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La Capitale del Libro andrebbe scelta con più attenzione

Di cultura si mangia. La scelta di Taurianova quale Capitale del Libro 2024 non è la scelta migliore. I libri meritano maggiore attenzione e un contesto di maggior richiamo internazionale.

I libri meritano maggiore visibilità e soprattutto migliore promozione. La lettura è fondamentale per l’educazione civica e sociale di un Paese. Ecco perché la Capitale del Libro dovrebbe essere scelta con maggiore attenzione.

Ci dispiace dover contribuire alla critica, non ci piace polemizzare, ma, la scelta di quest’anno ci sembra non la più adeguata. 

La scelta di una Capitale del libro dovrebbe essere funzionale a stimolare e avvicinare  il maggior numero di persone alla lettura. 

Dovrebbe stimolare tutte le generazioni, soprattutto i più giovani,  a voler vivere l’esperienza di un’offerta attrattiva che metta il libro al centro, quale prodotto culturale che merita di essere vissuto. 

I libri sono dei prodotti, che seppur culturali, devono essere venduti al maggior numero di persone possibile. I libri devono avere lo stesso appeal della musica, del cinema, delle serie tv, dei grandi musei internazionali.

I libri con il loro contenuto riescono a contaminare qualsiasi altra forma espressiva di carattere culturale e non solo.

I libri sono oil principale propulsore del concetto stesso di cultura, inteso in senso non solo artistico, ma antropologico e sociale. 

La Capitale del libro deve stimolare la lettura e attrarre pubblico

Scegliere come Capitale del libro una città di 15 mila abitanti come Taurianova, senza nessun appeal culturale, è il peggior servizio che si può fare alla promozione della lettura.

Nulla da criticare alla città calabra, che conosco molto poco, e penso tanti condividono questa ignoranza. Ma, quale dono può fare Taurianova al mercato del libro nel nostro Paese.

Quanti di noi sceglieranno Taurianova quale meta per vivere il libro. E soprattutto quale offerta attrattiva e di ospitalità sarà in grado di offrire la città.

Ma non è colpa di Taurianova essere stata scelta come Capitale del libro. A dirla tutta non vogliamo neppure contribuire a criticare la città e i suoi abitanti che nessuna colpa hanno in merito.

Ci sembra che il metodo delle candidature sia non adeguato al significato che dovrebbe avere una Capitale del libro. Questo scagiona dalle critiche la città calabrese, nella convinzione che molte delle altre candidature sarebbero state inadeguate ad un. ruolo così importante.

Da sottolineare che non è la grandezza della città il problema. Se fosse una piccola città con una grande storia culturale, magari con una piccola università, la simbologia di una scelta del genere avrebbe decisamente un senso. 

E quindi quale dovrebbe essere la tipologia di città che merita di diventare Capitale del Libro?

Come prima cosa dovrebbe essere nota al maggior numero di persone possibili, avere una predisposizione turistica, avere dei contenuti culturali di grande richiamo, avere un’offerta in termini di ospitalità a 360°.

Venezia, Firenze, Milano, Roma, Napoli, Palermo, Siracusa, e molte altre per fortuna in Italia, sono queste le città che meriterebbero di diventare Capitale del libro.

Ma, potrebbero essere centri più piccoli come Urbino, Ferrara, Reggio Calabria, Lecce e potremmo continuare.

Teniamo a sottolineare che come recita la Direzione Generale Biblioteche e diritto d’autore, “I progetti della città assegnataria del titolo sono finanziati entro il limite di spesa di 500.000 euro.”

Con un po’ di realismo con 500 mila euro ci fai poco se vuoi fare qualcosa d’importante. Quindi una Capitale del Libro deve avere la forza di attrarre il sostegno delle aziende, delle fondazioni, dei privati. 

La parte offerta culturale ha bisogno dei fondi necessari per poter sviluppare un anno di attività di grande interesse e attrazione. 

Abbiamo dei dubbi che Taurianova abbia questo appeal sugli sponsor.

Prendiamo esempio dalle eccellenze

Se vogliamo davvero fare un servizio al libro le scelte di come promuovere la lettura e il mercato dei libri che è un’Industria culturale che merita la massima attenzione si dovrebbe iniziare a pensare diversamente.

Basterebbe una week dedicata al libro, come succede a Milano con il design, con la moda e con altri contenitori culturali, guarda caso ritenuti di tendenza, soprattutto dai più giovani. Hanno la capacità di richiamare migliaia di persone provenienti da tutto il Mondo.

Il festival di Sanremo per la musica riesce a destare l’attenzione di milioni di italiani per 5 e più giorni. Pensiamo a quanto fa Sanremo per i cantanti e per tutto il mercato della musica del nostro Paese.

Torino con il suo Salone del Libro è l’esempio esplicito di ciò che intendiamo. Ma, non basta. Il libro per i valori simbolici che contiene e per la forza comunicativa che possiede merita molto di più.

Città di grande richiamo e di grande offerta culturale. Città di grande storia, conosciute al livello internazionale. Questa dovrebbe essere la Capitale del Libro che l’Italia sceglie annualmente. 

I libri devono arrivare al maggior numero di persone possibile. Le élite e i salotti culturali sono il peggior servizio si possa fare ai libri e alla diffusione della lettura. 

E i libri dovrebbero partecipare a quell’offerta rivolta ai consumatori culturali che scelgono il nostro Paese come meta turistica. 

Ci perdoni quindi l’intera cittadinanza di Taurianova e le Istituzioni che a nostro avviso non sono oggetto e soggetto di critica in nessun modo. 

È il modello di scelta nel selezionare la Capitale del Libro ad essere sbagliato. Sarebbe auspicabile agire per migliorarlo. Questo non per noi che scriviamo, ma per l’intero Paese in cui viviamo.

Ciò per una volta non significa attaccare chi gestisce le scelte politiche e amministrative di questo Paese. Semplicemente, ci teniamo a dare un piccolo contributo interagendo tutti i giorni con i consumatori, con il pubblico che legge i libri.

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