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Cos’è la Sindrome di Alice?

“Alice nel Paese delle Meraviglie” non è solo il titolo di un libro, rivisitato in più chiavi, ma è anche un disturbo neurologico. Ecco in cosa consiste la Sindrome di Alice

Quando Lewis Carroll pubblicò Alice’s Adventures in Wonderland (1865) e Through the looking-glass and what Alice found there (1872), non credeva che le sue storie, oltre a catturare l’interesse dei bambini, potessero attirare su di se anche quello delle neuroscienze. L’autore diede vita ad una serie di fenomeni descritti e vissuti dai personaggi che probabilmente derivano da particolari condizioni neurologiche.

La sindrome

Nota anche come sindrome di Todd o allucinazioni lillipuziane, essa si riconosce come un disturbo neurologico che colpisce la percezione visiva. I pazienti affetti sperimentano distorsioni dimensionali e morfologiche, come micropsia e macropsia. Il disturbo può essere temporaneo, se associato ad emicrania, crisi epilettica, tumori cerebrali e uso di droghe psicoattive. Può presentarsi anche come sintomo iniziale della mononucleosi infettiva da virus. Si ipotizza che possa essere causata da anormale attività elettrica che altera il flusso sanguigno nelle aree del cervello che elaborano la percezione visiva.

Dalla realtà al romanzo

Dai diari di Lewis Carroll emerge che egli soffriva di gravi emicranie, con sintomi simili a quelli della sindrome di Todd, cioè allucinazioni visive che regolarmente sperimentava. Pare infatti che Carroll avesse usato le proprie esperienze con i sintomi dell’emicrania come fonte di ispirazione per il suo celebre romanzo. Troviamo infatti nel racconto le descrizioni del corpo di Alice che cambia dimensioni, così come accade anche nelle grafiche dell’illustratore John Tenniel Alice stessa, inoltre, presenta la “sindrome” dopo l’ingestione di muscimolo, bevuto in una fiala o mangiato in una torta, un alcaloide psicoattivo contenuto dall’amanita muscaria e dall’amanita pantherina (nel romanzo descritto come un “fungo rosso e bianco”).

Sintomi

Il principale sintomo della sindrome di Alice sta proprio nella visione alterata dell’immagine del proprio corpo, a causa della quale chi ne è vittima percepisce alcune parti del proprio corpo di dimensioni diverse dal normale. In particolare, le mani e la testa appariranno sproporzionate. Altro sintomo significativo è la percezione alterata della dimensione degli oggetti presenti nella stanza. L’individuo perde inoltre la misura del tempo, che può arrivare a pensare in maniera estremamente lenta o molto veloce (come accade anche al Bianconiglio nel racconto). Alcuni individui possono provare forti allucinazioni, arrivando a vedere elementi che non esistono intorno a loro o a percepire in modo erroneo  situazioni nelle quali sono coinvolti. L’alterazione delle percezioni non è limitata alla vista, ma si estende alla percezione auditiva e tattile.

Non la sola

La sindrome di Alice, non è la sola patologia riscontrata all’interno del libro. In “Alice nel Paese delle Meraviglie”, il Laghetto di Lacrime nel Capitolo 2, è forse conseguenza del pianto patologico? Nel Party del Tè Pazzo (Capitolo 7), il ghiro soffre di eccessiva sonnolenza diurna, e se così fosse, c’è una sottostante causa neurologica? La Duchessa (nei Capitoli 6 e 9) ha per caso una sindrome dismorfica, magari con caratteristiche comportamentali per spiegare il caratteraccio e la negligenza nei confronti del suo bambino? La balbuzie del Dodo (Capitolo 2 e 3) è una parodia di quella di Carroll stesso? La pazzia del Cappellaio Matto a cosa era dovuta realmente?

E ancora, in “Alice Attraverso lo Specchio” (il secondo libro), il Re Rosso (Capitolo 4) e sia le regine Bianca che Rossa (Capitolo 9) che russano mentre dormono potrebbero avere una sindrome da apnea-ipopnea? La dichiarazione della Regina Bianca di essere incapace a far le sottrazioni (Capitolo 9) riflettono una discalculia? E la prosopagnosia di Humpty Dumpty? Lasciamo queste risposta alla vostra curiosità.

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