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“Come d’aria” di Ada D’Adamo, raccontare il dolore e la paura con delicatezza

Il libro che scopriamo oggi è "Come d'aria", lo struggente romanzo autobiografico di Ada D'Adamo vincitore del Premio Strega lo scorso 6 luglio.

Con “Come d’aria“, la compianta Ada D’Adamo si è aggiudicata il titolo di vincitrice del Premio Strega lo scorso 6 luglio. Terza fra gli autori proclamati postumi dopo Giuseppe Tomasi di Lampedusa e Mariateresa Di Lascia, Ada D’Amato ha concepito un’autobiografia delicata e struggente al tempo stesso, un libro che si legge tutto d’un fiato e lascia un mare di granelli e ingranaggi su cui riflettere.

“Come d’aria”, la sinossi

Daria è la figlia, il cui destino è segnato sin dalla nascita da una mancata diagnosi. Ada è la madre, che sulla soglia dei cinquant’anni scopre di essersi ammalata. Questa scoperta diventa occasione per lei di rivolgersi direttamente alla figlia e raccontare la loro storia. Tutto passa attraverso i corpi di Ada e Daria: fatiche quotidiane, rabbia, segreti, ma anche gioie inaspettate e momenti di infinita tenerezza. Le parole attraversano il tempo, in un costante intreccio tra passato e presente. Un racconto di straordinaria forza e verità, in cui ogni istante vissuto è offerto al lettore come un dono.

Raccontare con delicatezza il dolore e la paura

“Avere un figlio invalido significa essere soli. Irrimediabilmente, definitivamente soli. Indietro non si torna. Uguale a prima non sarà più. È come se dentro di te si fosse accomodato il punteruolo delle palme che rosicchia la pianta dall’interno piano piano, la trasforma in un involucro pieno di segatura. La superficie resta uguale, ma sotto i bordi, sotto la pelle, non resta più niente. La solitudine è fatta di puntini piccoli, uno vicino all’altro. Non te ne accorgi”.

Ciò che racconta Ada D’Adamo nelle pagine di “Come d’aria” è impressionante per almeno due ragioni: il dolore e l’amore che traspaiono da questo romanzo autobiografico celano una potenza inaudita, delle dinamiche che, per quanto sono forti ed intense, non riusciamo nemmeno ad immaginare e, soprattutto, l’indicibile delicatezza con cui l’autrice descrive questi sentimenti e stati d’animo.

Come si fa a raccontare il dramma di avere una figlia gravemente disabile e di scoprire, allo stesso tempo, di essere affetti da un male incurabile? Come si fa a spiegare cosa brucia dentro il cuore di una mamma che vede per far vedere alla figlia, sente per far sentire i suoni della natura alla sua piccola, corre perché lei non può correre, gioca perché lei non può giocare…

Eppure, nonostante l’enorme difficoltà nel descrivere un tale dolore, in “Come D’aria”, Ada D’Adamo riesce a trovare anche un po’ di delicatezza, un briciolo di serenità dietro il buio che avanza con prepotenza.

E vorremmo concludere proprio con la chiusura voluta da Ada D’Adamo, quella che dà un grande senso anche al titolo, che sembra un po’ decontestualizzato:

“Finirò col disciogliermi in te? Sono Ada. Sarò D’aria…”

Ada D’Adamo

Ada D’Adamo è nata ad Ortona il 1° settembre del 1967. Laureata in Discipline dello Spettacolo e diplomata all’Accademia Nazionale di danza, Ada D’Adamo aveva scritto vari saggi sul teatro e sulla danza contemporanea. Grande esperta di libri per l’infanzia, collaborava come editor con Gallucci.

Nel libro “Come D’aria”, scritto nell’arco di molti anni, che ha ricevuto straordinari e unanimi consensi, racconta la nascita e i primi anni di vita della figlia Daria, affetta da una grave malattia congenita. Quando la scrittrice ha scoperto di avere un tumore e di doversi curare, la sua principale paura è stata quella di non riuscire ad avere più un contatto fisico con la figlia.

L’autricedi “Come d’aria”  è scomparsa lo scorso 1° aprile, stroncata da una complicanza dovuta al male che la attanagliava da tempo.

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