“Le italiane. Il Paese salvato dalle donne” รจ l’ultimo libro di Aldo Cazzullo, autore e editorialista del Corriere della Sera. Un libro carico di storia e di carattere che omaggia le donne piรน importanti d’Italia che hanno contribuito a migliorare e dare una svolta al nostro paese sotto diversi punti di vista. Dalla scienza alla politica alla moda, Aldo Cazzullo ci racconta le italiane piรน influenti che abbia conosciuto sottolineando la loro forza. Per gentile concessione dell’autore, vi proponiamo la storia di una di queste donne, Fernanda Pivano, tratta dal suo libro.
Fernanda Pivano tra Ginsberg, Pavese, Bobbio e De Andrรฉ
Ginsberg e gli scrittori della beat generation erano stati tradotti e portati in Italia da una grande donna: Fernanda Pivano. Ero curioso e anche un poโ intimorito allโidea di conoscerla. Sono passati ormai quasi ventโanni, dal pomeriggio in cui andai nella sua casa milanese, per unโintervista che non finiva mai: cenammo nella trattoria preferita da Mina e dagli artisti di Brera, il Diplomatico, poi tornammo da lei e andammo avanti a conversare sino a tardi. Me la figuravo capace di omeriche bevute con i suoi amici; colpiva invece che – pure a tavola, pure a notte fonda โ bevesse solo coca-cola. Portava un ciondolo con il simbolo della pace, e grandi splendidi anelli tra cui uno ricavato da un frammento di meteorite. Mi accompagnava unโamica che aveva il mito della Pivano e della letteratura americana degli Anni โ50. Lei la accolse cosรฌ: โTu stai zitta e non rompere i coglioniโ. Poi perรฒ la prese a benvolere e divenne gentilissima.
Ne venne fuori una cascata di storie, di notizie, di rivelazioni. Il Corriere dedicรฒ al pezzo un titolo in prima e una pagina intera, di quelle fitte fitte, quasi senza foto. Il giorno dopo la chiamai, sicuro che fosse contenta. Mi chiuse il telefono in faccia. Pensai che fosse caduta la linea. Riprovai. โFernanda!โ. Clic.
Mi chiesi dove avessi sbagliato. Rilessi il pezzo. Forse la Pivano avrebbe preferito che alcuni racconti restassero riservati. Perรฒ non mi aveva chiesto di tacere alcunchรฉ. Ad esempio lโincontro in piscina – nella Torino di fine Anni Trenta – con Pavese smagrito dal confino e con Bobbio. โQuando Cesare era tornato dal soggiorno coatto a Brancaleone Marina, Norberto era andato a prenderlo in stazione per dargli la notizia: lโunica donna che Pavese avesse davvero amato, Tina Pizzardo, aveva sposato un altro. Pavese era svenuto. Poi era rimasto ubriaco per giorni. In piscina si presentรฒ con un paio di calzoni tagliati a zigzag, legati con lo spago. Io ero vestita di rosso. Norberto aveva un costume elegantissimo, come tutto quel che faceva e dicevaโ.
Forse, mi dissi, le aveva dato fastidio che avessi scritto la vera storia di Bobbio, che la Pivano mi aveva confidato. Il giovane Norberto, il ragazzo che sarebbe diventato il piรน importante intellettuale italiano, era innamorato di una compagna di scuola di Fernanda, che si chiamava Valeria. โLei perรฒ era fidanzata con un militare che partรฌ per la Russia. Fu dato per disperso. Bobbio insisteva per sposarla, ma lei aspettava, voleva essere certa che lui non tornasse piรน. Ogni anno Norberto andava allโassalto, ogni anno Valeria lo respingeva. Dopo quattro anni disse sรฌ. Due settimane dopo lโaltro tornรฒ dalla Russia. Bobbio fu splendido come sempre, si offrรฌ di farsi da parte. Valeria ci pensรฒ per due giorni e due notti, poi gli disse: resto con te. Lโaltro รจ ripartito, e non รจ tornato piรนโ. Una storia meravigliosa. Inedita, ma inattaccabile: tutti i protagonisti fanno una splendida figura, Bobbio galantuomo, sua moglie fedele prima ai sentimenti poi al matrimonio, per non parlare dellโanonimo soldato, che ne esce benissimo, tipo lโufficiale inglese infatuato di Cora ne โLโultimo dei mohicaniโ che si fa uccidere per la felicitร della donna che ama. No, una signora attenta alle belle storie come la Pivano non poteva essersi pentita di avermene affidata una cosรฌ bella; semmai avrebbe dovuto offendersi se non lโavessi scritta.
