Come avvicinare i ragazzi alla lettura

13 Novembre 2019

Ecco alcuni segreti rivolti agli insegnanti per far comprendere agli alunni che la lettura è, prima di tutto, un piacere

Il primo giorno di scuola

MILANO – Come avvicinare i ragazzi alla lettura è un’ “avventura” che nasce dall’esperienza, da molti esperimenti e anche da molti errori riveduti e corretti, tra i quali, a mio parere, svetta l’imposizione di una verifica – la cosiddetta scheda –libro – che inaridisce il piacere del leggere. Siamo stati tutti studenti e molti di noi grandi lettori, ma certo non abbiamo amato, per quanto utile, l’esercizio della riduzione dei grandi personaggi e dei grandi drammi in poche righe, in una griglia che svilisce l’emozione del libro.

Condividere la scelta dei libri da leggere e contestualizzarli

Ma quali libri consigliare? Più che sui titoli, mi pare importante la modalità. Credo sia importante condividere la scelta o perlomeno farla apparire come tale: insomma più che titoli calati dall’alto trovare un ‘occasione di dialogo e di scambio costruttivo. E, soprattutto, un’occorrenza concreta, perché più che mai i ragazzi di oggi hanno bisogno di un riferimento palpabile. Esempio: mi è capitato di programmare un viaggio di istruzione a Sarajevo e come preparazione, insieme alla storia della guerra in Bosnia, ho pensato a qualche titolo che li accompagnasse a un mondo per loro sconosciuto. Ed ha funzionato sia nella fase della curiosità prima del viaggio e sia nella fase del viaggio, quando ciò che vedevano corrispondeva a quello che avevano appena letto.

Parliamo anche di chi scrive, oltre che dei libri

Insomma la contesualizzazione funziona. Non solo geograficamente e storicamente, perché risulta importante, specie nel caso della letteratura contemporanea, parlare degli scrittori. Della professione dell’emozione, della vocazione della scrittura che è , ancora una volta, legata alla realtà e al quotidiano e aiuta a capire meglio il mondo in cui tutti noi viviamo. Ho riscontrato che ai ragazzi interessa conoscere da vicino chi scrive i libri e le occasioni non mancano perché ci sono i festival letterari e c’è la disponibilità di molti scrittori a farsi conoscere. Uno dei libri consigliati per Sarajevo è stato Anomalie di Mauro Covacich, il quale è stato disponibile a un collegamento Skype- oggi niente di più facile- con la mia classe ed ha risposto alle domande, anche assurde e impertinenti, degli studenti. Esperimento che ha funzionato sia per lui, che ha visto da vicino i suoi lettori, sia per i ragazzi, incuriositi, attenti e sollecitati tanto da leggere ancora spontaneamente altri libri dello stesso scrittore e dello stesso argomento.

Presentare l’oggetto-libro

Il libro, nonostante la rivoluzione tecnologica degli ebook-reader, è ancora un oggetto da sfogliare, da soppesare, da guardare attentamente. E’ un oggetto sensibile e gli occhi curiosi dei ragazzi ne indagano i colori , i caratteri del titolo, l’illustrazione della copertina e anche – ma che importa ? – il numero delle pagine. Perciò, come per tutti gli oggetti, serve sempre arrivare con un libro appena letto e metterlo bene in vista. In un secondo momento lo si propone, lo si fa girare di banco in banco, si legge l’incipit o un passaggio: c’è sempre qualcuno che per piaggeria magari o per interesse lo leggerà. E da lì scatta il passaparola e il libro – il mio libro -spesso non torna indietro per mesi, ma intanto è stato vissuto e sgranato. Questo conta.

Piacciono i libri che raccontano storie

Negli anni ho imparato che i romanzi, ai quali i ragazzi rispondono con più attenzione, sono quelli che raccontano grandi storie, grandi avventure, grandi drammi. Le storie con personaggi forti che escono fuori dalle pagine e diventano una presenza attiva . Come ha detto Umberto Eco, sappiamo tutto di Renzo e Lucia più di quanto sappiamo dei nostri genitori. Ecco dei libri letti e condivisi, i personaggi devono diventare vivi, parte integrante del quotidiano scolastico, quasi fossero dei nuovi compagni di classe. Cosi anche Anna Karenina, letto un po’ a casa, un po’ a scuola, è potuto diventare una presenza quotidiana nella classe con le ragazze ovviamente a simpatizzare per Anna e per Kitty e i ragazzi per Vronski e per Levin.

Ma soprattutto è importante leggere insieme

Il libro, in conclusione, è un oggetto che va presentato, va contestualizzato e va condiviso, ma soprattutto, se possibile, va letto, parzialmente certo, assieme. Un po’ ad alta voceo con qualche ora dedicata invece alla lettura individuale: non è un compito per casa, ma un’ “ avventura “ che unisce, una forma di educazione sentimentale, civile e intellettuale.

Uno dei ricordi più belli che ho della scuola è quando, costretta a insegnare in due scuole diverse, arrivavo in classe in ritardo, perciò avevo lasciato loro- una quinta ginnasio – un libro da leggere. Mi avvicinavo alla classe e sentivo che uno di loro alla cattedra leggeva ad alta voce e gli altri in silenzio ascoltavano. Il libro è proprio questo: un oggetto silenzioso che, senza muoversi e senza far rumore, può aprirsi e consegnarsi a noi solo se siamo capaci di interrompere temporaneamente la comunicazione con l’esterno, creando così quel vuoto di mondo reale di cui necessita, per far accadere un altro mondo possibile .

Alessandra Pavan

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