lettore incontra anche freddure un po’ oltre le righe, e probabilmente qualcuno lassù si potrebbe arrabbiare leggendo certe frasi insulse… Ma grazie a Dio sono ateo!

Qual è l’obiettivo che ti eri prefissato con questo libro?

L’obiettivo del libro è strappare un sorriso al lettore e non fargli strappare il libro, o almeno non finché non avrà finito di leggerlo! Con “È tutto imperfetto” – ci confida l’autore – voglio strappare un sorriso alle persone, invitandoli a non prendersi troppo sul serio ma guardare con ironia, calcando le proprie e umane imperfezioni e unicità allo stesso modo di un caricaturista. L’imperfezione della vita, in fondo, si può sconfiggere ridendoci su con una giusta dose di sana e autentica autoironia.

Ci vuoi raccontare un episodio della tua vita che riassume come appunto “È tutto imperfetto”?

Mi torna alla memoria un episodio in particolare o meglio la mia prima lezione di felicità. Avrò avuto sì e no tre anni.
Ero un bambino molto loquace, parlavo con tutti.

Mentre giocavo in cortile, feci il mio primo incontro con Clarabella, a me piaceva tantissimo.

Quella mattina giocammo insieme costruendo piste di biglie, trenini e simulando discese sulle piste da sci. Ero molto contento di quel giorno, perché finalmente anche io mi ero divertito a farmi delle piste, come raccontavano sempre gli amici di mia sorella.

A quell’età non avevo la cognizione del tempo, ma ricordo che ero molto triste quando dovetti tornare a casa. Lei si avvicinò per salutarmi, e con mia grande sorpresa nonché imbarazzo, mi diede un bacino sulla guancia. Ero arrossito e rimasi pietrificato dall’emozione! Ero così emozionato che mi feci la pipì addosso.

Lei mi vide e imbarazzata più di me, scappò a gambe levate! Quel giorno imparai la prima lezione della mia vita, che porto ancora oggi con me.

Io non mi scomposi, ormai immerso in un delirio onirico di guance baciate, e quel giorno compresi una delle grandi verità della vita: la felicità è come farsi la pipì addosso, tutti possono vederla, ma solo tu puoi sentirne il calore.

Conosciamo l’autore

Daniele Imberti, è nato a Clusone (BG) il 19 luglio del 1987. Cresciuto a Casnigo e laureato in Ingegneria Informatica, si descrive come “schiacciatore di pulsanti” presso un istituto bancario di Milano, una perifrasi che è solito raccontare per indicare il suo lavoro come sviluppatore nel gruppo di lavoro di cui fa parte. La sua passione è la scienza.

Maria Laura Chiaretti

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