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“Canto di Natale” di Dickens: un classico senza tempo per amare la vita

Riscopri il vero senso delle feste con il romanzo fantastico di Charles Dickens, "Canto di Natale". Un must-read per tutti per immergersi nella magia delle feste

Per riscoprire il vero senso delle feste non c’è lettura migliore di “Canto di Natale“, conosciuto anche come “A Christmas Carol”, un romanzo di genere fantastico pubblicato da Charles Dickens nel 1843.

Le festività natalizie sono alle porte: le luci illuminano le strade affollate, i profumi delle bancarelle ci inebriano mentre passeggiamo, i colori delle decorazioni addobbano le nostre case. A contribuire a rendere l’atmosfera ancor più natalizia ci sono libri senza tempo, pietre miliari della letteratura che contribuiscono a rendere questo il periodo più magico dell’anno come appunto “Canto di Natale”, un’opera che ha il potere di immergerci immediatamente nell’atmosfera tipica del Natale, e che ogni anno è una piacevole tradizione rileggere.

Il celebre romanzo di Charles Dickens è un classico della letteratura, capace di ispirare centinaia di versioni teatrali, music-hall e opere liriche in tutto il mondo. Un libro che anche in epoca contemporanea continua ad essere fonte di ispirazione, come dimostrano le 5 versioni cinematografiche tratte da questo classico della letteratura natalizia.

“Canto di Natale”, la trama

il libro è ambientato nell’Inghilterra del 1943, durante la notte della Vigilia di Natale, il peggior periodo dell’anno per il protagonista, il vecchio banchiere Ebenezer Scrooge: un uomo egoista e cinico, temuto da tutti per la sua avarizia, completamente insensibile davanti alle esigenze della povera gente, tanto da costringere un suo impiegato, Robert “Bob” Cratchit, a lavorare fino a tardi la sera della vigilia di Natale.

Tuttavia, la magia del Natale concederà a Scrooge una seconda possibilità. Nella notte di Natale tre Spiriti, quello del passato, del presente e del futuro muteranno il suo destino, e la luce del Natale potrà finalmente irrompere nel suo gelido cuore.

Il cambiamento non può essere istantaneo, richiede fatica e dolore: il protagonista dovrà affrontare momenti difficili, ricordi ingombranti del suo passato lo tormenteranno, lo faranno piangere e disperare.

Scrooge dovrà osservare con i suoi stessi occhi le conseguenze delle sue decisioni egoiste, ritrovandosi faccia a faccia con la crudeltà delle sue azioni. Dopo questo terribile e sconvolgente viaggio, Scrooge comprenderà i suoi errori, deciderà di cambiare radicalmente la condotta della sua vita, abbandonando quella brama di denaro che lo avrebbe condotto inesorabilmente all’infelicità.

La denuncia di Dickens verso la società del tempo

Con “Canto di Natale”, Charles Dickens voleva denunciare gli aspetti negativi della società vittoriana, soffermandosi sull’ipocrisia e sulla superficialità dell’epoca.

L’autore infatti intende focalizzare l’attenzione del lettore su temi assai delicati per la società di quegli anni: lo sfruttamento minorile (a cui fu sottoposto lo stesso Dickens), la povertà che attanagliava gran parte della popolazione, la terribile ipocrisia dei più ricchi, decisi ad ignorare con cieca ostinazione i bisognosi.

Riscoprire il vero senso del Natale

Con il libro “Canto di Natale”, Charles Dickens invita il lettore a riscoprire il vero spirito del Natale, capace di far ritrovare energia e felicità anche nelle persone meno fortunate come i membri della famiglia Cratchit, i quali accolgono con vivacità le feste perché non pensano a ciò che non hanno e sono invece grati per ciò che hanno, nel loro caso l’amore e il calore della famiglia.

Grazie all’intervento degli spiriti del Natale, anche Ebenezer Scrooge comprenderà il vero senso del Natale e della vita: non sono i beni materiali, né la giovinezza, né il potere a renderci felici. Ciò che fa la differenza nelle nostre vite è l’essere grati per ciò che abbiamo e il saper diffondere questa positività al nostro prossimo, proprio come fa Scrooge alla fine di “Canto di Natale”.

La morale in “Canto di Natale”

Molto spesso è complesso liberarsi dalla superficialità e dall’egoismo: è più semplice guardare ogni cosa con leggerezza, non immedesimandosi nella vita di chi ci circonda.

Aiutare chi è in difficoltà e abbandonare la propria posizione di “privilegiato” richiede un notevole impiego di energia; per Scrooge sarebbe stato molto meno dispendioso rimanere fermo nelle proprie convinzioni, evitando lo shock di incontrare e conoscere il dolore degli altri, abbandonando le propria comodità così confortevoli.

Osservare la sofferenza altrui e costruire empatia ci costringe a cambiare, ad abbandonare il nostro unico punto di vista. Scrooge alla fine del romanzo cambia, ma prima dovrà affrontare la sua sofferenza e soprattutto quella che ha causato agli altri con il suo crudele comportamento.

Cambiare prospettiva, riflettere sulle proprie azioni e ammettere i propri sbagli sono atti coraggiosi che non sempre siamo disposti a compiere.

“Canto di Natale” non rappresenta solo una denuncia sociale, è anche un racconto di speranza e di magia: l’opera di Dickens ci insegna che la redenzione è possibile per tutti. Ogni cuore, persino il più arido, può sperare in una seconda possibilità, può perdonarsi e redimersi, raggiungendo finalmente la pace.

Charles Dickens

Romanziere inglese tra i più popolari della storia della letteratura, capace di costruire narrazioni uniche con uno stile semplice e diretto, Charles Dickens sviluppa fin da bambino una passione profonda per la scrittura e le storie.

Secondo di otto figli, è costretto da giovanissimo a lavorare come manovale, dopo l’arresto del padre per i debiti accumulati. A tredici anni riprende gli studi, presso l’Accademia di Wellington, ma due anni dopo deve abbandonarla, seppur a malincuore, per dedicarsi al lavoro. Fattorino in uno studio legale, dopo un anno diventa cronista parlamentare. Poco tempo dopo, nel 1829, grazie al precedente incarico, viene assunto come giornalista alla Law Courts dei Doctor.

Nel 1837 raggiunge il grande successo grazie alla pubblicazione a puntate di “Oliver Twist” e poi del romanzo “Quaderni di Pickwick”, modificato successivamente in “Circolo Pickwick”. Le sue opere di maggior successo sono il racconto lungo “Canto di Natale” del 1843 e il romanzo “David Copperfield” del 1850.

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