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Conversazione con Agata Bonanno: il Nido Famiglia

Agata Bonanno, per oltre un ventennio Educatrice di Asilo Nido Comunale e successivamente Funzionario alle Politiche Sociali, è autrice del saggio Nido Famiglia? Detto – fatto! (Algra Editore 2014) e del libro di narrativa per l’infanzia Belle fiabe (Algra Editore 2015).

 

Ciao, Agata, ti chiedo subito di spiegare ai lettori di Libreriamo cos’è il Nido Famiglia, chi è una Tagesmutter (cioè mamma di giorno) e come ti sei accostata a queste tematiche, giungendo infine a scrivere il saggio Nido Famiglia? Detto – fatto!

Saluto i lettori di Libreriamo e ti ringrazio per la possibilità che mi offri di parlare del mio saggio Nido Famiglia? Detto – Fatto!

Il Nido Famiglia è un servizio educativo, complementare al Nido d’infanzia, rivolto a bambini di età compresa tra i tre mesi e i tre anni. La sua peculiarità, rispetto al Nido d’infanzia tradizionale è data dall’elemento della flessibilità in termini di orario e di risposte differenziate rispetto alle esigenze dei genitori e pertanto, privilegiando esso la conciliazione tra i tempi di cura familiari e quelli del lavoro, rappresenta per le donne lavoratrici e per la famiglia in generale un valore aggiunto importante, un punto di riferimento essenziale su cui poter contare. La Tagesmutter o mamma di giorno è colei che mette a disposizione la sua esperienza di madre e nella propria casa o in un ambiente a carattere familiare, oltre ai suoi bambini, si prende cura ed educa bambini di quella fascia di età in un numero da uno a quattro, ma lo stesso ruolo può essere svolto anche da donne che a seguito di un corso di formazione professionale curato da esperti del Settore, acquisiscono le competenze a svolgere il servizio di Tagesmutter.

In risposta alla domanda su come io mi sia accostata a queste tematiche, fino a giungere a scrivere il saggio di cui stiamo parlando mi fa piacere esporre due motivazioni importanti. La prima motivazione è scaturita dall’osservazione che in Sicilia il fenomeno del Nido Famiglia, inteso come servizio educativo, è ancora poco diffuso rispetto ad altre regioni d’Italia e quindi il mio saggio vuole porsi come strumento di informazione e promuovere la diffusione di questa prassi socio-culturale, utile sia alle mamme lavoratrici, sia alle donne che sono in cerca di occupazione.

La seconda motivazione è che la lunga esperienza professionale come Educatrice di Asilo Nido ha lasciato dentro me il segno indelebile della gioia che ho ricevuto dal contatto con i bambini e quindi il libro, con i suoi contenuti didattici e le sue filastrocche e storielle scritte in quel periodo, è anche testimonianza di un principio pedagogico in cui credo fermamente: si può stare con i bambini soltanto se ci si diverte insieme a loro.

 

Agata, hai pubblicato anche un libro di fiabe. Mi piacerebbe che tu illustrassi la differenza tra fiabe e favole e raccontassi come ti è venuta voglia di scrivere questo libro.

Io credo che tutti noi ricordiamo il periodo dell’infanzia, legando al momento del racconto delle fiabe il tempo più bello che abbiamo vissuto con i nostri genitori, quello in cui la differenza di età si annullava, per noi bambini dentro l’incanto dell’ascolto e per loro, dentro la sensazione di vivere attraverso il racconto, la medesima magia, e allora scrivere fiabe significa riportare alla luce la parte bambina che è in ognuno di noi.

Considero la fiaba un veicolo prezioso di insegnamento morale e valido metodo strumentale da utilizzare in ambito didattico, poiché attraverso il suo racconto, da una generazione all’altra, viene trasmesso ai bambini un modello culturale di comportamenti e valori che determinano lo sviluppo di una bella personalità e di una sana formazione etica.

Sulla base di questo pensiero, ho scritto il libro Belle fiabe che riconduce a valori quali la bontà, l’amicizia, l’intraprendenza, la gioia per le piccole cose e ho avuto il piacere di raccontare personalmente queste fiabe a molti bambini delle scuole del territorio.

La differenza tra fiaba e favola? Semplice. Entrambe derivano dalla stessa radice latina, fabula, che vuol dire racconto, tuttavia si differenziano tra loro per alcune caratteristiche principali. La favola nasce come breve testo scritto, fruibile anche da un pubblico meno giovane e si caratterizza oltre che per l’alto contenuto morale, anche per i personaggi che la animano, costituiti quasi sempre da animali. La fiaba nasce invece come narrazione di origine popolare e trae origini antichissime da storie raccontate ai bambini durante lo svolgimento di lavori manuali. In queste storie animate da fate, maghi, folletti, animali e oggetti inanimati, l’elemento fantastico era il fulcro principale, in grado di catturare l’attenzione dei piccoli ascoltatori e di incantarli, la dimensione immaginale dove tutto era possibile. Nel tempo, questi racconti popolari hanno dato vita a vere raccolte di fiabe.

 

Le tue pubblicazioni sono molto diverse tra loro, un saggio e un libro di narrativa per l’infanzia. E le tue letture preferite quali sono?

Diciamo che mi piace leggere sia testi classici che di narrativa moderna. Non amo i gialli, né gli horror. Ora che ho più tempo, mi ripropongo di rileggere l’Odissea e l’Iliade, a suo tempo ne ero affascinata, devo verificare.

 

Cosa stai leggendo adesso?

In questo momento sto terminando di leggere La Monaca, un romanzo di Simonetta Agnello Hornby ambientato in Sicilia.

 

Progetti letterari o di saggistica in cantiere?

A dire il vero, sto lavorando a una nuova raccolta di fiabe e a un racconto, ma la cosa che ho scritto e completato in questi giorni, è una fiaba inedita, illustrata e in versione audio, scritta per i bambini dell’Asilo Nido Comunale di Trecastagni (dove ho lavorato); ne farò loro dono per la festa di Natale.

Questa fiaba, che si intitola La fiaba della notte di Natale, partecipa al Premio Letterario Nazionale C’era una volta un bambino come me e il ricavato della vendita della raccolta antologica realizzata, sarà devoluto all’Associazione “I Bambini di Antonio” Onlus.

 

Grazie, Agata, per il tuo tempo e le tue risposte.

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