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Come far appassionare i ragazzi alla lettura

I docenti (e papà) Marcello Bramati e Lorenzo Sanna hanno "catechizzato" le loro teorie in merito all'argomento all'interno del libro "Leggere per piacere"

MILANO – Tenere viva la curiosità attraverso l’esempio dei più grandi e con la fantasia di ciò che si propone. E’ questo il segreto per trasmettere il piacere della lettura ai ragazzi secondo i docenti (e papà) Marcello Bramati e Lorenzo Sanna, i quali hanno “catechizzato” le loro teorie all’interno del libro “Leggere per piacere“. Quali sono le differenze tra ieri ed oggi? Che ruolo hanno nello specifico genitori ed insegnanti? Ce lo spiegano gli autori in questa intervista, con una certezza: per ogni passione esiste un libro e un corridoio di una libreria.

 

Come è possibile far intendere la lettura come un piacere e non come un’imposizione?

La lettura può essere imposta dalla scuola come un compito, un esercizio, un obiettivo da raggiungere. Di questo, però, ora non parliamo, perché il lettore professionista (che sa leggere anche per dovere) è un obiettivo a medio lungo termine. Leggere per piacere, invece, è un’altra cosa, è un punto di partenza, fin dalla prima età, quando i libri si affiancano ai giochi, quando il bambino sfoglia con entusiasmo i suoi libri preferiti, pagina dopo pagina, sempre le stesse pagine, da solo o insieme ai genitori e ai fratelli. Leggere in autonomia e non solo sfogliare richiede tempo e fatica, ma la curiosità non deve venire meno. Tenere viva la curiosità, questo il traguardo da raggiungere in famiglia, tra i tanti passaggi difficili della crescita e le innumerevoli distrazioni. Come si può agire con efficacia? Con calma, rispettando i tempi dei ragazzi, diversi, non necessariamente corrispondenti a quelli dei genitori o a quelli delle loro aspettative; con l’esempio, di chi legge e propone un’idea, un interesse, un motivo, uno spunto per poter mostrare un libro, accanto ad un gioco o allo smartphone; con la fantasia, di chi propone un libro come punto d’arrivo o di partenza di altre attività creative, un viaggio, dei disegni, una storia, una festa.

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Quali sono le differenze, e le difficoltà, di introdurre i giovani alla lettura rispetto alla generazione precedente?

La lettura è una pratica antica, che prevede lo stesso ritmo, richiede lo stesso tempo e la stessa fatica e suscita le stesse emozioni di sempre. E’ il suo fascino, che si ripete di generazione in generazione. I giovani, nell’età della rapidità e degli smartphone, trovano fin da subito una concorrenza più agguerrita ai libri: oltre al grande schermo, bambini ed adolescenti sono sempre più attratti da tablet e telefoni, veicoli di relazioni, conoscenza ed emotività, nuovi stimoli, linguaggi più veloci. La differenza principale risale quindi in una maggiore difficoltà nel ritagliare uno spazio per la lettura e presentarla ora come una modalità di intrattenimento e di conoscenza complementare e non antitetica agli smartphone. Il rischio è quello della moralizzazione, di un’altra porta sbattuta e di un’introduzione fallita. Alla lettura i giovani vanno accompagnati con molta pazienza e guidati dall’instancabile esempio di chi, in famiglia, sul divano, prende in mano un libro e non un telefono.

 

Siete sia docenti sia papà: nell’educare un ragazzo a leggere, insegnanti e genitori devono svolgere azioni diverse o complementari?

L’educazione alla lettura è una avventura da condividere, individuando ruoli e compiti durante questo percorso che, al centro, mantiene il piccolo lettore che cresce. Leggere correttamente, ad esempio, è un compito che spetta alla scuola, per cui se si leggesse a casa, ad alta voce, sarebbe importante concentrarsi sulla narrazione, e sul piacere della fruizione delle storie, senza appesantire con continue correzioni l’attività della lettura di un libro. Anche leggere per dovere è compito e onere della scuola, nonostante si pratichi anche, e soprattutto, a casa: la scuola assegna e controllerà, a casa si può intervenire per motivare, per aiutare nell’organizzazione, ma nell’ottica dell’aiuto allo studente, in questo caso, non al lettore. Sembrano sfumature, ma nella complessità del rapporto tra genitori e figli è bene ricordarsi quando la pratica della lettura è considerata uno svago e quando invece un compito, altrimenti non se ne comprenderà la differenza, che invece dovrebbe essere chiara. Leggere nel tempo libero è una disciplina da coltivare, serve pazienza, pratica, trovando come e dove è bello stare, con un libro, a scuola e a casa. Obiettivo identico per docenti e genitori, vale a dire l’amore per i libri, ma traguardi intermedi diversi: il dialogo tra le parti è quindi necessario, perché ci deve essere gioco di squadra, complementarietà.

 

Smartphone, playstation, tv, internet: posso queste “distrazioni” essere alleati per promuovere la lettura nei giovani?

La tecnologia e tutta l’apparecchiatura di cui disponiamo nelle nostre case non possono essere demonizzate, perché fanno parte delle giornate, del lavoro, dello svago, del tempo di tutti, uno più uno meno, per cui il fine ultimo sarebbe quello di educare alla fruizione consapevole, oseremmo dire “libera”, di questi strumenti.

Educare alla lettura significa anche insegnare a coltivare momenti per sé, in silenzio, senza svolgere diverse azioni nello stesso momento, provando a non esserci sempre, in ogni circostanza, per ogni stimolo: in questo senso, la tecnologia è potenzialmente nemica della lettura. L’esempio virtuoso di un utilizzo consapevole è strategico e fondamentale in questo caso: i genitori che hanno uno smartphone ma che quando leggono, per se stessi o coi figli, scelgono di non averlo a portata di mano, forniscono un esempio concreto che seminerà una buona pratica nella gestione quotidiana.

La tecnologia può anche essere alleata, certamente: un bambino riluttante alla lettura potrebbe essere avvicinato alla narrazione con un audiolibro, da ascoltare in un momento da ritagliare nel corso della giornata, quando si tira il fiato e ci si concede al divano, o al tappeto. Ancora, un bambino poco avvezzo alla lettura e interessato a supereroi da Playstation può essere avvicinato a un libro che racconta proprio di eroi da videogioco: non è che basti leggere per essere felici e contenti, ma certamente può essere un inizio, un avvicinamento, una possibilità in più per il libro cartaceo: servirà, con pazienza anche in questo caso, costruire un lento percorso di crescita, qualora il libro iniziale avesse fatto centro.

 

Dovesse riassumere in 3 righe, e senza rivelare troppo del libro, come si indirizzano i ragazzi alla lettura?

Iniziamo dai ragazzi e dal tempo trascorso con loro: cosa li appassiona? Come passano il tempo libero? Di cosa parlano volentieri? Cosa guardano con lo smartphone? Per ogni passione esiste un libro e un corridoio di una libreria. Cerchiamo le scintille migliori per attivare una nuova abitudine, affinché diventi una nuova passione.

 

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