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Classici da meno di 200 pagine, ecco i libri alla portata di tutti

Un interessante articolo pubblicato dall'Huffington Post รจ il manifesto programmatico dei non lettori per eccellenza. Per quanti hanno collezionato anni e anni di scuse improbabili per girare al largo dai grandi classici, รจ arrivato il momento di fare ammenda...

Ecco una selezione di piccoli grandi libri talmente brevi che non si hanno scuse per non leggerli

MILANO – Un interessante articolo pubblicato dall’Huffington Post è il manifesto programmatico dei non lettori per eccellenza. Per quanti hanno collezionato anni e anni di scuse improbabili per girare al largo dai grandi classici, è arrivato il momento di fare ammenda. Poco tempo per leggere, fantomatici mattoni letterari, una scrittura un po’ impervia… ma se tutto ciò fosse spazzato via dall’incredibile brevità di alcuni tra questi?

LA NOSTRA LISTA – Ecco una classifica di alcuni tra i classici della letteratura europea e americana che non potrete più rifiutarvi di leggere, tutti rigorosamente al di sotto delle 200 pagine:

“Canto di Natale” di Charles Dickens (80 pagine): uno dei miei libri preferiti, adatto all’imminente festività natalizia. Avrete il cuore più tenero del signor Scrooge?

“Frankenstein” di Mary Shelley (166 pagine): un horror gotico e un romanzo affascinante. La trama è nota, un po’ meno il piacere di riscoprirla pagina dopo pagina.

“La metamorfosi” di Franz Kafka (55 pagine): racconto di Kafka di un uomo che si sveglia una mattina per scoprire che è stato trasformato in un gigantesco scarafaggio.

“Silas Marner” di George Eliot (160 pagine): il protagonista, membro di una piccola comunità religiosa, è accusato di aver rubato fondi della chiesa ed è colpevole. Cosa succede dopo che Silas Marner abbandona la comunità?

“I dolori del giovane Werther” di Johann Wolfgang von Goethe (96 pagine): sconsigliato per i cuori infranti, è la storia di un amore non corrisposto.

“Il grande Gatsby” di F. Scott Fitzgerald (180 pagine): ebbene sì, non solo un film ma anche un libro. Denominato ‘il Grande Romanzo Americano’, racconta di un amore ossessivo, in un delicato equilibrio di walzer sociali.  

“Il risveglio” di Kate Chopin (128 pagine): questo romanzo si concentra su una donna che sta cercando di conciliare le sue opinioni sulla femminilità e della maternità con quelle del molto conservatore Sud. Per chi non ama il lieto fine.

“L’abbazia di Northanger” di Jane Austen (182 pagine): impossibile non amare questa autrice, ecco allora il suo primo scritto, sulle piene d’amore di una ragazza diciassettenne.

“Il giro di vite” di Henry James (96 pagine): novella particolare, diversa rispetto alla produzione dell’autore riguardante perlopiù le consuetudini della società a lui contemporanea, questa si tratta invece di una ghost story.

“Il mastino dei Baskerville” di Sir Arthur Conan Doyle (128 pagine): questo è uno dei più famosi romanzi che caratterizzano Sherlock Holmes, un giallo ambientato in un maniero, all’ombra della leggenda di un terrificante segugio soprannaturale.

“Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde” di Robert Louis Stevenson (64 pagine): bene e male si sfidano all’interno della debole indole umana.

“Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde (180 pagine): un giovane aitante vende la sua anima per rimanere giovane in eterno. Lui non invecchia mai… ma il suo ritratto sì.

“La guerra dei mondi” di H.G. Wells (160 pagine): un classico di fantascienza sull’invasione aliena. Un consiglio? Leggere il libro e non guardare il film!

“Billy Budd Sailor” di Herman Melville (160 pagine): dopo il più noto Moby Dick, un’altra avventura in mare aperto, questa volta la storia tratta di un ammutinamento involontario a bordo di una nave.

“Colazione da Tiffany” di Truman Capote (160 pagine): tutti conosciamo il film… ma la novella è abbastanza differente rispetto alla versione cinematografica. La prosa di Capote è unica, assolutamente da leggere.

“La fattoria degli animali” di George Orwell (140 pagine): “Gli animali da fuori guardavano il maiale e poi l’uomo, poi l’uomo e ancora il maiale: ma era ormai impossibile dire chi era l’uno e chi l’altro”. Non servono altri commenti.

Quanti di voi accetteranno la sfida dei grandi classici?

Francesca Tommasi

28 dicembre 2013

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