Sei qui: Home » Libri » Clima e lettura, è vero che il caldo influisce sulla comprensione e la scelta di un romanzo?

Clima e lettura, è vero che il caldo influisce sulla comprensione e la scelta di un romanzo?

Pochi giorni fa su “La Repubblica” è uscito un articolo di Alberto Manguel intitolato “Breve storia delle letture estive” in cui l’autore (se non lo conoscete cercate qualcuno dei suo libri) sostiene che il clima influisce sulla comprensione di un romanzo...

Pochi giorni fa su “La Repubblica” è uscito un articolo di Alberto Manguel intitolato “Breve storia delle letture estive” in cui l’autore (se non lo conoscete cercate qualcuno dei suo libri) sostiene che il clima influisce sulla comprensione di un romanzo. Fino qui mi sento totalmente in accordo.

Manguel prosegue dicendo che con il caldo il rapporto con un libro diventa intimo ed il lettore tende ad essere “più indulgente”, mentre sotto un cielo grigio si è più severi, più lenti, più riflessivi. Per sostenere ciò l’autore cita il “Fedro” di Cicerone e altri illustri nomi, tra cui Diderot e Stendhal. Riflettendo sull’argomento, oltre a dover riconoscere che in nessuna stagione dell’anno riesco ad essere davvero “indulgente” nei confronti della letteratura, mi sono detta che, come al solito, tutto dipende dal lettore più che dal clima. Provo a spiegarmi.

Ho un caro amico che aspetta l’estate per rileggere Dostoevskij e una cara amica che d’estate invece cerca il libro “disimpegnato”.  L’estate, con le sue giornate più lunghe e con le ferie a disposizione, per qualcuno stimola la ricerca di letture rilassanti e divertenti, per altri invece dona un pò di tempo extra per dedicarsi alle letture impegnative che magari durante l’anno non trovano il giusto spazio. Non ne farei, quindi, una questione di clima. Dipende dall’inclinazione del lettore la scelta: con un pò più di tempo libero mi tuffo in una lettura che non sarebbe adeguata ai ritagli di tempo dei ritmi invernali o invece mi rilasso con una lettura che mi impegni poco? Nella calura estiva voglio scavare nel profondo del mio intelletto e delle mie emozioni o preferisco svolazzare spensierato? Manguel cita Robinson che scelse la Bibbia come “lettura da spiaggia” ma ben ricorda che nel romanzo Robinson non aveva scelta: gli altri libri a disposizione erano in portoghese, lingua a lui sconosciuta.

Cosa leggo io d’estate? Appartengo a quella categoria dei lettori per “bisogno”, che non smettono mai di dedicare tempo alla loro  passione: i libri mi fanno compagnia nelle notti estive come in quelle invernali, perché non posso dormire senza leggere prima; mi accompagnano nei viaggi in treno e in aereo e in ogni attività che comporti un’attesa; sono parte del mio lavoro e quindi ho la fortuna di leggere anche in “orario di ufficio”. Certamente al mare o nei momenti di relax in cui magari potrei essere interrotta dagli amici non porto con me saggi e tomi di cui rischio, interrompendo, di perdere il filo, andando invece a preferire letture più fruibili. Ma in relazione cito un’altra cara amica che passò una intera settimana di vacanza al mare rileggendo il primo libro della recherche proustiana, quindi non si può mai dire.

Manguel conclude il suo articolo domandandosi cosa raccomandare ad un lettore per l’estate: concordo pienamente con la sua conclusione “non ci sono parametri”, in quanto siamo noi a decidere quale libro approcciare e a quale livello di lettura.

Quindi, un solo consiglio possibile: se avete un pò di tempo da dedicare a voi, entrate in libreria e lasciatevi ispirare.

27 luglio 2014

© Riproduzione Riservata