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Che cos’è la bibliofilia, 7 modi capire se ne sei affetto

Un amore smisurato per i libri, una sorta di "malattia" che colpisce misteriosamente una tipologia di amanti dei libri

Mentre Milano viene invasa da oltre 500mila volumi in occasione del Salone della Cultura, noi abbiamo chiesto alla bibliofila Noemi Veneziani cosa vuol dire essere un bibliofilo oggi nell’era dei social e degli ebook. Se volete scoprirlo dal vivo non perdete la conferenza, domenica 19 gennaio alle 16, “Donne bibliofile: storie di bibliologia, arti del libro e collezionismo al femminile“, con Cristina Balbiano d’Aramengo (restauratrice e legatrice di libri), Laura Bartoli (professionista della comunicazione digitale) e Noemi Veneziani (bibliofila).

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1. Cosa vuol dire essere un bibliofilo

«Essere bibliofilo significa essere una persona che ama il bello e, in particolare, vero e proprio cultore dell’oggetto-libro. Essi ne conoscono ogni più piccola caratteristica, lo analizzano, lo annusano, ne ricercano una particolare edizione e sono disposti a tutto pur di ottenere esattamente quella copia stampata in quell’anno specifico e rilegato in quella particolare bottega. Insomma, è un personaggio alquanto bizzarro e che a volte – oserei dire molto spesso, nel mio caso! – può diventare oggetto di divertimento per chi lo osserva dall’esterno. Inoltre, grazie alla propria sensibilità e conoscenza, insieme al bibliotecario, nel corso della storia ha spesso ricoperto il ruolo di custode di numerose opere artistiche che sarebbero probabilmente andate perse o distrutte. Altro aspetto di fondamentale importanza nella definizione di un buon bibliofilo è il desiderare che chiunque ne senta il bisogno possa fruire di così tante preziose meraviglie: il bibliofilo non rinchiude il proprio tesoro all’interno di mura entro le quali nessuno può mettere piede; al contrario prova piacere nel mostrare ad altri le proprie ricchezze – a patto che questi se ne prendano cura a loro volta, ovviamente.»

2. Come si diventa un bibliofilo

«In realtà non ho iniziato da un genere in particolare, bensì da un libro in particolare. Non ricordo esattamente quanto tempo sia ormai trascorso da quel giorno – una decina di anni quasi sicuramente – in cui mi trovavo in uno dei tanti mercatini dell’usato, in qualità di “dama di compagnia” di mia madre la quale mi fece passare ore e ore sommersa tra pile di libri alquanto precarie e innumerevoli scatoloni ricolmi di volumi di ogni genere. Ebbene mentre lei era intenta ad annusare e ammirare centinaia di volumi, io me ne stavo in disparte a sbuffare fino al momento in cui il mio sguardo si è accidentalmente fermato su un’autentica meraviglia – almeno ai miei occhi: era l’edizione curata dai Fratelli Treves del Notturno di D’Annunzio, 20° Migliaio con incisioni di De Carolis e timbro a secco sull’occhiello. Quel momento è chiaramente stato l’inizio della fine e ora eccomi qua! Anche grazie a Maremagnum.com che, in questo lungo processo di arricchimento culturale oltre che materiale, ha giocato un ruolo da protagonista grazie anche alla competenza e alla disponibilità dei suoi librai e di tutti i professionisti che vi operano.»

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3. Il bibliofilo legge tutti i libri che possiede?

«Purtroppo, no. Nonostante non sia mai stata una lettrice forte fino ai 18 anni, da allora ho accumulato una notevole quantità di libri che, per il momento, sono solo parzialmente letti. Quelli che ancora attendono sugli scaffali sono schedati insieme a tutti gli altri e collocati in precisi luoghi della mia libreria – dopo aver rigorosamente leggiucchiato qualche passaggio qua e là. Non so se riuscirò mai a leggerli tutti dato che sono in costante aumento, vedremo.»

