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La commedia umana del Cafè Royal, Marco Balzano a Pordenonelegge

Marco Balzano ha presentato a Pordenonelegge "Cafè Royal" (pubblicato da Einaudi), un romanzo diverso dagli altri precedentemente pubblicati

Dopo il successo di “Resto qui” e “Quando tornerò”, Marco Balzano ha presentato a PordenoneleggeCafè Royal” ( pubblicato da Einaudi) , un romanzo diverso dagli altri: “Non volevo essere solo incasellato come scrittore civile – dice l’autore – ma avevo bisogno di ridurre la cornice storica per tornare a parlare di interiorità , ritornando in un certo senso alle origini .

Il mio primo romanzo, recentemente ripubblicato, “Il figlio del figlio” è una storia di romanzo di legami e di punti di vista.

Il libro nasce da un’idea di un caleidoscopio di personaggi che siano il rispecchiamento immediato di situazioni fotografate nel momento di mutazione del loro desiderio, come se fossero sulla soglia di un cambiamento e ovviamente non tutti ci riescono cosi come accade nella vita.

Ogni capitolo ha il nome di un personaggio, ma la loro storia non si esaurisce e da qui nasce l’idea del bar come se fosse un palcoscenico.

Il tutto prende forma in una via di Milano, ma potrebbe essere la strada di una qualsiasi altra città dove ci sono queste persone con le loro ferite sottopelle, con il loro trauma che vogliono condividere: a volte ci riescono , a volte si sfiorano appena.

Lo sliding door dei personaggi

“Via Marghera è una via centrale di Milano – spiega Marco Balzano – stretta e non molto lunga: una specie di cosmo come accade nelle grandi città dove si formano comunità inconsapevoli ; una via centrale ma anche un po’ retrò, ora imborghesita. Il bar è un palcoscenico e nell’ ultimo capitolo è il barista a parlare , come un direttore d’orchestra e a chiudere simbolicamente la serranda che custodisce tutti i segreti”.

Nel libro si alternano personaggi e punti di vista, dal monologo interiore al dialogo, dalla lettera al racconto onnisciente.

“Mi interessava – spiega l’autore – indagare realmente i punti di vista delle relazioni e la pluralità dei punti di vista, approfondendo in particolare quella zona mistero che si fa più densa con le persone con cui costruiamo la nostra vita e che forse sono quelle a cui forse raccontiamo di meno.”

Ecco mi sono soffermato sulla sliding doors ovvero su quelle occasioni imperscrutabili con cui entriamo in connessione con le vite degli altri ed ho scelto la forma del romanzo corale, ovvero è una serie di racconti legati fra di loro”.

Marco Balzano e la teoria dei sei gradi di separazione

È con Federico il medico di base, che inizia il romanzo di Marco Balzano ambientato nei primi mesi della pandemia, quando il panico, la paura, la disorganizzazione e forse pure un pizzico di ignavia ci hanno costretti a prendere atto dell’enorme difficoltà del prendersi cura e del farsi curare. Al Café Royal va poi in scena un girotondo che provoca qualche vertigine e il cui intreccio appare chiaro solo alla fine della lettura, mettendo in relazione le storie di ogni avventore.

È la conferma della teoria dei sei gradi di separazione, che ci vede tutti collegati, anche se ci pare d’essere, soprattutto in una grande città come Milano, circondati da sconosciuti, da gente con cui mai penseremmo di avere un legame.

C’è Gabriele a cui la solitudine del lockdown dà alla testa, facendo battere il cuore per un vicino; c’è Betti, che in via Marghera ha cresciuto tre figli e che oggi si sente sola sotto l’occhio della telecamera che dovrebbe sostituire lo sguardo premuroso di chi è troppo lontano.

C’è Serena che ha paura d’invecchiare ma non ha nemmeno il coraggio di restare giovane, mentre sua figlia Noemi la osserva e la giudica; ci sono Veronica e Luca, che mettono i piedi fuori dai propri matrimoni per incorrere verso qualcosa di nuovo.

Café Royal conclude il suo viaggio con la storia di Betti, che non è l’ultima del romanzo di Marco Balzano, anzi compare nei primi capitoli, ma è volutamente messa in coda proprio per conferire una sorta di progressione cronologica.

Le storie continuano a rincorrersi in tutto il volume, anche quando sembra che si lascino per un po’, poi ritornano, come la vita di quei personaggi e anche la nostra.

Marco Balzano pone dinanzi al lettore un insieme di situazioni che potrebbero tranquillamente convivere anche in altre realtà cittadine, oltre Milano, dove non esiste un Cafè Royal , ma potrebbe tranquillamente nascere domani e, se non fisicamente almeno in maniera ideale, ognuno di noi ci potrebbe passare.

Alessandra Pavan

Photocredits: Maria Cristina Traversi

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