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Come diventare scrittori. I consigli della scrittrice emergente Chiara Giacobelli

Leggere il più possibile, a partire dai classici, e cercare un tutor/maestro che sappia guidarvi attraverso le molte difficoltà della professione. Ecco il consiglio rivolto agli aspiranti scrittori da Chiara Giacomelli...

MILANO – Leggere il più possibile, a partire dai classici, e cercare un tutor/maestro che sappia guidarvi attraverso le molte difficoltà della professione. Ecco il consiglio rivolto agli aspiranti scrittori da Chiara Giacomelli, scrittrice e giornalista originaria delle Marche che ha già pubblicato sette libri di varia e sta ora terminando il suo romanzo d’esordio. Il 31 gennaio a Melegnano l’autrice ha ricevuto il Primo Premio nella sezione Narrativa al Concorso Letterario Internazionale Marguerite Yourcenar 2014, organizzato da Il Club degli autori in collaborazione con la casa editrice Montedit e già giunto con sempre crescente successo alla sua XXII edizione. Centinaia gli scrittori partecipanti, ma il primo posto è stato conquistato da Chiara Giacobelli.  L’abbiamo intervistata a seguito della vittoria.

Di che cosa parla il racconto ‘Causa di forza maggiore’, con il quale ti sei classificata prima?
E’ un incontro-confronto tra due personaggi apparentemente agli antipodi: una scrittrice affermata e un barbone che vive di stenti, i quali tuttavia hanno in comune innanzitutto una grande solitudine dell’anima e poi l’inerzia, concetto base su cui verte tutto il testo. Mi interessava analizzare infatti quello stato in cui, a seguito di una serie di stadi intermedi come la rabbia, il dolore, la rassegnazione, la sofferenza, si giunge infine all’inerzia, cioè all’incapacità di vivere e tuttavia anche di morire. Una sorta di limbo come nella Divina Commedia di Dante.

Stai ultimando il tuo romanzo d’esordio rappresentata dalla Walkabout Literary Agency di Roma. Ci puoi anticipare qualcosa?
Si tratta di una commedia brillante e semi-comica in cui il personaggio femminile, Vivienne, ne combina una dietro l’altra ed è chiaramente ispirato a me, che nella vita sono maldestra e tendenzialmente pessimista – anzi, direi proprio apocalittica – ma con ironia. Vivienne è una scrittrice parigina di trent’anni che all’improvviso si ritrova a dover affrontare un viaggio in Italia (nonostante la paura degli aerei e qualche altro centinaio di fobie, sempre tratte dalla sottoscritta), per approdare nell’incantevole scenario del Golfo dei Poeti e scoprire un uomo affascinante, apparentemente molto dolce e sensibile, ma pieno di segreti e misteri, come tutta la sua famiglia. Giacomo Scarpelli, sceneggiatore de ‘Il postino’, ha letto il manoscritto e ha definito la mia Vivienne ‘una bufffa Woody Allen in gonnella finalmente non apologetica che si discosta dai tipici personaggi femminili italiani e finalmente li rinnova’. Non vedo l’ora che arriverà in libreria.
  
Altri progetti letterari in serbo?
Ho appena terminato di scrivere un testo breve che si intitola ‘L’ultimo inverno della mia vita’ e mi piacerebbe un giorno poterlo portare a teatro, sarebbe la mia prima esperienza in tal senso. Nel frattempo, oltre ad altri progetti di varia, sto scrivendo un secondo romanzo dal titolo ‘L’Oceano negli occhi’, in cui viene trattato – attraverso un’intensa storia d’amore – il tema della Clown Terapia e del delicato rapporto tra bambini gravemente malati e medici. Per affrontare questo libro mi sono avvalsa del sostegno e della collaborazione della Tribù dei nasi rossi di Arezzo e dell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze: immergermi in realtà come queste è stato pesante, seppur gratificante, da un punto di vista emotivo e ha fortemente cambiato la mia percezione della vita, soprattutto delle priorità. Per quanto mi riguarda, sono i medici che popolano questi reparti e i clown che portano il sorriso ai bambini in fin di vita ad essere i nuovi eroi moderni.

 
Un consiglio per chi voglia intraprendere questo mestiere?
Leggere il più possibile, a partire dai classici, e cercare un tutor/maestro che sappia guidarvi attraverso le molte difficoltà della professione. E poi scrivere, sempre, comunque, in ogni occasione. Infine, guardarsi attorno ogni momento, perché gli spunti, le ispirazioni, le idee più geniali spesso non partono da dentro – come si è soliti pensare – ma arrivano dall’esterno e poi vengono elaborati internamente attraverso la propria sensibilità.

 

18 febbraio 2015

 
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