Far sviluppare il gusto della lettura all’interno della generazione Z, ovvero quella fascia d’età di lettori forti nati tra il 1996 e il 2010 che, col tempo, abbandonano l’abitudine alla lettura. Nasce così Book-Z, la rubrica de L’Espresso curata da Sabina Minardi. Una serie dedicata alla lettura, con giovani protagonisti della musica, del cinema, dell’arte e del web che raccontano i libri della loro adolescenza. A presentarcela la stessa curatrice Sabina Minardi in questa intervista.
Come nasce l’idea di Book-Z?
Mi occupo di libri da tanti anni, con una rubrica all’interno del settimanale L’Espresso. Durante il lockdown ho ingaggiato una sfida con mia figlia di 14 anni: volevo distoglierla dalla visione totalizzante di serie tv. Così le ho proposto dei titoli per occupare il suo tempo leggendo. Se i titoli fossero stati meno avvincenti della serie che stava vedendo, aveva il diritto di abbandonarli. La scommessa è stata vinta: mia figlia ha iniziato a condividere la cosa con altre sue coetanee.
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Perché hai scelto proprio la generazione-Z come target per questa rubrica?
Da tempo riflettevo su come rivolgermi alla generazione Z, in particolare ai ragazzi tra i 13 ed i 17 anni. Essi rappresentano la quota di lettori più significativa che, però, negli anni successivi, si abbassa, registrando una disaffezione al libro. Così ho pensato a rivolgermi a questa generazione, cresciuta tra Netflix, Instagram e Tik-Tok, creando una serie di videoclip dove a suggerire libri non sono critici letterari, ma i loro personaggi più amati. Così iniziano le interviste a personaggi del cinema, della musica, dello sport, in cui essi parlano della loro adolescenza e dei libri a cui sono più legati. L’obiettivo era quello di promuovere il piacere della lettura prima che avvenga quel famoso distacco, dando voce ai personaggi preferiti dai ragazzi. Testimonial vicini al loro vissuto, senza un tono accademico.
Come è possibile trasmettere il piacere della lettura nei più giovani?
Occorre dare valore alle storie, sempre più simili a ciò che vivono. Bisogna puntare su titoli accattivanti, che parlino di emozioni prevalentemente adolescenziali. Un’altra modalità pratica per raggiungerli è la cross-medialità. E’ possibile ragionare per connessioni, per link, mettendo insieme frammenti appartenenti a diversi media come libri, film, canzoni, opere d’arte, ma che seguono un discorso comune. Una risorsa da non sottovalutare è l’audiolibro, sempre più ascoltato da coloro che stiamo intervistando.
Cosa favorisce i più piccoli a scoprire la bellezza della lettura?
Attraverso i libri puoi trovare amici, alleati, complici, perché in essi c’è tutto ciò che i giovani nel corso dell’adolescenza stanno vivendo: emozioni forti, stati d’animo opposti, i dilemmi della loro crescita. Tutto all’interno dell’autonomia della lettura, proprio come afferma Daniel Pennac in “Come un romanzo“. Attraverso le varie interviste si sta formando una biblioteca alternativa rispetto ai consigli “scolastici” a cui siamo normalmente abituati, basati sul mero gusto della lettura.