Sei qui: Home » Libri » Bibliotecari italiani, “Lasciateci fare il nostro lavoro”

Bibliotecari italiani, “Lasciateci fare il nostro lavoro”

I bibliotecari italiani esprimono la massima preoccupazione per la mancanza di attenzione da parte dei vertici istituzionali verso le biblioteche

MILANO – I bibliotecari italiani richiamano l’attenzione delle istituzioni sulla situazione delle biblioteche italiane. Richiedono in particolare una soluzione al problema della gestione delle biblioteche e delle reti bibliotecarie. Il monito dell’Associazione Italiana Biblioteche, è  rivolto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, al Ministro per i Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini, e a tutte le Autorità competenti.

LA MOZIONE DELL’ AIB  (Associazione Italiana Biblioteche) – “I bibliotecari italiani esprimono la massima preoccupazione e sconcerto per la situazione degli istituti e servizi culturali gestiti dalle Provincie a seguito della riforma. A pochi giorni dalla scadenza prevista per l’emanazione dei provvedimenti regionali constatiamo che poco è stato fatto  e anche quando soggetti come alcune Regioni e il Ministero per i beni e le attività culturali e il turismo hanno iniziato a disegnare soluzioni, perlopiù di carattere temporaneo, non ci sono garanzie di poter disporre di risorse umane e finanziarie sufficienti nemmeno  per far funzionare istituti e servizi che hanno dimostrato buoni risultati ed efficacia gestionale. In particolare ci colpisce la dispersione delle risorse umane professionali, così importanti per qualificare i servizi e adeguarli continuamente alle esigenze dei nostri utenti (docenti, scolari, studenti, ricercatori, anziani, bambini, casalinghe, professionisti, migranti – insomma tutti i cittadini che vivono in Italia); stiamo già assistendo all’esodo verso altre attività “generiche” di colleghi  di grande esperienza, molti colleghi giovani con curricula potenti rischiano di perdere opportunità di lavoro, già scarse. Occorre evitare che  le ex biblioteche provinciali e gli uffici che gestiscono i sistemi territoriali siano svuotati di personale qualificato e poste obiettivamente nell’impossibilità di continuare ad operare”. 

 

LA SITUAZIONE – A  seguito della Riforma Delrio  le biblioteche e le reti di biblioteche gestite dalle vecchie Provincie ancora non si sa se “passeranno” a Regioni o Comuni o se verranno riassegnate alle nuove Città metropolitane, ove esistenti. Nel frattempo numerosi sistemi bibliotecari o biblioteche provinciali che funzionavano bene sono andati in sofferenza, con riduzione e chiusura dei servizi dovuti a vecchi e nuovi tagli. Proprio i tagli fanno “arrabbiare” i bibliotecari: se tagli il personale, se tagli l’acquisto novità, se affidi la biblioteca a personale non professionale, è inevitabile che anche le biblioteche migliori si spengano poco alla volta senza più poter garantire un servizio di qualità. In un Paese come l’Italia in cui la scarsità dei lettori causa un clamoroso handicap informativo e culturale nel confronto con altri paesi europei, le biblioteche cercano di sviluppare l’abitudine alla lettura di e-book per i giovani, creano nei loro stessi spazi aree per bambini, ragazzi e giovani adulti, organizzano iniziative ad hoc per la promozione della lettura dai 6 mesi ai 99 anni. Il tutto tra l’apprezzamento dei cittadini e l’indifferenza di molti decisori. Ecco perché i bibliotecari italiani oggi si sentono più che mai abbandonati, senza saper quale sia il “piano industriale” che possa dare garanzie non solo per gli operatori ma anche per tutelare i servizi ai cittadini.

 

Articolo correlato:

– “Anche le biblioteche sono servizi pubblici essenziali”. Lettera aperta dei bibliotecari a Franceschini

© Riproduzione Riservata