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Arriva Yeerida, lo “spotify” del libro

Abbiamo intervistato Federico Josè Bottino per illustrarci meglio il progetto legato alla startup che mira a rivoluzionare la fruizione di contenuti editoriali

MILANO – La prima piattaforma che offre un servizio di lettura in streaming gratuito. E’ questa Yeerida, la start up proveniente dall’incubatore del Politecnico di Torino fondata da Federico Josè Bottino, Fabrizio Vargas Bosco e Jacopo Maria Vassallo. Ecco come funziona Yeerida: in cambio dei contenuti, la piattaforma riconosce ai titolari dei diritti commerciali, siano essi editori o autori, il 60% del proprio fatturato ricavato dalla pubblicità inserite nei libri in streaming. Abbiamo intervistato Federico Josè Bottino per illustrarci meglio il progetto legato alla startup che mira a rivoluzionare la fruizione di contenuti editoriali.

Come nasce la piattaforma Yeerida?
L’idea nasce a dicembre del 2014 durante la fiera “Più libri più liberi” a Roma. Ero alla fiera per promuovere un mio lavoro editoriale e il tema della fiera era l’editoria digitale. Dopo aver ascoltato alcune conferenze, mi sono accorto con stupore che nessuno avesse menzionato lo streaming come possibile mezzo di diffusione testuale. Ho così provato a immaginare una piattaforma che si servisse a comunicare le opere di autori, promosse dalle case editrici, senza però gestirne il copyright. Lo streaming ci avrebbe permesso di non cedere il copyright del testo a nessuno lettore ma allo stesso tempo di assicurarne il carattere gratuito della fruizione. Inoltre mi sembrava estremamente interessante la possibilità di offrire un luogo virtuale adibito alla promozione (e alla collezione) di autori e marchi editoriali. Una cosa a metà fra uno Spotify per i testi e un Linkedin per l’editoria. Tornato a Roma ho chiamato prima Fabrizio e successivamente Jacopo per coinvolgerli nel progetto. Abbiamo fatto ricerca competior e analisi di mercato per un anno e mezzo. Dopo abbiamo iniziato lo sviluppo della nostra beta version e nel frattempo abbiamo iniziato a cercare i feedback dei primi editori e scrittori. Il 21 marzo siamo andati pubblicamente on line. Essenzialmente la mission di yeerida è diffondere la cultura in maniera democratica e accessibile a tutti al fine di riavvicinare i lettori (soprattutto quelli giovani) ai contenuti letterari.

A chi si rivolge in particolare?
Yeerida si rivolge a tutti. Per quanto concerne i lettori stiamo cercando di raccogliere una moltitudine di testi al fine da formare un catalogo assolutamente eterogeneo, che sia in grado di spaziare dalla narrativa di genere fino alla saggistica. Vorremmo che chiunque trovasse su Yeerida la letteratura che più lo interessa.
Per quanto concerne i nostri partner Autori e Editori, ci rivolgiamo a tutte quelle figure professioniste del mondo dell’editoria che cercano uno spazio adibito a promuovere il loro lavoro e i marchi editoriali, soprattutto quelli medio-piccoli, che faticano a stare sul mercato digitale, non potendosi permettere ingenti investimenti. Essere gratuiti sia per gli editori/autori, sia per i lettori ci permette di rivolgerci democraticamente a tutti. Ma proprio a tutti.

 

Federico Josè Bottino, Fabrizio Vargas Bosco e Jacopo Maria Vassallo, fondatori di Yeerida
Federico Josè Bottino, Fabrizio Vargas Bosco e Jacopo Maria Vassallo, fondatori di Yeerida

 

Quali novità ed opportunità diverse avete voluto introdurre sul mercato con Yeerida?
Innanzitutto, molto semplicemente, la possibilità di fruire di un testo in streaming. Si poteva già d’altronde fare per qualsiasi formato audio o video. I servizi di “all you can read” in realtà sono poco più che semplici visualizzatori di pdf e dal punto di vista business sono un completo fallimento. Noi abbiamo applicato il concetto di streaming alla fruizione letteraria, sfruttando il carattere della gratuità per operare una manovra di riavvicinamento dell’utenza al mondo dell’editoria. Per quanto poi riguarda i nostri partner, saremo in grado di fornire dati di ricerca utili per conoscere in maniera sempre più precisa il proprio bacino di lettori, i suoi interessi e le sue letture preferite.

Secondo voi, come è cambiata la fruizione della lettura oggi?
Il problema non è tanto la fruizione della lettura. Quanto piuttosto la comunicazione della presenza di letture che possono interessare l’utente. In un mercato sovraffollato come quello editoriale, è indispensabile lavorare sulla comunicazione – nel nostro caso digitale – dell’opera, dell’autore che la firma e del marchio editoriale che la promuove. Dicono che c’è un calo di lettori ma, continuiamo a dire, è un falso dato dato dalla decrescita di vendite di libri (ebook e cartacei). I lettori non sono spariti, anzi, le nuove generazioni leggono sempre di più. Il fatto è che ciò che leggono è l’ipertesto di internet o del proprio device. Gli utenti hanno bisogno di un luogo digitale in cui possano trovare, all’interno dell’ipertesto digitale, una biblioteca di testi letterari fruibili comodamente in streaming su qualsiasi dispositivo. Noi siamo qui per darglielo, e aiutare quindi la comunicazione dei testi e dei marchi editoriali.

Piattaforme come la vostra in che modo possono contribuire ad aumentare il numero dei lettori, che restano comunque in calo in Italia?
È presto detto. La possibilità di condividere qualsiasi tipo di testo sulla nostra piattaforma permette ai marchi editoriali e agli autori di sfruttare molto del materiale che rimane inedito, non per ragioni di qualità letteraria, ma per motivazioni inerenti alla capacità di vendita di quel dato prodotto editoriale. Pensiamo a quanto è diventato raro vedere pubblicati racconti e poesie o comunque generi che fuggono dalle logiche del macro mercato editoriale. La nostra piattaforma oltre a far rivivere quei contenuti editoriali, ne sfrutta la comunicazione per avvicinare nuovi lettori e per promuovere il lavoro degli editori e degli autori. Far conoscere un nuovo scrittore (o marchio editoriale) a un lettore – e poterlo fare in maniera gratuita – ci permette potenzialmente di far aumentare sul medio-lungo periodo le vendite dei cartacei in libreria. Insomma, quello che è stato con Spotify, non tanto per i dischi, quanto per il vinile.

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