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Cosa ci insegnano oggi le opere di Beppe Fenoglio

L’importanza storica e culturale delle vivide testimonianze letterarie lasciate dallo scrittore partigiano.

Ricordiamo oggi il grande Beppe Fenoglio, autore, traduttore e partigiano nato ad Alba il 1° marzo 1922 e morto, a soli quarantuno anni, il 18 Febbraio 1943 a Torino. I punti fermi attorno cui ruotò la vita, privata e letteraria, dello scrittore furono la sua terra e la sua esperienza di partigiano.

L’attività partigiana raccontata nelle opere 

Dopo aver lasciato il corso per ufficiali dell’esercito a seguito degli avvenimenti dell’8 Settembre 1943, Fenoglio rientra in famiglia ad Alba. È in questo momento che decide di prendere parte alle formazioni partigiane. Seguendo l’esempio dei suoi professori del liceo, si associa alla guerriglia partigiana delle Langhe. Dopo la pesante sconfitta nel 1944 con l’assaltò di Carrù, entra nella formazione autonoma “Gli azzurri” dove parteciperà alla liberazione della città di Alba nel 1944. L’ultimo periodo dell’esperienza partigiana lo vedrà ufficiale di collocamento presso la missione inglese dove sarà importante il suo lavoro di traduttore. L’esperienza della resistenza nutrì fortemente la sua produzione letteraria. Nel 1952 pubblica “I ventitré giorni della città di Alba” raccolta di dodici racconti, metà di matrice partigiana e metà langhiani dove parla della gente delle sue terre. Le due opere in cui maggiormente spicca il vissuto di questa esperienza sono “Il partigiano Johnny” e “Una questione privata”, romanzo di cui Calvino dice “c’è la Resistenza proprio com’era, … vera come mai era stata scritta, … e con tutti i valori morali”. Il realismo e la schiettezza che contraddistinguono questi scritti fanno sì che il lettore riesca a trasferirsi in quel preciso momento storico. Queste opere oggi ci insegnano la storia, nella sua realtà dei fatti, in tutta la sua grandezza e miseria, senza tralasciarne le forti contraddizioni. Storia che ha contribuito alla liberazione del nostro Paese, garantendoci la libertà di cui godiamo oggi.

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La vita e la carriera letteraria

Beppe Fenoglio si iscrisse alla facoltà di lettere dell’Università di Torino nel 1940, ma fu costretto a lasciarla nel 1943 perché chiamato alle armi. Nel 1949 pubblica il suo primo racconto, “Il trucco” su Pesci rossi, bollettino editoriale di Bompiani. Einaudi pubblica, nel 1952, “I ventitré giorni della città di Alba” e due anni dopo “La malora”. più avanti, dal 1960, arrivano i primi riconoscimenti dalla critica: vince il premio Prato con “Primavera di bellezza” nel 1962 il premio “Alpi Apuane” per il racconto “Ma il mio amore è Paco”. La vera fortuna di Fenoglio però è tutta postuma, con la pubblicazione delle sue opere più importanti.

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