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Cosa leggere a Natale, i consigli di giornalisti e critici letterari

Abbiamo chiesto a giornalisti che si occupano o si sono occupati di libri e pagine culturali di consigliarci alcune letture per le vacanze di Natale

Scrivono o hanno scritto nel corso dell’anno sulle ultime novità in libreria, intervistando gli autori più amati o recensendo il bestseller appena pubblicato. Stavolta, abbiamo chiesto a giornalisti e critici letterari di indicare in vista delle feste natalizie ai lettori di Libreriamo quali sono le letture consigliate. Ecco i suggerimenti.

Nicoletta Sipos

Sull’esordiente ho pochi dubbi – mi è molto piaciuta Lia Piano (figlia di Renzo) con Planimetria di una famiglia felice (Bompiani): sulla migliore opera letteraria ho invece diversi mal di pancia – un solo nome è davvero poco. Comunque, scartando la Ferrante con i suoi misteri, che è comunque un bel libro, citerei Cinzia Leone con Ti rubo la vita (Mondadori) per l’abilitò con cui porta avanti una struttura complessa e una trama non scontata. Temo di essere una voce fuori dal coro, anche perché da donna scelgo donne, ovviamente …..ma questi sono due libri che mi restano nel cuore e nella memoria e con le centinaia di volumi che leggo, penso che questo significhi qualcosa. Cordialità e buone feste a voi tutti!

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Tommaso Pellizzari

Migliore pubblicazione letteraria: Serotonina di Michel Houellebecq (La Nave di Teseo).

Migliore rivelazione: Milkman di Anna Burns (Keller).

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Antonio Calabrò

Credo che la scrittrice dell’anno sia Stefania Auci, con I leoni di Sicilia, Nord, la saga dei Florio ricostruita con scrupolosa attenzione storica e grande felicità di scrittura, rendendo bene sostanza e contesto di una delle più affascinanti vicende della nostra storia: economia, società, costume, politica, visioni e passioni. 

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Segnalerei anche l’impegno di alcuni autori nella ricostruzione di una delle pagine più drammatiche della nostra contemporaneità, l’inizio della “strategia della tensione” con la bomba di piazza Fontana, giusto cinquant’anni fa: La bomba di Enrico Deaglio, Feltrinelli, Prima di piazza Fontana di Paolo Morando, Laterza, Pinelli. Una storia di Paolo Pasi, Elèuthera, Piazza Fontana. Il processo impossibile di Benedetta Tobagi, Einaudi:  ricostruzioni, retroscena, letture originali dei fatti, ottime sintesi tra giornalismo d’inchiesta e lucidità severa della ricostruzione storica. Per un’idea di contesto generale, John Foot, L’Italia e le sue storie 1945-2019, Laterza e Miguel Gotor, L’Italia nel Novecento, Einaudi. In una stagione così fragile di ossessione per il tempo breve del momento, la scelta della profondità dello sguardo storico e della ricerca della conoscenza e della consapevolezza ha anche un fondamentale valore civile.    

Simonetta Bitasi

Questo Natale da leggere segnalo L’archivio dei bambini perduto di Valeria Luiselli. Auguri a tutti!

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Paolo Bianchi

Il libro che mi ha colpito di più quest’anno è stato Il cielo comincia dal basso di Sonia Serazzi, editore Rubbettino. È un’autrice napoletana che vive in Calabria. Non la conoscevo, perciò è stato anche il suo primo libro che ho letto.

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Carola Carulli

Quest’anno per me lo scrittore rivelazione è stato Manlio Castagna con la Trilogia di petrademone. Un abbraccio e augurissimi a tutti voi!

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Angiola Codacci

Rivedendo anche quello che ho scritto in quest’anno, il libro più bello secondo me è I vagabondi di Olga Tokarczuck. Ma lo scrittore che mi ha colpito di più è stato Ghirghis Ramal (anche se probabilmente dietro a questo pseudonimo c’è Walter Siti…)

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Manuela De Leonardis

Il mio consiglio per il lettori di Libreriamo è Il nostro tempo è terminato di Salvatore Parise, edito da Musicaos Editore nel 2018. 

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Dinamiche familiari in pieno present future: Salvatore Parise – scrittore calabrese di base a Crotone, attivo anche in ambito musicale come bassista e cantante della band Il Genere – nel suo ultimo romanzo Il nostro tempo è terminato catapulta il lettore in uno scenario in cui i meccanismi relazionali di un futuro (che è una proiezione della contemporaneità) sfiorano l’assurdo, il grottesco, eppure sono verosimilmente prevedibili. Intorno all’abisso del “dark web” si svolge una storia comune madre-padre-figlio/a che si arricchisce di una costellazione di personaggi reali e virtuali tra “sinapsi” e “suoni viscidi e sinistri”: nonni, amici, lo psicoterapeuta, il collega di lavoro, l’amante, il cane-robot. Ma il vero protagonista della storia è lo schermo del plasma, del tablet, dello smartphone e del pc rigorosamente acceso. Con un linguaggio attraversato da un umorismo sottile, Parise parla di dipendenza ciber-relazionale, sesso virtuale, solitudine e conforto, notti insonni consumate nell’invisibilità dello sconfinamento sogno/realtà, rammentando però al lettore che in ogni storia – familiare e non – c’è di mezzo il cibo. Chi potrebbe mai resistere a prelibatezze come il merluzzo elettrolitico del ’76, lo stufato di montone sioux con salsa guacamole idrogenata o l’anatra del Wisconsin del ’52 con contorno di rucola sintetica indiana?

 

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