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Conversazione con Elvio Ravasio

Elvio Ravasio, chimico, milanese, classe 1964, è un autore fantasy che dal 2011 al 2015 ha pubblicato la quadrilogia dei Guerrieri d’Argento.

 

Ciao, Elvio, lascio a te la presentazione della tua quadrilogia, quella comunemente chiamata Guerrieri d’argento.

È vero, il nome della saga ora fa riferimento al titolo del primo libro. Una storia nata quasi per gioco e sviluppatasi poi in una quadrilogia. Non era in programma un proseguimento del primo capitolo e quindi non è stato pensato un titolo apposito da dare alla saga. Ma ci sono grosse novità in pentola e Libreriamo è tra i primi ad averne un accenno. A breve l’intera saga verrà ripubblicata da una casa editrice che ancora non posso svelare, e il nome dell’opera completa sarà Le cronache dei cinque regni, mantenendo i titoli originali dei libri come li conosciamo ora.

 

 

Scrivere, come dicevo giorni fa a un’altra autrice, è un atto privato e addirittura intimo. La pubblicazione rende (appunto) pubblica un’espressione di creatività privata. È in questo passaggio che la vita degli autori si fa faticosa. Elvio, vuoi parlare della tua esperienza con i lettori di Libreriamo?

Concordo con te, nelle nostre opere mettiamo molto di noi stessi, a volte le cose traspaiono, altre sono celate nell’ordito e visibili a pochi. Alcuni passaggi possono toccare corde che solo alcuni percepiscono, vuoi perché hanno vissuto esperienze simili o semplicemente perché dotati di maggiore sensibilità all’argomento. Non ho mai pensato che parlarne fosse faticoso, la vedo invece come una liberazione, esorcizzare i propri demoni trasponendoli su carta ha qualcosa di magico. Condividere le proprie esperienze, le paure, le passioni, le delusioni, le soddisfazioni, è quello che rende una storia viva, credibile e coerente. Una storia che crea empatia con i personaggi.

 

Il fantasy è un genere molto apprezzato non solo dai ragazzi, ma anche da molti adulti. A quale fascia di età, secondo te, è preferibilmente destinata la tua saga dei Guerrieri d’argento?

Credo che una bella storia non abbia età, io mi rivolgo a un pubblico giovanile perché è il pubblico che da più soddisfazione, più curioso, più interessato. Di solito i lettori adulti sono più legati a convinzioni e gusti maturati durante la crescita e quindi meno inclini a provare qualcosa di nuovo e in particolare di italiano, visto che siamo una popolazione tendenzialmente esterofila. Il mio primo libro l’ho scritto per mia figlia quando aveva dieci anni, con gli altri sono salito di target ma ho lettori di ogni età e, nonostante I Guerrieri d’Argento sia un romanzo più acerbo, continua a darmi soddisfazioni. Sempre più spesso ricevo complimenti sul primo episodio della saga. Credo che dal primo all’ultimo libro ci sia un salto stilistico-narrativo importante ed evidente ma I Guerrieri d’Argento continua a mietere proseliti di ogni età.

 

Immagino che la tua passione, Elvio, nasca dalla lettura dei capolavori del fantasy. Sbaglio?

Chi ha la presunzione di scrivere senza dedicare tempo alla lettura non ha capito molto. Alle numerose fiere che faccio mi sento spesso dire “a me piace scrivere, non leggere”. Mi chiedo come sia possibile dare una risposta di questo tipo. Un buon scrittore deve leggere molto di più di quello che scrive, variando genere e autore. Io cerco di leggere spesso, anche se gli impegni sono tanti, e difficilmente leggo due libri di seguito dello stesso autore. Leggo molti emergenti come me e prediligo il genere fantastico o fantasy ma non escludo altri generi.

Spesso leggo libri propedeutici, manuali di scrittura creativa, da Carver a King ai manuali della Gotham Writers’ Workshop. Credo che in qualsiasi campo artistico non ci sia una fine all’apprendimento o un punto di arrivo. Esiste un continuo miglioramento, anche impercettibile ma il nostro mondo cambia in fretta, la scrittura di oggi non è quella dell’800 e non sarà quella del 2070. Ogni epoca differisce in linguaggio e stile anche se mantiene delle regole di base e l’adattamento o la percezione del cambiamento sono inevitabili e non si può mancare di tenere il passo.

Per rispondere alla tua domanda, sono cresciuto con Asimov e Bradbury per poi passare ai classici del fantasy, da Lewis a Pullman, Tolkien, Brooks, Verne e molti altri. Mi piace Stephen King, in particolare la saga della torre nera e credo di aver letto sei volte Carrie lo sguardo di Satana. Ma l’elenco sarebbe troppo lungo, meglio fermarsi qui.

 

Il tuo blog è molto curato, te ne occupi personalmente? Ritieni che sia importante per un autore emergente avere una vetrina virtuale?

Sì, mi occupo io di tutto, del sito (che ho creato da solo), del blog, e dei vari social. Credo che internet sia un enorme aiuto per noi scrittori emergenti, una vetrina sul mondo, un punto da cui iniziare. Esiste anche un rovescio della medaglia naturalmente, il tempo che risucchia l’etere è immenso, bisogna darsi delle regole e rispettarle o si rischia di passare le serate davanti al computer sottraendo tempo alla lettura e alla scrittura. Di solito dedico dalla mezz’ora all’ora per sera e, se posso, non tutte le sere. In ogni caso, dopo un periodo di rodaggio, i risultati arrivano, i lettori seguono e commentano e un po’ di sano autocompiacimento non fa mai male. Sono presente su FB come Elvio Ravasio Autore, iscrivendosi alla mailing list del sito si riceve una mail al mese con le novità e gli appuntamenti.

 

A cosa stai lavorando adesso?

Sto scrivendo alcuni racconti per concorsi letterari e intanto stilo la scaletta per il nuovo libro, non posso anticipare molto ma sarà sempre un fantasy, ambientato nel 2300. Uno scontro tra magia e tecnologia.

 

Grazie, Elvio, per i tuo tempo e le tue risposte.

Grazie a te per avermi ospitato e buone letture a tutti.

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