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Canto per Europa di Paolo Rumiz, una fiaba tra mito e attualità

Paolo Rumiz durante il festival Dedica ha presentato al pubblico il suo nuovo libro Canto per Europa, (Feltrinelli), un “richiamo a ciò che siamo, a dove veniamo”

E’ tornato dal 16 al 23 ottobre il festival Dedica con Paolo Rumiz, giornalista, scrittore e viaggiatore, protagonista della 27^ edizione della rassegna monografica organizzata dall’Associazione Culturale Thesis di Pordenone. Il festival, secondo la formula dell’approfondimento, che è da sempre uno dei punti di forza della manifestazione, prevede una settimana di conversazione, spettacoli teatrali, concerti attorno alla figura del protagonista.

Canto per l’Europa, il nuovo libro tra viaggi, profughi e Mediterraneo

Nel corso del festival, Rumiz ha presentato al pubblico il suo nuovo libro Canto per Europa, (Feltrinelli) “richiamo a ciò che siamo, a dove veniamo” e ha ricevuto il Premio Crédit Agricole FriulAdria “Una vita per la scrittura”, perché nei suoi reportage narrativi l’esperienza del viaggio non si limita ai soli resoconti descrittivi, ma si fa testimonianza viva e oggetto di riflessione sulle persone e sui luoghi. I suoi libri sono ricchi di storie, di incontri e di curiosità. I suoi racconti ammaliano, interrogano e invitano a percorrere gli intricati sentieri della storia, della geografia, della memoria, delle diverse culture come opportunità per approfondire la consapevolezza di sé e l’incontro/confronto con l’altro.

Temi che caratterizzano anche l’ultima uscita in cui una giovane siriana, profuga di guerra, fugge sulla barca a vela di quattro uomini assetati di miti. L’Europa, imbarbarita e senz’anima, ha dimenticato le sue origine e persino il suo nome. Per ritrovarlo, quattro Argonauti occidentali, nomadi incalliti, percorrono il Mediterraneo su una barca ultracentenaria portatrice di una grande storia. Sulle coste del Libano prendono a bordo una giovane profuga di nome Europa. Da quel momento la leggenda della principessa fenicia rapita sulla costa del Libano da Giove trasformatosi in toro si intreccia con gli eventi del Mediterraneo di oggi: emigrazioni, secessioni, conflitti, turismo di massa.

Ingravidata in sogno dal re degli dèi, la ragazza riesce a sbarcare in Italia dopo infinite avventure e a dare il suo nome alla Terra del Tramonto, che però non riconosce in una figlia dell’Asia la Grande Capostipite. Dopo il suo drammatico sbarco, Petros, il capitano, continuerà a viaggiare da solo senza più attraccare in nessun porto. Clandestino anche lui, ma libero, fino alla sua misteriosa scomparsa.

La storia di Europa, un mito al femminile

Il libro è nato nel cuore della notte, “solcando gli arcipelaghi dell’insonnia – ha spiegato Rumiz – frutto dell’incontro tra parole e pensieri, trasformati in versi endecasillabi; sono stato sedotto dalla musicalità di questa forma metrica che riesce a dare suono e ritmo alla narrazione”. Lo scrittore triestino, nel suo ultimo libro, rilegge al femminile la storia di Europa attualizzandone il mito. La storia della magnifica principessa fenicia si sviluppa in parallelo a quella di una giovane profuga siriana con un continuo confronto tra realtà e leggenda, letteratura moderna e antica.

Mito e realtà si incrociano, attraverso una nuova dimensione spazio-tempo, in una lettura alla scoperta della nostra stessa origine. Rumiz gioca sul parallelismo tra “Europa” e “l’Europa”, continente desiderato da chi non ce l’ha, ma allo stesso tempo dimenticato da chi ci è abituato. “Europa è donna – spiega lo scrittore – in quanto simbolo della femminilità e come tale è madre dei popoli venuti da Oriente e della terra a cui donerà poi il suo nome, infrangendo così il confine tra Asia e la stessa Europa”. Il mito è una sorta di fascinazione nata dai suoi viaggi solcando il mare.

“Il mito fa parte della nostra quotidianità – afferma lo scrittore triestino -il mito, in passato, costituiva la comunicazione tra le comunità. Oggi invece abbiamo molteplici vie per comunicare ma quella che manca è proprio il senso della comunità”. Nel libro Rumiz si identifica nello scriba , uno degli Argonauti : “ Non è stato complesso – spiega lo scrittore – diventare un personaggio: in realtà ho cercato di nascondermi e mi sono manifestato, tramite le parole, anzi gli endecasillabi”.

 

Alessandra Pavan

 

 

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