Ti immagini leggere un libro e, anziché ignorare un errore, accorgerti che fa parte del gioco? È quello che propone “Bozze non corrette”, uscito in libreria il 3 giugno 2025, già in classifica tra i più venduti in Italia.
Firmato da Stefano Bartezzaghi, semiologo e enigmista, e Pier Mauro Tamburini, sceneggiatore de La Buoncostume, questo romanzo ci fa diventare investigatori linguistici. Mille errori disseminati non sono cadute di stampa, ma indizi.
E chi saprà scoprirli svelerà una verità segreta. Un’esperienza letteraria che unisce un giallo, un gioco e un omaggio alla lingua, per una lettura attiva e provocatoria.
“Bozze non corrette” di Stefano Bartezzaghi e Pier Mauro Tamburini
Un esperimento narrativo da riscrivere
Bartezzaghi e Tamburini non firmano un romanzo convenzionale, ma un gioco editoriale. All’incipit, il narratore ci spiega: il protagonista è un correttore di bozze che lavora con lo scrittore misterioso Niccolò Errante. Lui, insieme all’amico, nasconde mille errori (lessicali, grammaticali, fattuali) all’interno di brevi racconti.
Ma quando Errante muore – ufficialmente suicida – la verità si nasconde dietro quei refusi. Il lettore è invitato a diventare detective: correggendo, risolvendo l’enigma, decifrando un messaggio segreto. Un’idea che ricorda i giochi di Perec e le sfide stilistiche di Queneau, ma con un’anima tutta italiana e moderna.
Tra editoria e mistero
Il cuore di “Bozze non corrette” è doppio. Da un lato, la storia: il correttore lotta con la vita, paghe misere, un affitto a Milano, il dubbio sulla morte dell’amico e sull’editoria che cambia.
Dall’altro, c’è il gioco: ogni capitolo (100 in tutto) contiene circa dieci errori appositamente creati, che insieme compongono il messaggio finale. Il lettore deve ripercorrere ogni pagina, segnarsi gli sbagli, collegarli, fino alla soluzione del giallo e alla smentita del suicidio. Un’esperienza immersiva, che eleva la lettura a pratica interattiva.
Come una vera e propria bozza editoriale
L’idea diventa anche forma: “Bozze non corrette” è confezionato come una bozza editoriale, con una veste grafica che ricorda un manoscritto in revisione.
Margini visibili, stralci di altre bozze, spazi per annotazioni. L’effetto è quello di entrare nel backstage del testo, di affiancare il correttore nel suo lavoro.
Questa scelta rende la lettura quasi tattile: non sfogli un libro finito, ma lo guardi come se lo stessi sistemando tu, pagina per pagina.
Perché “Bozze non corrette” piace così tanto
Mescola gioco e cultura, “Bozze non corrette”: non è solo un enigma, ma anche riflessione sul valore dell’errore, sulla funzione del correttore, sul rigore linguistico.
È una sfida attiva: non resti passivo. Correggi, segnali, vai avanti e torni indietro. È un libro per menti curiose che ha anche un ritmo ben scandito: i capitoli brevi, gli errori da trovare, la progressione logica creano coinvolgimento costante. Infine, è un brillante omaggio all’editoria: un professione nascosta, spesso ignorata, viene al centro, evidenziando la cura silenziosa dietro ogni libro.
Il libro perfetto per…
“Bozze non corrette” è un libro che può affascinare una vasta gamma di lettori. Gli appassionati di gialli vi troveranno un mistero da risolvere, ma in una forma inedita, che non si basa su indizi classici, bensì su refusi e scarti linguistici.
Gli amanti dei giochi e degli enigmi troveranno una struttura coinvolgente, una vera e propria caccia al tesoro testuale che premia l’attenzione e la curiosità.
Chi si interessa al linguaggio, alla grammatica e alla scrittura potrà gustarsi un omaggio colto e ironico alla lingua italiana e ai suoi scivolamenti. Infine, per chi lavora nel mondo dell’editoria o sogna di farlo, questo libro è un tributo affettuoso e intelligente a un mestiere tanto invisibile quanto essenziale: quello del correttore di bozze.
È un romanzo che intrattiene, ma anche che educa, stimola e lascia riflettere sulla fragilità e sul potere della parola scritta.