4. Le cose che un bibliofilo ama dell’oggetto-libro

«Il bibliofilo ama tutto dell’oggetto-libro; con gli occhi ne ammira la veste esterna e con la mente ne saggia il contenuto trasformando l’esperienza della lettura in un momento davvero magico: ecco perché nessun dettaglio può essere tralasciato. Posto davanti a una scelta egli presterà attenzione al formato, ai dettagli di legatura, al tipo di carta impiegato e al suo odore – io, per esempio, annuso sempre i libri prima di decidere definitivamente se acquistarli. Un bibliofilo attento si prende il tempo per individuare ogni più piccolo difetto – gorre, fioriture, strappi, menomazioni di pagine o di interi capitoli e così via. Un bibliofilo può voler prestare attenzione alle firme di appartenenza – io ne sono affascinata e credo che possano impreziosire il volume – o ancora alle traduzioni – in merito a questa tematica Laura Bartoli, appassionata traduttrice di Dickens, potrà sicuramente regalarci una preziosa testimonianza. Ancora, alcuni potrebbero utilizzare come criterio di scelta la provenienza dei volumi. Come si può vedere il panorama è davvero molto vasto e questi sono solo alcuni degli elementi a cui un bibliofilo solitamente presta attenzione. Fatta eccezione per alcuni aspetti di base riguardanti lo stato di conservazione dell’opera che deve sempre essere ben riportata e a disposizione dell’acquirente, tutte le altre caratteristiche sono dettate dalla soggettività di ognuno di noi. Ancora una cosa: un bravo bibliofilo investe tantissimo tempo nella ricerca e nella consultazione di professionisti – voci importanti in questo ambito sono Chiara Nicolini, esperta di libri antichi e rari, e Cristina Balbiano d’Aramengo, restauratrice e legatrice specializzata in legatoria contemporanea, che interverranno nella conferenza Donne bibliofile. Storie di bibliologia, arti del libro e collezionismo al femminile.»

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5. Il bibliofilo e l’ebook

«Sì, certamente. Al giorno d’oggi, quando si collabora con piccole o medie case editrici, quasi tutti i volumi vengono inviati via e-mail in formato PDF. Continuo ovviamente a preferire il cartaceo ma ammetto che, quando sono in viaggio, un leggero Kindle è molto più comodo rispetto a una piccola pila di libri.»

6. La libreria preferita del bibliofilo

«Non credo di poter individuarne una in particolare perché mi lascio affascinare da qualsiasi libreria o biblioteca si pari sul mio cammino. Sono curiosa e mi piace non comparare le esperienze per dire quali mi abbiano lasciato più affascinata di altre; ognuna mi ha dato qualcosa di assolutamente unico nel suo genere. È anche vero che ricordo almeno due momenti davvero speciali. Posso infatti affermare con certezza di aver provato un senso di estasi quando mi sono recata in visita al Vittoriale e ho potuto ammirare l’enormità e la sontuosità della dimora dannunziana colma di libri – ero completamente immersa in un altro mondo. Una sensazione molto simile mi si è presentata nel momento stesso in cui ho fatto il mio primo ingresso – ormai diversi anni fa – in una piccola libreria dell’usato della città in cui vivo. Si chiama Bookbank Libri D’Altri Tempi ed è ricolma di magnifiche edizioni custodite da una piccola libraia – vera bibliofila! – capace di tenere in vita un luogo diventato per tanti lettori un punto di riferimento, una seconda casa.»

7. Il volume che sogna ogni bibliofilo

«È da qualche tempo che attendo il momento propizio per acquistare i volumi di Italo Calvino pubblicati nella collana I Coralli di Einaudi durante gli anni Cinquanta rilegate in tela: Il barone rampante (1957) e Il visconte dimezzato (1957). Ne ho viste diverse copie ed edizioni negli ultimi anni ma vorrei riuscire ad acquistare le prime edizioni e dunque, si sa, bisogna essere pazienti. In verità ho intenzione di completare l’intera collana dei primi Coralli einaudiani perciò mi trovo spesso a dover scegliere quale edizione acquistare considerando l’autore e l’opera dato appunto la differenza di prezzo che può sussistere tra una prima e una seconda edizione.»

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