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La storia dell’uomo che apre la libreria, non per vendere ma per regalare i libri

Quando lo chiamo è emozionato. "Non sono abituato a questa attenzione mediatica", mi dice. "Posso immaginare ma se la merita tutta", gli rispondo

MILANO – Quando lo chiamo è emozionato. “Non sono abituato a questa attenzione mediatica”, mi dice. “Posso immaginare ma se la merita tutta”, gli rispondo. E se la merita davvero questa attenzione Giorgio Cescuti perché da circa un mese ha aperto “Libribelli”, una libreria a Trieste (in via Risorta 12) dove i libri non si comprano, non si prendono in prestito, non si scambiano ma si regalano.

PERCHE’ REGALARE LIBRI – “Ho sempre pensato di fare qualcosa che fosse totalmente gratis”, racconta Giorgio. “Non sono mai stato un grande lettore ma grazie al supporto delle mie amiche ‘acculturate’ mi sono avvicinato al mondo dei libri. Così ho deciso di regalare libri, libri che la gente tra l’altro dona molto volentieri, cosa che è stata una sorpresa per me”. Uno degli obiettivi era “creare un’alternativa al ‘Dio Denaro'”. Naturalmente, chi entra fa fatica a capire che non deve pagare i libri che prende. “Per molte persone è una cosa incomprensibile l’idea di prendere gratis qualcosa, tanto che prima di uscire chiedono se devono pagare, se possono lasciare un’offerta. Per me le persone devono entrare, farsi una chiacchierata, e se hanno voglia prendere un libro. Mi piace la possibilità che ci sia un dialogo”.

IL TIMBRO – “Alla fine ho aperto Libribelli per due motivi” racconta Giorgio a Libreriamo, “per dimostrare che si può sempre decidere di cambiare la propria vita (io sto iniziando a leggere veramente all’età di 52 anni) e poi per creare un luogo in cui la gente si possa sentire libera”. Si tratta infatti di un locale in cui c’è una sola regola: non si possono prendere più di tre libri alla volta. Libri che partono e non si sa dove andranno a finire. Eppure Cescuti ha pensato a un modo per rintracciarli. “Questo libro non si compra e non si vende”, è la scritta sul libro che mette all’interno del libro con un timbro. Un’abitudine che sarà utile in futuro per capire il viaggio che fanno questi “libribelli”, a partire da Trieste.

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