Beppe Fenoglio è uno di quegli scrittori che hanno lasciato un segno indelebile nella letteratura italiana, raccontando con straordinaria intensità la Resistenza, la guerra e la vita contadina nelle Langhe. Nato nel 1922 ad Alba, Fenoglio ha vissuto una vita breve ma intensa, segnata dall’esperienza partigiana e dalla passione per la letteratura inglese. Il suo stile asciutto e incisivo, influenzato da autori anglosassoni come Hemingway e Faulkner, lo ha reso una voce unica nel panorama letterario del Novecento.
Beppe Fenoglio ha raccontato la Resistenza con una voce unica, senza retorica, mostrando la guerra come un’esperienza concreta e spietata. La sua prosa essenziale, influenzata dalla letteratura anglosassone, ha reso i suoi romanzi e racconti moderni e attuali, ancora oggi studiati e letti con passione.
A più di sessant’anni dalla sua morte, Fenoglio rimane uno degli scrittori più importanti del Novecento italiano, capace di trasformare la Storia in letteratura e la letteratura in memoria collettiva.
Beppe Fenoglio: i libri da leggere tra guerra e letteratura
Beppe Fenoglio nasce in una famiglia di modesta estrazione sociale. Il padre gestisce una macelleria e la madre è una donna profondamente religiosa, due figure che influenzeranno il suo sguardo sulla realtà. Sin da giovane dimostra un grande interesse per la letteratura inglese, che studia con passione al liceo classico di Alba.
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale viene arruolato, ma dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 si unisce alle formazioni partigiane delle Langhe. L’esperienza della lotta contro i fascisti segnerà profondamente la sua scrittura: Fenoglio non idealizza la Resistenza, ma la racconta con un realismo crudo, mostrando le contraddizioni, la durezza e le difficoltà del vivere quotidiano in guerra.
Dopo il conflitto, lavora come impiegato presso una casa vinicola e scrive nei ritagli di tempo. La sua produzione letteraria è intensa ma breve: muore prematuramente nel 1963 a soli 40 anni a causa di un tumore ai polmoni.
Se c’è un romanzo che rappresenta l’essenza della scrittura di Fenoglio, è proprio Il partigiano Johnny. Pubblicato postumo nel 1968, questo libro è un affresco potente della Resistenza vissuta in prima persona.
Il protagonista, Johnny, è un giovane studente di lettere appassionato di letteratura inglese (molto simile allo stesso Fenoglio), che si unisce ai partigiani dopo l’armistizio del 1943. Il romanzo racconta il suo percorso di crescita, la dura realtà della lotta partigiana, la violenza, la paura e l’inesorabile perdita dell’innocenza.
Fenoglio usa una lingua ibrida, mescolando l’italiano con strutture sintattiche anglosassoni, creando uno stile assolutamente originale. Il romanzo, frammentario e incompiuto, è un documento straordinario sulla guerra civile italiana, dove l’eroismo si mescola al disincanto.
Curiosità: inizialmente il manoscritto era molto più lungo, ma le prime versioni furono tagliate dagli editori per renderlo più accessibile. Solo nel 1992 è stata pubblicata l’edizione integrale.
Definito da Italo Calvino come il romanzo perfetto sulla Resistenza, Una questione privata è una storia d’amore e guerra, dove il protagonista, Milton, lotta non solo contro i fascisti, ma anche contro i propri tormenti interiori.
Milton è un giovane partigiano che, durante una missione, scopre che la ragazza che ama, Fulvia, potrebbe aver avuto una relazione con il suo amico Giorgio, anch’egli partigiano. Ossessionato dal dubbio, Milton inizia una disperata ricerca per avere conferme e, nel frattempo, il destino della guerra lo travolge.
Il romanzo è un perfetto esempio di come Fenoglio riesca a unire l’epica della Resistenza a un dramma esistenziale, dove la guerra diventa metafora del tormento umano.
Curiosità: il libro è stato adattato in un film nel 2017 con la regia di Paolo e Vittorio Taviani.
I Ventitré giorni della città di Alba
Questa raccolta di racconti, pubblicata nel 1952, segna l’esordio di Beppe Fenoglio e mostra già tutte le caratteristiche del suo stile. Il titolo fa riferimento alla breve occupazione partigiana della città di Alba nell’ottobre 1944, ma il libro non si limita a raccontare solo la guerra: Fenoglio esplora anche la vita nelle Langhe, il rapporto tra contadini e partigiani, e la brutalità della realtà.
Nei racconti emerge un linguaggio diretto, essenziale e crudo, lontano da ogni retorica celebrativa. La guerra è mostrata per quello che è: sporca, difficile, piena di dubbi e sofferenza.
Curiosità: alcuni racconti della raccolta sono autobiografici e raccontano episodi che Beppe Fenoglio ha vissuto in prima persona.
Pubblicato nel 1959, Primavera di bellezza è il primo romanzo di Beppe Fenoglio e anticipa le tematiche di Il partigiano Johnny. La storia segue la vita di Johnny, dalla leva obbligatoria all’8 settembre 1943, fino alla sua adesione ai partigiani e alla tragica fine.
Rispetto ai racconti precedenti, questo romanzo ha un tono più ampio e ambizioso, con un maggiore approfondimento psicologico del protagonista. Tuttavia, il libro termina con la morte di Johnny, lasciando la storia incompiuta, come se Beppe Fenoglio stesso sentisse il bisogno di continuare altrove il racconto (cosa che farà con Il partigiano Johnny).
Curiosità: il libro fu candidato al Premio Strega, ma non vinse. Nonostante questo, è oggi considerato una delle opere fondamentali della letteratura sulla Resistenza.
La paga del sabato è uno dei romanzi più interessanti di Beppe Fenoglio perché affronta un tema raramente trattato nei libri sulla Resistenza: il ritorno alla vita normale dopo la guerra. Il protagonista, Ettore, è un ex partigiano che fatica a reintegrarsi nella società civile.
Deluso e disorientato, Ettore non riesce ad adattarsi alla normalità, rifiutando i lavori umili e cercando una strada che gli permetta di dare un senso alla propria esistenza. Il romanzo è un ritratto amaro del dopoguerra e delle difficoltà che i combattenti hanno affrontato nel tornare alla vita di tutti i giorni.
Curiosità: il libro rimase inedito fino al 1969, sei anni dopo la morte di Beppe Fenoglio.