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Cosa significa lasciare la propria terra per un futuro migliore

Abbiamo intervistato Giuseppe Rallo, Medico legale e Professore aggregato presso lโ€™Universitร  di Roma โ€œSapienzaโ€, per parlare della forte attualitร  del suo libro "I Giunchi. Lo Scirocco. Il Ghibli".

Lasciare la propria terra trasmette un senso di precarietร  che puรฒ capire solo chi da un giorno allโ€™altro si ritrova senza piรน una casa, costretto a lasciarsi alle spalle una vita intera di lavoro e sacrifici resi vani di fronte alla crudeltร  del mondo. In quei casi, ci si deve affidare alla speranza, quella non ci deve abbandonare mai perchรฉ “รจ come una luce, una fiaccola che riesce ad illuminare anche i momenti piรน bui”.

E’ questa la testimonianza di Giuseppe Rallo, autore del libro “I giunchi. Lo scirocco. Il ghibli“, opera in cui l’autore racconta l’esperienza della sua famiglia, che dalla Sicilia emigrarono il Libia, allora colonia italiana, alla ricerca di una vita piรน agiata e soddisfacente. Una situazione che, in un certo senso, offre un parallelismo con ciรฒ che sta accadendo in Ucraina, con milioni di cittadini costretti dalla guerra ad abbandonare la propria terra alal ricerca, anche loro, di un futuro migliore.

Cosa significa lasciare la propria terra per un futuro migliore

Abbiamo intervistato Giuseppe Rallo, Medico legale e Professore aggregato presso lโ€™Universitร  di Roma โ€œSapienzaโ€, per parlare della forte attualitร  del suo libro.

Cosa ha mosso diverse famiglie siciliane a lasciare nel XX secolo la loro terra, direzione Libia?

Sicuramente la motivazione principale che ha spinto le famiglie siciliane a lasciare nel XX secolo la loro terra per iniziare una nuova vita in Libia ha alla base una motivazione storica ed economica. Il mio romanzo racconta le vicissitudini di una famiglia di commercianti che vive un momento storico come il passaggio dal Regno dei Borbone ai Savoia, la proclamazione del Regno di Italia, lโ€™epopea dei Florio, la conquista di Tripoli in Libia.

Sono state le aspirazioni coloniali africane del Regno Dโ€™Italia a far emergere la necessitร  e il desiderio di partire verso una nuova terra, in tanti in quel preciso momento storico sognavano lโ€™Africa, che nellโ€™ideale collettivo richiamava un senso di rinascita e nuovo inizio. Tra la fine dellโ€™800 e gli anniโ€™ 70 del XX secolo, migliaia di italiani attraversarono il mar Mediterraneo alla ricerca di un lavoro e di una vita miglioreโ€ฆ Questo fu anche il destino di molti siciliani, il vivere di stenti li mosse verso lidi lontani. Nella Libia vedevano la salvezza: essendo una colonia italiana, offriva i presupposti per avere una vita piรน agiata e soddisfacente.

Quali sono state le difficoltร  incontrate e i traguardi raggiunti in terra libica?

Quando si lascia la propria terra per una destinazione ignota si sa cosa si lascia e non cosa si puรฒ trovare. Al di lร  delle aspettative รจ raro poter conoscere realmente le difficoltร  che si possono incontrare. Nel caso del mio romanzo il viaggio in mare segna lโ€™inizio di molte storie di emigrazione come quella della mia famiglia.

Sicuramente lโ€™ambientazione in un terreno straniero non รจ mai facile, non lo รจ adesso, figuriamoci circa 100 anni fa, quando il livello di conoscenza era per lo piรน basato su ciรฒ che si era appreso attraverso i libri, nel caso di chi aveva avuto la possibilitร  di studiare, o un passa parola generale. Non esisteva la tecnologia, e lโ€™unico mezzo in grado di fare da sparti acque e mezzo di connessione tra una terra e lโ€™altra, tra chi era rimasto e chi invece aveva deciso di partire, era il mare, testimone muto di tante lacrime e speranze.

Chi ha avuto il coraggio e la voglia di affrontare questo viaggio ha collezionato molti traguardi che hanno reso le difficoltร  superabili e meno amare, sicuramente il senso di condivisione e di solidearitร  creatosi tra i vari gruppi familiari e il rapporto di amicizia nato con il popolo libico hanno contribuito a rendere meno duro e indimenticabile poi lโ€™inzio della nuova vita in Libia.

Cosa si porta dietro la sua famiglia dallโ€™esperienza in Libia?

La mia storia di fatto nasce in Africa. Noi vivevamo a Tripoli, siamo nati e cresciuti lรฌโ€ฆ Mio padre era un medico, mia madre una farmacista, quando nel 1969 cโ€™รจ stato il colpo di stato di Gheddafi e lโ€™espulsione degli italiani dalla Libia abbiamo dovuto lasciare tutto; Tripolini con cui siamo cresciuti insieme, amici, abitazioni, denaro, gioielliโ€ฆ Il ricavato di una vita di lavoro e sacrificio, sopratutto sogni e aspirazioniโ€ฆ Siamo sbarcati al Porto di Napoli una mattina allโ€™alba, ero un ragazzino, con ingenuitร  data dallโ€™etร , chiesi a mio padre cosa sarebbe successo poi e lui mi rispose โ€œFiglio mio non abbiamo piรน nulla, abbiamo perso tuttoโ€.

