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“Il dottor Zivago”, le frasi più belle del capolavoro di Pasternak

In occasione dell’anniversario di Boris Pasternak, vi proponiamo i passi più profondi del celebre romanzo, "Il dottor Zivago”

Il romanzo “Il dottor Zivago” di Boris Pasternak fu pubblicato in anteprima mondiale in Italia nel 1957 dall’editore Feltrinelli. L’avventurosa vita del medico poeta Jùrij Andrèevič Živàgo, combattuto tra l’amore per due donne e coinvolto nella rivoluzione di ottobre, fu per lungo tempo osteggiato dal regime comunista sovietico. Basti pensare che in Russia (URSS) venne pubblicato per la prima volta a distanza di oltre trent’anni (1988).

“Il dottor Zivago” è stato l’unico romanzo scritto da Boris Pasternak, che tuttavia grazie ad esso si aggiudicò il Premio Nobel per la Letteratura nel 1958. Purtroppo l’autore non poté ritirare l’ambito riconoscimento. Per l’opposizione del governo sovietico, sapeva che se avesse presenziato alla premiazione, non sarebbe potuto ritornare in patria.

 

Gli aforismi tratti dal Dottor Zivago

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“Credo che non ti amerei tanto se in te non ci fosse nulla da lamentare, nulla da rimpiangere. Io non amo la gente perfetta, quelli che non sono mai caduti, non hanno inciampato. La loro è una virtù spenta, di poco valore. A loro non si è svelata la bellezza della vita.”

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‘I ragazzi sparano’, pensava Lara. E non pensava solo a Nika, o a Patulja, ma a tutta la città dove si stava sparando. ‘Bravi ragazzi, onesti, – pensava. – Bravi. Ecco perché sparano.’

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“L’appartenenza a un tipo è la morte dell’uomo.”

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“Io non amo la gente perfetta, quelli che non sono mai caduti, non hanno inciampato. La loro è una virtù spenta, di poco valore. A loro non si è svelata la bellezza della vita.”

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“L’uomo nasce per vivere, non per prepararsi alla vita.”

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“La vita, se volete saperlo, è un elemento che continuamente si rinnova e rielabora da sé, che da sé si rifà e si ricrea incessantemente, sempre tanto più alta di tutte le nostre ottuse teorie.”

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“La politica non mi dice nulla. Non mi piacciono gli uomini indifferenti alla verità.”

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“Vivere significa sempre tendere in avanti, verso l’alto, verso la perfezione, e raggiungerla.”

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“La filosofia dev’essere non più che un condimento all’arte della vita. Dedicarsi soltanto alla filosofia non è meno strano del mangiare sempre e solo rafano.”

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“Io non amo la gente perfetta, quelli che non sono mai caduti..." di Boris Pasternak

L’importanza di sbagliare nella vita secondo Boris Pasternak

La frase del giorno è tratta dal romanzo “Il dottor Zivago” di Pasternak, di cui oggi si ricorda la morte avvenuta il 30 maggio del 1960

 

“Oh come si desidera a volte poter scappare dall’insulsa monotonia dell’umana eloquenza, dalle frasi sublimi, per cercare rifugio nella natura, apparentemente così silenziosa, oppure nel mutismo di fatiche lunghe ed estenuanti, del sonno profondo, di musica vera o dell’umana comprensione zittita dall’emozione!”

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“Ecco che cos’era la vita, che cos’era l’esperienza, che cosa inseguivano coloro che andavano in cerca d’avventure, ecco a che cosa mirava l’arte: ritornare a casa propria, ai propri affetti, riprendere a vivere.”

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“Il dono dell’amore è come ogni altro dono. Può essere grande quanto vuoi, ma non si rivelerà mai senza illuminazione. Con noi invece, è come se ci avessero insegnato a baciarci in cielo e poi, ancora fanciulli, ci avessero mandati a vivere sulla terra, contemporaneamente, perché mettessimo alla prova l’uno con l’altro questa capacità. È l’apice di una compatibilità senza gradazioni, in cui nessuno è superiore o inferiore, un’equivalenza di tutto l’essere, con tutto che genera gioia, con tutto che si rianima.”

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“Si accorsero allora che solo la vita simile alla vita di chi ci circonda, la vita che si immerge nella vita senza lasciar segno, è vera vita, che la felicità isolata non è felicità.”

 

Boris Pasternak

Cresciuto in una famiglia dedita alla cultura, Pasternak ebbe modo di incontrare a casa dei genitori numerose personalità di grande rilievo, tra musicisti, artisti e scrittori, Lev Tolstoj tra i più importanti. Compiuti gli studi al liceo tedesco di Mosca nel 1908, si iscrisse però alla facoltà di filosofia all’università di quella città e più avanti decise di dedicarsi alla poesia. Nel 1922 Pasternak sposò Evgenija Vladimirovna Lourie da cui ebbe un figlio. Divorziarono nel 1931. Seguì un secondo matrimonio nel 1934 con Zinaida Nikolaevna Neuhaus; la famiglia si trasferì nel sobborgo moscovita di Peredelkino nel 1936. Morì di cancro ai polmoni nella sua Dacha la sera del 30 Maggio del 1960.

 

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