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Chiara Gamberale, “Le restrizioni possono rivelarsi un’opportunità”

Nel suo ultimo libro la scrittrice Chiara Gamberale condivide le riflessioni ed i pensieri avuti durante il lockdown, che l'han portata ad avere una nuova percezione del concetto di distanza

La distanza dagli altri, come la vicinanza, è qualcosa che possiamo determinare noi. E’ questa una delle riflessioni di Chiara Gamberale durante il lockdown e il periodo di quarantena dovuto al coronavirus. Questi e altri spunti di riflessione sono contenuti nel libro “Come il mare in un bicchiere“,  una testimonianza che è allo stesso tempo un urlo e un abbraccio (senza mascherina). Parole forti, nuove, che portano chi legge il libro di Chiara Gamberale a chiedersi se, “finito quest’incubo, potremo rendere interiori e spirituali i gesti che per proteggerci abbiamo dovuto imparare.”

Come nasce questa raccolta di riflessioni?

Nasce da dove nascono tutte le mie storie: dall’urgenza di andare fino in fondo a qualcosa che non capisco e che fa male. Ma stavolta quella ferita non era dentro di me: “il mondo si è ammalato”, ho spiegato così il Coronavirus a mia figlia che ha due anni…Anche per questo il ricavato delle vendite di questo libro andrà a CasaOz, che da sempre si occupa dei bambini che combattono contro gravi malattie e delle loro famiglie, per garantirgli una vita ai bordi della battaglia che combattono. Perché sentivo naturale che tornasse al mondo il ricavato di pagine che dal mondo sono state ispirate.

Con quale stato d’animo hai vissuto il lockdown?

Con l’angoscia che, credo, ci ha avvicinati tutti, proprio quando ognuno da tutti e da tutto era lontano, costretto a casa. Ma nell’angoscia, carsica, ho cominciato ad avvertire una specie di pace. Ed è proprio quella pace al centro delle mie riflessioni. Doveva ammalarsi il mondo, per permettere ad alcuni di noi di sentirsi sani? Mi sono chiesta.

Come la limitazione di quel periodo si è potuta trasformare in un ‘opportunità?

Ragionando proprio in questi termini ho sviluppato la provocazione a cui mi hanno portato le mie riflessioni. Credo che nelle restrizioni a cui siamo stati chiamati ci fosse, ci sia qualcosa che, fuori dallo stato di emergenza, sarebbe prezioso continuare a tenere con noi. Su tutto, l’idea che la distanza dagli altri sia qualcosa che possiamo determinare noi…E naturalmente anche la vicinanza. Personalmente, prima di questa incredibile primavera, mi sentivo ormai in un frullatore dove tutto e tutti mi venivano addosso, e io inerme, a pregare chissà quale angelo perché staccasse la spina…

Nel libro sottolinei, in mancanza di abbracci e contatti fisici, l’importanza delle parole…

Certo. L’importanza, ma anche il pericolo: in quei mesi ci sono rimaste solo loro, le parole. Ma sono ingannevoli per loro stessa natura, chi legge e scrive lo sa bene che proprio quando certe parole sembrano venirti in soccorso rischiano di imprigionarti. Fosse solo in una definizione di te autoassolutoria che a quel punto lascia poco spazio allo scambio con il resto del mondo. 

Chiara Gamberale, "Leggere libri perché le storie non ci lasciano mai soli"

Chiara Gamberale, “Leggere libri perché le storie non ci lasciano mai soli”

Le storie non ci lasciano mai soli: ricambiamo il loro amore. Leggere libri “più che mai oggi” è l’invito della scrittrice Chiara Gamberale

Infine, ti chiediamo alcuni consigli di lettura per l’estate

Dunque…Ho appena finito di leggere Il treno di Simenon, che mi mancava. Una storia potente su quello che fatalmente può risvegliare la nostra identità più profonda che invece rischiamo di non mettere in gioco proprio con chi vive al nostro fianco. Poi, per chi ha amato disperatamente come me In tutto c’è stata bellezza, di Manuel Villas, è arrivato il seguito, La gioia all’improvviso. Mi ci sono avvicinata con il timore di rimanere inevitabilmente delusa, invece mi sono ritrovata dentro alla stessa festa del primo libro. E a fine agosto per Feltrinelli uscirà Malinverno, di Domenico Dara. Un romanzo meraviglioso che mi ha fatto pensare a Garcia Marquez.

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