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Caspar Jacobi, il vero segreto è come non leggerlo

Girovagando come sempre in mezzo a scaffali impolverati e dimenticati, anche questa volta ho trovato un tesoro. Qualcosa di così piccolo e scarno che non avrei mai creduto essere lo scrigno di qualcosa di prezioso...

Girovagando come sempre in mezzo a scaffali impolverati e dimenticati, anche questa volta ho trovato un tesoro. Qualcosa di così piccolo e scarno che non avrei mai creduto essere lo scrigno di qualcosa di prezioso ed indimenticabile. La copertina è consumata, tanto da non capire bene il disegno, le pagine sono ingiallite e il profumo che emanano è indefinibile. Il titolo sul fianco è tutto un programma ‘Il segreto di Caspar Jacobi‘ dalla penna di Alberto Ongaro. Mi ricorda qualcosa, forse ne hanno fatto il film tanti anni fa, fatto sta che qualcosa mi rapisce, e inizio a leggerlo.

Ci si para davanti Cipriano Parodi, veneziano, scrittore allo sbaraglio con il suo primo romanzo. Amante discreto e passionale, persona dai svariati interessi. Un uomo come un altro insomma, che un giorno, scettico, decide di farsi leggere la mano. La cartomante è un po’ sbigottita, percepisce qualcosa, e con il palmo rivolto verso l’alto annuncia:

‘Tutto a posto, tranne qualcosa che accadrà non so quando. Qualcosa che ronza troppo per lasciarsi capire. Da spaccare i timpani, davvero. E si frega le mani, se così si può dire. Una bestia? Ma si, una bestia, un nemico. E non c’è talismano. Macchè. Non sarai mai l’unico eroe della serata, c’è qualcun altro o qualcosa che aspetta dietro la curva.’

La predizione non promette bene, ma Cipriano guarda avanti, anzi sembra proprio che la vita stia cominciando a sorridergli quando gli arriva la lettere del suo idolo, Caspar Jacobi, che constatato il successo del suo libro lo invita a spese sue a New York. Un incontro fra esimi scrittori.

Cipriano non se lo lascia ripetere due volte e vola in America. Lì conosce tante storie e tante persone, la sua mente è un covo di idee splendide per i prossimi romanzi. Ma Jacobi, gli tappa le ali. Gli offre un lavoro ben retribuito, senza costrizione alcuna, il lavoro è quello di usare il cervello. Cipriano potrà sì, lavorare ai suoi romanzi, ma intanto deve sfornare idee per quelli di Caspar, senza apparire nemmeno in una riga. Il capo si nutre così di ogni frutto dell’immaginazione dello scrittore veneziano. Fino a che, al limite della sopportazione e con un delitto alle spalle, Cipriano decide di indagare sul suo direttore. Un romanzo dentro un romanzo, alla scoperta del segreto di Caspar Jacobi, perchè nasconde qualcosa, e deve essere rivelato. Incurante della maledizione che gravava su di lui dal principio, il racconto comincia a prendere piede, nonostante le indagini non diano risultati eccellenti.

‘ Perchè quando la verità non vuol farsi conoscere non è il caso di prendersela. Restano sempre le bugie.’

Francesca Marchesani

8 aprile 2014

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