Forse lโaveva turbata leggere il racconto di quando sua madre aveva trovato suo padre, banchiere rovinato dal regime, con la rivoltella fumante in pugno e un proiettile nel materasso: โPapร non era stato capace di spararsi, ma neppure di sopravvivere alla rovina. Tirรฒ avanti ancora un poco, spegnendosiโ. O di quando i nazisti stavano cercando il traduttore di Hemingway: โVennero a prendere mio fratello. Cosรฌ mi presentai allโhotel Nazionale, il loro quartier generale di Torino: โAvete sbagliato persona, sono io lโautrice della versione italiana di Farewell to armsโ. Mi interrogarono per un giorno intero: non si capacitavano che potesse essere stata una donna a tradurre un libro. Mi fecero un sacco di domande, e ovviamente inventai un sacco di bugie; perรฒ non mi misero le mani addosso. Quando mi arrestarono i fascisti invece mi stracciarono i vestiti. Ma ebbi la mia ricompensaโ. Quando Hemingway tornรฒ in Italia dopo la guerra, le scrisse una cartolina per invitarla a raggiungerlo a Cortina. La Pivano pensรฒ a uno scherzo. Hemingway ne scrisse unโaltra. โPartii. Ma non รจ vero quel che hanno scritto, che mi chiese di sposarloโฆ Volle sapere tutto dei nazisti, diceva che ero la sua Giovanna dโArco. Parlavamo la sua lingua, un misto di inglese, spagnolo e francese, con qualche parola di italiano. Lui preparava la fine. Quando andรฒ in India, prese una camera sopra quella in cui si cremavano i cadaveri, per fiutare la morteโ.
Forse, immaginai, la Pivano non si era riconosciuta nel gioco con cui era costruito lโarticolo. Di ognuno tra i grandi che aveva conosciuto teneva a puntualizzare una cosa: con loro non cโรจ era mai stato nulla. Nรฉ con Pavese, nรฉ ovviamente con Bobbio innamoratissimo di Valeria, nรฉ con Hemingway, nรฉ con Bukowsky โ โtrovava insopportabile che fossi astemiaโ -, nรฉ con Jack Kerouac: โMai successo niente. Lui del resto era sempre troppo ubriaco. Per prolungare la conversazione gli versavo acqua e un goccio appena di whisky: Jack sentiva il profumo e trangugiava. Gregory Corso ci provava, invece. Era pazzo, non era un uomo ma unโentitร poetica, un cherubino della poesia. E io, niente. Solo gaffe. Come quando Gregory arrivรฒ a casa mia da un lungo viaggio, era il 1960, e io gli preparai un breakfast borghese come avevo visto fare alla moglie di Dos Passos nella sua tenuta, una tavola imbandita alle 8 del mattino. Corso non toccรฒ cibo e mi chiese uno spinello. Non lโavevo. Gli offrii un bagno. A un beat! Mi guardรฒ strano: perchรฉ, puzzo?โ. Non amava Lawrence Ferlinghetti: โUn mercanteโ. Trovava simpatico Henry Miller โ โun signoreโ โ e antipatico lโaltro Miller, Arthur, che aveva fatto soffrire troppo Marilyn.
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Perchรฉ Dante รจ il poeta che inventa l’Italia secondo Aldo Cazzullo
In occasione del DanteDรฌ abbiamo intervistato Aldo Cazzullo per parlare del suo ultimo libro e celebrare il grande poeta
Rilessi lโintervista unโaltra volta, alla ricerca del dettaglio fatale. Cโera un passaggio su Marlene Dietrich, curioso ma non offensivo: โIl segreto della felicitร รจ far lโamore cinque volte al giorno, non necessariamente con il maritoโ. Fernanda aggiungeva che le piรน felici sono le puttane: โNessun uomo le tradirร , nรฉ le abbandonerร maiโ. Insomma usciva unโidea un poโ disperata della vita, ma che non tradiva le sue parole. A quel punto fui attraversato da un dubbio: forse lโaveva fatta arrabbiare il passaggio su Fabrizio De Andrรฉ. Neppure con De Andrรฉ cโera mai stato nulla; perรฒ Fernanda confidava che quella volta le sarebbe piaciuto. โPer Fabrizio presi una sbandata. Con la moglie si erano lasciati, Dori Ghezzi non cโera ancora, sarebbe stato il momento giustoโฆ avremmo potuto fare tanti bambiniโฆ invece ci limitammo a scrivere i testi delle sue canzoni tratte dallโAntologia di Spoon River. โUn giorno, baciando Mary con lโanima sulle labbra, lโanima allโimprovviso mi volรฒ viaโฆโ. Se Fabrizio avesse saputo che Edgar Lee Masters aveva preso i suoi versi piรน belli dagli antichi lirici greci, forse non li avrebbe mai voluti nel discoโ.
Poteva essere stata questa storia ad averla infastidita. Ma in fondo, perchรฉ mai? Cosa cโรจ di fastidioso in una vicenda cosรฌ piena di poesia, lโamore sfiorato e mancato tra la studiosa di letteratura e il giovane cantautore?
Poi ho ripreso in mano il Corriere. E ho capito. Fernanda mi aveva chiesto una sola cosa: non nominare mai il suo ex marito, il grande designer triestino Ettore Sottsass. Cosa non facile; ma nellโarticolo il nome era solo rapidamente evocato. Perรฒ nella pagina, tra le poche foto, accanto allโimmagine della Pivano, troneggiava quella di Sottsass. Colpa mia: non avevo avvertito i colleghi del veto di Fernanda, e non ero riuscito a evitare la sua furia.
Lei ha vissuto altri quindici anni.
Non lโho mai piรน sentita.