C’era questo signore che a tempo perso scriveva post su Facebook, la piattaforma del demonio per molti versi.
Io incontrai per caso questo signore tramite la bacheca della sua compagna, Paola Barbato, nota scrittrice e sceneggiatrice di Dylan Dog.
Il signor Bussola spesso scriveva stati degni di centinaia di condivisioni, ma riceveva solo alcuni sporadici like. Fino a che arriva il giorno in cui decide di usare la piattaforma del demonio per uno scopo davvero nobile, un appello a Fedez, un autografo per la figlia Virginia, per non deluderla, per stupirla e per essere il più meraviglioso dei papà, quello che tutte le sue amichette vorrebbero.
Scrive un post lunghissimo, con la sua tecnica caparbia, ricca di dettagli ma allo stesso tempo leggera, semplice, scorrevole.
Il post fa il giro del web e Matteo Bussola ottiene una notorietà che non credeva.
Anche lui, già famoso disegnatore di fumetti per la Bonelli e non solo, viene riconosciuto per ben altro. Il suo profilo diventa pubblico e viene spulciato in lungo e in largo fino a che si rendono conto che il signore la sa lunga, scrive tanto e scrive bene.
E un bel giorno il signor Einaudi decide di scritturarlo e Matteo si prodiga in quello che non è altro che il racconto della sua quotidianità Notti in bianco, baci a colazione non è solo il titolo è la sua realtà, quello che vive tutti i giorni.
Disegnatore, scrittore, compagno, uomo, ma soprattutto padre di tre splendide bambine che gli fanno guardare la vita con occhi nuovi, una prospettiva pura e semplice, ma così fondamentale a volte.
Ogni capitolo di questo libro, suddiviso in stagioni, sembra quasi una favola. Ed è stata necessaria una sola notte in bianco a me per finirlo.
Alla fine, perchè la fine di tutti i libri purtroppo arriva, ti lascia con un senso di appagamento, una punta di invidia anche. Perchè alla fine sono pochi quelli che riescono a rendere speciale l’accompagnare una bambina all’asilo o fare le trecce a un’altra.
Abbiamo tutti forse perso la capacità di sorprenderci e meravigliarci dei piccoli gesti? Non voglio crederci.
Servirebbe a ogni famiglia su questa terra una Bussola così per non perdersi le cose essenziali e per rendere ogni giornata unica, speciale, degna di essere ricordata. Proprio come questo libro.
“Ma perchè mi ami?, gli aveva chiesto una volta. Lui stava affettando le carote. Si era fermato e aveva detto: Perche sì. Come perchè sì?, aveva detto lei, Che risposta è? Lui aveva posato il coltello e si era voltato. Perchè ti piace la coca cola? Le aveva detto. Cosa c’entra? Aveva detto lei. Rispondi, aveva detto lui. Perchè è buona aveva detto lei, perchè mi piace, perchè è la coca cola!
Ecco! Aveva detto lui, a me la coca cola non piace tanto, preferisco la birra. A me la birra non piace, aveva detto lei. È per quello che ti amo aveva detto lui. Perchè non mi piace la birra? Aveva detto lei. In un certo senso, aveva dettto lui. Lei lo guardava, lui aveva ripreso ad affettare. Per cosa sono le carote? Aveva detto lei. Per il pollo al curry, aveva detto lui. A me il pollo al curry fa schifo, aveva detto lei. Lo so, ma io stasera ne avevo voglia e allora per te ho ordinato una pizza. Con le olive? Aveva detto lei. Ovvio, aveva detto lui. Mi hai ordinato anche la coca? Aveva detto lei. Sì, aveva detto lui. Dammi un bacio, aveva detto lei. Va bene, aveva detto lui, e l’aveva baciata. Sai di birra, aveva detto lei. Mi dispiace, aveva detto lui, aspetta che vado a lavarmi i denti. E allora lei: baciami ancora, aveva detto.”
Francesca Marchesani