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Carnevale, alla scoperta delle maschere tradizionali italiane – parte 2

Oggi vi proponiamo il secondo appuntamento dedicato alla scoperta delle maschere italiane più amate

MILANO – In occasione delle celebrazioni di Carnevale, oggi vi proponiamo il secondo appuntamento dedicato alla scoperta dell’origine delle maschere italiane più amate. Nel nostro primo viaggio, abbiamo scoperto l’origine, tra le tante, di Arlecchino, Baldanzone e Gianduia, ma molte altre arricchiscono il panorama culturale carnevalesco della nostra penisola. Andiamo a scoprirle insieme.

GIANGURGOLO

Il suo nome significa “Giovanni dalla gola piena”: fu ideato dai Calabresi che volevano mettere in ridicolo le persone che imitavano i cavalieri siciliani spagnoleggianti. Ha un lungo naso, un’andatura bellicosa e porta sempre un cappello di feltro a cono. Nei suoi pranzi consuma carretti di maccheroni, molto pane e intere botti di vino. Adopera la spada per inezie, ma e’ sempre pronto a fuggire come il vento.

MENEGHINO

E’ una maschera che viene dalla Lombardia precisamente da Milano. Questa maschera è nata alla fine del Seicento. Porta il tricorno, un cappello con tre punte, la parrucca con un codino, la giacca lunga rossiccia e marrone, i calzini in cima al ginocchio verdi e in fondo le calze a righe rosse e bianche. Sotto la giacca indossa una camicia gialla con ai bordi del pizzo e un fazzoletto intorno al collo. Le scarpe sono marroni, della forma di una volta, con una fibbia davanti. In mano porta un ombrellino rosa. Il suo vero nome è Domenico, mentre il diminutivo è “Domeneghin”. Personifica la maschera milanese che risponde, sempre pronto, alle domande spiritose.

PANTALONE

E’ una maschera veneziana; veste sempre molto semplicemente: ai piedi porta le pantofole; ha un camicione e una calzamaglia rossi con un colletto bianco e sopra indossa un mantello nero. Porta una maschera in faccia e una cinta alla vita. In testa ha una cuffia aderente che sembra un tutt’uno con la maschera. Pantalone ha un carattere particolare: e’ nervoso e “rompiscatole” perche’ e’ il vecchio brontolone e testardo. Lui spende poco, e’ attaccato al suo denaro. Qualche volta la gente lo lascia perdere perche’ si lamenta sempre. Impersona un vecchio mercante veneziano avaro e brontolone. Ebbe in un primo tempo il nome di Magnifico, e assunse poi quello di Pantalone de’ Bisognosi.

PULCINELLA

Questa maschera con due gobbe e il naso adunco può considerarsi la più antica del nostro Paese. Già conosciuta ai tempi dei Romani e sparita con l’arrivo del Cristianesimo, la maschera di Pulcinella è risorta nel ‘500 con la Commedia dell’Arte. Da allora questa maschera personifica virtù e vizi, del borghese napoletano, ma, accolto in tutta tutta Europa ha assorbito le caratteristiche nazionali: in Inghilterra è Punch, corsaro e donnaiolo; in Germania è Pulzinella e I-lanswurst cioè Giovanni Salsiccia; in Olanda è Tonelgeek; in Spagna è Don Christoval Polichinela. La maschera di Pulcinella si adatta ad ogni ruolo: padrone, servo, domestico, magistrato, ma in nessun caso atletico. Sobrio nei movimenti, lento, goffo e di poche parole, ma, quando parla, è sempre secco e mordente. Derivazioni locali della figura di Pulcinella possono essere considerati i trasteverini Meo Patacca e Marco Pepe, il bravaccio popolare napoletano Sitonno, e forse anche la caratteristica figura bolognese del Birichino.

RUGANTINO

Il suo nome deriva dal verbo romanesco “ruga”, cioe’ “protestare con arroganza”. Rugantino e’ del Lazio; veste con un cappello rosso, alto, tipo gendarme, ha un colletto plissettato, una giacca marrone, lunga, orlata di giallo, un panciotto rosso, calze a strisce orizzontali rosse e gialle, delle scarpe con fibbia. E’ un attaccabrighe, spesso si vanta senza averne motivo, e’ poltrone e crudele; anche quando prende dei ceffoni conserva il suo carattere linguaccione.

SANDRONE

E’ una tipica maschera dell’ Emilia Romagna. Il suo cappello sembra una cuffia da notte: è di lana rossa. Porta una giubba verde, una panciera bianca con pallini rossi, i calzoni corti color marrone, le calze rigate bianche e rosse. Le scarpe sono molto grosse. Ha il faccione color vino, di cui èmolto amico; spesso ha in mano un fiasco di vino rosso. E’ il caratteristico contadino ignorante, ma pieno di buon senso e di furberia: talvolta è falso e bastonatore, cioè ama picchiare, a ragione o torto.

STENTERELLO

Tipica maschera della Toscana, indossa una giacca blu con il risvolto delle maniche a scacchi rossi e neri. Ha un panciotto puntinato verde pisello e dei pantaloncini scuri e corti. Ha una calza rossa e una a strisce bianco – azzurro e le scarpe nere. In testa porta un cappello a barchetta nero e una parrucca con il codino. E’ molto generoso con chi e’ piu’ povero di lui, e’ dotato di arguzia e di saggezza che, unite all’ottimismo, gli fanno superare le avversita’ della vita.

TRUFFALDINO

Maschera italiana, il cui nome ebbe ispirazione forse da due personaggi di commedia che avevano in comune il nome di “truffa”. E’ un servo furbo e imbroglione.

.LEGGI ANCHE: ALLA SCOPERTA DELLE MASCHERE TRADIZIONALI (PARTE 1) 

 

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