Eโ€™ stato un periodo difficile quello dellโ€™ambientazione in Italia, paradossalmente รจ stato piรน complicato tornare che andare via, la nostra vita era lรฌโ€ฆ La mia famiglia si รจ portata dietro il ricordo di un popolo capace di accogliere, il ricordo di una vita felice, la soddisfazione di aver trovato un modo per ricostruire ognuno le proprie vite, pur avendo sempre nel cuore quel pezzo di Africa.

Cosa accomuna questa storia di migrazione da lei raccontata con altre che hanno contrassegnato la storia dei migranti italiani, ad esempio, quelli partiti in direzione America?

Ad accomunare questa storia di migrazione con le altre รจ il senso di peregrinazione, di perdita e di rinascita, di desideriโ€ฆ Ogni storia e ogni persona รจ diversa, nel romanzo racconto le vicende della mia famiglia, ma chiunque abbia vissuto unโ€™esperienza simile puรฒ rivivere sensazioni e ricordi unici, compiendo un vero e proprio viaggio nel tempo pagina dopo pagina, emozione dopo emozioneโ€ฆ

Cosa porta sempre con se un migrante italiano, dalla sua terra, al paese che lo ospita?

Nel rispondere a questa domanda mi piace cambiarne il senso, ovvero, cosa ho portato dalla terra di Libia, considerata quasi come una patria, alla patria vera che, invece, si preparava ad accogliermi. Mi fu fatta una domanda simile durante unโ€™intervista al Messaggero qualche anno fa e ricordo ancora quali furono le sensazioni che ebbi e le parole che usai per descriverle.

Era il periodo della rivoluzione a Tripoli e la fine di Gheddafi era imminente.

Cominciai lโ€™intervista descrivendo i luoghi che rievoco nella memoria sempre con grande nostalgia; Le distese di sabbia color cereo, il mare cristallino, i sapori e i profumi speziati dei mercati libiciโ€ฆ Sono alcuni dei ricordi che si porta con se un migrante italiano come me. Se chiudo gli occhi mi sembra di poter rivedere realmente tutto ciรฒ, poi li apro e mi rendo conto che non รจ possibile e probabilmente non lo sarร  maiโ€ฆ
Dai miei antenati ho ereditato la caratteristica di non arrendermi mai di fronte alle difficoltร , sono riuscito a costruirmi una vita felice e di successo qui in Italia e sono grato alla vita, tanto da sentirmi quasi in colpa di fronte all’esigenza di voler tornare… Non sono una persona pessimista, quindi chissร โ€ฆ Forse un giornoโ€ฆ

In realtร , ad essere sincero, non so nemmeno io se ritornerei mai, oggi il territorio รจ completamente cambiato, complici la guerra e le continue problematiche interne, quindi alla fine preferisco chiudere gli occhi e vivere di ricordi, quelli nessuno puรฒ mai portarteli via.

La storia di immigrazione, da lei raccontata, porta oggi ad un parallelismo, con la migrazione a cui oggi assistiamo, da parte del popolo ucraino. Ci puรฒ raccontare quali sentimenti prova una persona costretta a lasciare la propria terra alla ricerca di un futuro migliore?

La situazione di fronte la quale ci troviamo oggi tutti รจ drammatica, stiamo assistendo alla distruzione di un popolo e non abbiamo nessuna voce in capitolo. Certe immagini sembrano irreali e facciamo quasi fatica a realizzare che non molto lontano da noi, in questo momento, migliaia di persone, stanno lasciando la propria casa, la propria terra per salvarsi, per cercare un futuro migliore, lontano da morte e distruzione.

Sebbene siano due situazioni molto diverse, nel mio romanzo รจ possibile riconoscere quel senso di precarietร  che puรฒ vivere solo chi da un giorno allโ€™altro si ritrova senza piรน una casa, costretto a lasciarsi alle spalle una vita intera di lavoro e sacrifici resi vani di fronte alla crudeltร  di un mondo che non lascia spazio ai giovani. Il piรน delle volte li vediamo deboli, inerti, di fronte allโ€™impossibilitร  di reagire a qualcosa piรน grande di loro.

La chiave, la risposta รจ la speranza, quella non ci deve abbandonare mai perchรฉ รจ come una luce, una fiaccola che riesce ad illuminare anche i momenti piรน bui. Nel mio caso รจ stata la speranza ad aprirmi la possibilitร  di credere in un futuro migliore ed รจ lo stesso futuro che auguro a tutte quelle persone che si trovano in una situazione cosรฌ drammatica.

 

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