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Cosa rende unico il giallo nordico rispetto al resto della letteratura?

Alessandro Centonze, appassionato di giallo nordico ma giudice di professione, nel saggio “Il giallo nordico e i suoi dintorni” racconta evoluzioni e caratterizzazioni di questo particolare genere

Alessandro Centonze, appassionato di giallo nordico che di mestiere fa il magistrato della Corte di cassazione, ha da sempre seguito da cultore il filone della “letteratura in giallo” propria dei Paesi del Nord Europa. Raccogliendo i brevi e densi studi pubblicati su riviste letterarie nazionali e le recensioni scritte su Libreriamo, ha dato vita al saggio “Il giallo nordico e i suoi dintorni”. Il volume per la prima volta informa sulla linea del “Giallo Nordico” presentandone evoluzioni e caratterizzazioni. Abbiamo intervistato l’autore per cogliere l’unicità del giallo nordico e capire quali sono i principali autori ambasciatori di tale genere.

Come nasce questo volume?

In questo saggio ho voluto raccogliere materiale che avevo prodotto relativo al giallo nordico. Mi sono accorto che in alcune pubblicazioni scientifiche citavano i miei interventi sul tema. Quindi ho voluto raccogliere questo materiale, insieme alle recensioni pubblicate su Libreriamo ed ai tre saggi pubblicati sulla rivista letteraria “Lunario nuovo”.
Nella prima parte mi sono occupato dell’origine del giallo nordico, in cui racconto gli autori storici, i padri del giallo onrdico come per Walöö, Maj Siöwall, Henning Mankell e Stieg Larsson. Nella parte centrale del libro raccolgo le recensioni che ho pubblicato su Libreriamo. Ad esse ho aggiunto un saggio scritto su un autore poco conosciuto in Italia. La terza parte è dedicata agli eccentrici del giallo nordico, ovvero agli autori non svedesi come il norvegese Jo Nesbø, i cui romanzi sono al limite degli horror, il danese Jesper Stein e l’islandese Ragnar Jónasson.

I paesi del Nord Europa sono spesso presi come modello. Quali sono i difetti delle società scandinave che emergono in questi libri?

Gli autori scandinavi utilizzano i loro gialli per evidenziare le crepe sociali della società. Ciò si coglie nei primi libri di Mankell “Assassino senza volto” e “La leonessa bianca”. In questi libri i crimini nascono da contesti di degrado sociale e urbano, con gli assassini che diventano tali perché esclusi dai confini sociali.

Non tutti gli scrittori nordici, però, rispettano questo codice. Alcuni autori, vedi Camilla Lackberg, si sono serializzati, in modo che le loro opere siano predisposte a diventare serie tv viste in tutto il mondo. Questa scelta ha però fatto perdere ai loro romanzi un po’ la carica eccezionale e di denuncia, tipici delle opere di Mankell.

Cosa rende unico il giallo nordico rispetto a quello di altre tradizioni letterarie, da quello italiano all’anglosassone?

I gialli nordici si differenziano dagli altri perché hanno delle forti venature sociali, dove il crimine nasce sempre all’interno di crepe sociali, soprattutto in Svezia e in Norvegia. A cambiare è anche l’ambientazione. I romanzi ambientati in Lapponia di Larsson o la Oslo lunare e deserta di Nesbo sono luoghi unici, atmosfere che si colgono vedendo le serie tv ispirate a tali gialli.

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