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Come diventare scrittori di successo grazie al self-publishing

I segreti per affermarsi come autori grazie al self-publishing? Ce li racconta Giulia Beyman, protagonista nelle classifiche libri di Amazon.it

Self-publisher dal 2010 con 13 titoli entrati nei Bestseller Gialli e Thriller tra quelli auto-pubblicate con Kindle Direct Publishing e quelli editi da Amazon Publishing: Giulia Beyman ha conquistato un ruolo da protagonista nelle classifiche libri di Amazon.it trasformando la sua passione per la scrittura nella possibilità di diventare editrice di sé stessa. Proprio per questo è stata scelta come membro della giuria del premio letterario Amazon Storyteller 2020, la prima edizione dell’iniziativa dedicata alla scoperta di nuove produzioni letterarie, aperta ad autori indipendenti dal 1° maggio 2020. Abbiamo intervistato Giulia Beyman per carpire da lei alcuni segreti su come diventare scrittori di successo grazie al self-publishing.

 

I tuoi libri in self-publishing hanno sempre avuto grande successo. A tuo parere qual è il principale fattore da cui dipende tale successo di pubblico?

Credo che in realtà si tratti di un insieme di cose. Ho cercato (e cerco) di fare questo lavoro sempre meglio. Considero i punti di arrivo nuovi punti di partenza. E sono abbastanza ostinata.

Prima di dedicarmi a tempo pieno alla narrativa ho lavorato come giornalista e poi come sceneggiatrice, quindi sono abituata a considerare la scrittura non solo una passione ma anche una professione. Cosa che mi è stata molto utile perché come self-publisher bisogna occuparsi del processo creativo, sì, ma anche di quello editoriale, seguendo in prima persona tutte le varie fasi, dall’impaginazione alla cover, fino alla promozione del libro.

Un altro elemento molto importante è di sicuro il rapporto con i lettori. Da sempre lo considero non uno strumento ma un privilegio di questo lavoro. Grazie anche alla protagonista dei primi libri pubblicati in self – che molti dicono di sentire ormai come un’amica – ho potuto conoscere tante persone che mi hanno scritto, contattato, raccontato le loro storie.

Credo che questa “comunità” che si è creata nel tempo sia uno dei principali motivi che mi ha permesso di ottenere risultati così buoni su Amazon. Insomma il “passaparola”, che negli anni ho accompagnato con vari esperimenti di promozione, è stato da sempre una grande opportunità.

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Quale invece credi sia il principale errore che molti commettono quando decidono di ricorrere al self-publishing?

Non considerare che dopo aver dato vita a una storia avvincente e ben scritta (da qui parte sempre tutto) è altrettanto importante occuparsi con professionalità del resto. Il self-publisher è anche imprenditore di se stesso. Quindi deve cercare di curare al meglio tutti gli aspetti del libro, dall’editing all’impaginazione, dalla copertina alla promozione.

La meta (ambiziosa) è quella di far arrivare al lettore un romanzo che non sia possibile distinguere da quello di un editore tradizionale. L’esperienza di lettura dev’essere comunque piacevole in ogni dettaglio.

Uno degli aspetti su cui negli anni mi sono concentrata e continuo a concentrarmi, per esempio, è quello della cover. Spesso è lì che si commettono i primi errori, accontentandosi di copertine poco accattivanti e non professionali. Durante questi dieci anni di self-publishing mi è capitato di fare il completo re-branding della serie. E non escludo di poterlo fare ancora.

Insomma. Non bisogna mai accontentarsi. Altrimenti si è decisamente sbagliato mestiere.

Ciò che colpisce è la durata nel tempo dei tuoi libri. Da cosa dipende tale ciclicità?

Credo che il rapporto con i lettori – come ho detto prima – e le protagoniste delle due serie che al momento porto avanti siano fondamentali. Ma lo è altrettanto cercare sempre strategie efficaci per raggiungere un nuovo pubblico. In questo settore – come in molti altri – le cose cambiano continuamente. E non avendo un editore a supporto, bisogna guardarsi intorno ed essere pronti a cambiare, quando quello che si è sempre fatto non funziona più.

A volte non è semplice per un autore abbracciare questa prospettiva. Ci piace il momento creativo, e quello della scrittura. Mentre il resto ci fa un po’ storcere il naso. Ma perché scrivere libri non sia solo un secondo lavoro o un hobby bisogna rassegnarsi a fare anche quello che ci viene meno facile.

Uscire dalla comfort zone è comunque sempre una forma di arricchimento personale.

Un altro elemento fondamentale per la durata nel tempo credo che sia la continuità nelle uscite. A gennaio ho pubblicato “La straniera bugiarda”, ottavo volume della serie Nora Cooper (la serie con cui è nata la mia attività di self publisher), e in questi giorni è uscito il quarto volume della serie Emma & Kate, un progetto creato insieme alle colleghe Flumeri & Giacometti e Paola Gianinetto. Capisco sempre di più che a chi segue un autore piace poter far conto su un numero piuttosto regolare di pubblicazioni ogni anno. Forse proprio questo è uno degli elementi che più degli altri aiuta a mantenere sempre fresco il rapporto con la comunità dei lettori.

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