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Da Tex a Dampyr, il fumetto d’autore sbarca in libreria

Abbiamo intervistato Mauro Boselli, sceneggiatore di entrambi i personaggi targati Sergio Bonelli Editore, per raccontarci come nascono le loro storie e lo “sbarco” dei fumetti bonelliani nelle librerie

MILANO – Con i tempi che corrono, era necessario che i fumetti arrivassero anche nelle librerie, fornendo allo stesso tempo ai lettori fumetti in volumi eleganti da sfoggiare nella propria biblioteca di casa. Commenta così lo “sbarco” dei fumetti in libreria Mauro Boselli, principale sceneggiatore nonché curatore della serie di Tex, personaggio icona del fumetto italiano e della Sergio Bonelli Editore. Proprio in questi giorni viene pubblicato in volume cartonato l’edizione da libreria di “Tex. Il ritorno di Yama”, il libro che narra le vicende del figlio di Mefisto, uno degli avversari più malvagi, spietati e imprevedibili di Tex, contemporaneamente a “Dampyr. I maestri della notte”, volume con cinque storie dedicate al cacciatore di vampiri Harlan Draka, creato dallo stesso Boselli e da Maurizio Colombo. Ecco l’intervista allo sceneggiatore.

 

Coma nasce la sua passione per la lettura, e in particolare per i fumetti?

Negli anni ’50, quando ero bambino, le edicole erano piene di fumetti. Ho imparato a leggere a quattro anni sulle storie di Topolino scritte e disegnate dal grande Romano Scarpa e sul Tex Willer di Bonelli e Galep, all’epoca pubblicato negli albetti a striscia. Ero un lettore onnivoro fin da piccolo. Passavo indifferentemente dai fumetti a Salgari, da Rocambole ai Fratelli Karamazov. Ovviamente sognavo di diventare uno scrittore, ma, all’epoca, non c’era molto mercato, in Italia, per il romanzo d’avventura, quindi, dopo varie esperienze, mi sono dedicato ai fumetti: avevo conosciuto Gianluigi Bonelli, il creatore di Tex, già in tenera età, Sono stato anche suo assistente, per un po’, lui mi ha presentato a suo figlio Sergio e sono entrato in Casa editrice come redattore tuttofare.

 

Arrivato in Bonelli, sei diventato sceneggiatore di Tex, personaggio iconico della Bonelli. Cosa rende Tex così amato dal pubblico anche a distanza di tempo?

E’ un’alchimia strana, quella riuscita ai creatori di Tex Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini. Bonelli era vulcanico, un vero e proprio Tex in carne ed ossa. I suoi modelli letetrari e di vita erano autori e protagonisti d’avventura come Alexandre Dumas e Jack London, creatori di sogni e uomini d’azione allo stesso tempo. Ti posso dire che Tex va interiorizzato: dopo una lunga gavetta in cui ho scritto altri fumetti e curato Zagor, sono arrivato a occuparmi di lui alla soglia dei quarant’anni. Negli anni ‘90 sono diventato uno dei due sceneggiatori principali della serie, insieme a Claudio Nizzi, e da qualche anno ne sono il curatore.

Il personaggio di Tex, per chi lo conosce bene, si scrive da solo: i personaggi seriali vanno assimilati per poter scrivere le loro avventure. Tex è un personaggio carismatico, con il dono di sapere sempre da che parte sta la giustizia in una particolare situazione, cosa che alle persone normali non riesce quasi mai. Il lettore che legge le avventure di Tex ha la soddisfazione di vedere che il bene alla fine trionfa. Tex è l’eroe per eccellenza: non ha mai troppi dubbi, soffre ma non lo dimostra, ed è al tempo stesso giudice ed esecutore della sentenza. Queste sono caratteristiche tipiche dei classici eroi popolari, che cerchiamo di tener vive e interessanti anno dopo anno, al di là del genere western, ahimè passato di moda.

 

Da un classico del fumetto ad una new entry: Dampyr. Cosa lo rende unico all’interno del panorama bonelliano?

Avevamo già “in casa” Dylan Dog, che rappresentava l’horror, quindi la sfida era quella di realizzare qualcosa di diverso. Il Dylan Dog di Tiziano Sclavi è un antieroe complessato e tormentato, Dampyr invece ha altre caratteristiche: innanzi tutto non è del tutto umano, ma figlio di un vampiro, le sue storie si svolgono “altrove” : in giro per il mondo, nel corso delle varie epoche storiche o addirittura in mondi paralleli. Tutto sommato, però il suo genere di horror è più razionale del surreale mondo di Dylan, dove tutto è possibile. In questa serie, io e Maurizio Colombo abbiamo messo la nostra passione per il fantastico e il  misterioso, con molti omaggi ai classici della letteratura di genere, da Poe a Lovecraft, da Meyrink a Montague Rhodes James eccetera.

 

Qual è lo stato del fumetto italiano oggi? Cosa ne pensa dell’ “introduzione in libreria” dei fumetti, sulla scia del successo delle graphic novel e di fenomeni editoriali come Zerocalcare?

Le edicole stanno chiudendo in gran parte. Con i tempi che corrono, era necessario che i fumetti arrivassero anche nelle librerie. Il pubblico non è lo stesso, solo in parte si sovrappone. Abbiamo pubblicato recentemente una storia in tre albi su Yama, il figlio di Mefisto, uno degli avversari più spietati di Tex, ed a giorni uscirà in libreria le riedizione in volume di quella storia:  “Tex. Il ritorno di Yama”, con le tavole più grandi e la carta patinata. Perché pubblicare la stessa storia in formati diversi? Una cosa è l’albo, più deperibile, che sparisce dalle edicole dopo un mese, un’altra è il volume in  libreria, sapendo che il vero appassionato lo conserverà per sempre sui suoi scaffali di casa in un posto privilegiato. Questi volumi, a colori, in brossura, rilegati, servono a soddisfare l’esigenza di chi vuole raccogliere le sue storie preferite in edizioni degne, da conservare. La Bonelli ha un vastissimo archivio di storie d’avventura, a migliaia, perciò usciremo sempre di più in libreria con inediti e riedizioni.

 

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