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Annie Ernaux e il movimento femminista

Il premio Nobel per la letteratura è stato assegnato ad Annie Ernaux, i cui ritratti acuti e spesso strazianti della vita quotidiana, della classe e della società francese stanno riscuotendo un grande interesse in tutto il mondo.

Il premio Nobel per la letteratura è stato assegnato ad Annie Ernaux, i cui ritratti acuti e spesso strazianti della vita quotidiana, della classe e della società francese stanno riscuotendo un grande interesse in tutto il mondo.

In Francia, la Ernaux, che per molti anni ha insegnato letteratura alla scuola secondaria, è considerata forse la più grande cronista della società francese degli ultimi 50 anni, una sorta di custode della memoria collettiva. È una delle poche donne presenti nei programmi di letteratura delle scuole superiori francesi, dominate dagli uomini. Con uno stile ingannevolmente sintetico e fattuale, mette a nudo segreti inquietanti ed esperienze corporee spesso nascoste: aborto illegale, demenza, cancro, sesso.

Raccontare le donne e la loro verità

“È il lavoro di un romanziere raccontare la verità. A volte non so quale verità sto cercando, ma è sempre una verità che sto cercando”, ha affermato una volta la Ernaux. Questo perché, negli ultimi 30 anni, i suoi libri sono stati meticolosamente messi insieme dall’osservazione e dalla memoria di eventi reali; tutto deve essere accurato e fattuale, fino alle parole precise di un’epoca, alle parole di una canzone, al colore esatto di un maglione, il tutto inserito in una narrazione avvincente. Maggiormente, nei suoi più grandi succesis letterari, troviamo come protagoniste le donne, le loro battaglie, con la messa in discussione della stessa vita e biografia della scrittrice. Insomma, tra le pagine di Annie Ernaux, troviamo sviscerate le fasi, le luci e le ombre del femminismo, comprese tutte le vittorie e le sconfitte. Portavoce della sofferenza, delle discriminazioni e di un patriarcato schiacciante, la vincitrice del premio nobel ha saputo sempre dare – e continua a farlo – dignità e volume alla voce femminile. 

Gli anni, il “manifesto” di Annie Ernaux

Come già detto e confermato dal Premio Nobel, l’intero mondo si sta interessando ai libri di Annie Ernaux, in parte grazie al successo della sua opera fondamentale, “Gli anni”. L’opera racconta la storia della Francia dal 1941 a oggi attraverso il racconto della vita di una donna. Si basa sulla giovinezza della Ernaux a Yvetot, in Normandia, sulle conversazioni tra i soldati della prima e della seconda guerra mondiale ascoltate da bambina nel caffè della madre, passando per le proteste del maggio 1968 e i progressi sociali, come l’arrivo della pillola, che molti medici all’inizio non menzionavano o non volevano prescrivere. È meticoloso nei suoi riferimenti agli slogan, alle espressioni, al consumismo e ai pasti di ogni epoca. “Per me la memoria dei tempi passati è legata ai pasti e alle conversazioni che li accompagnano. Così ho preso questo come filo conduttore. Non è l’intelletto ad agire in quel momento, è qualcos’altro, qualcosa di profondo dell’infanzia. In fondo, la nostra infanzia è la matrice di tutto”, ha affermato spesso la scrittrice.

Il successo de “L’evento”

Ma il suo crescente seguito è dovuto anche al suo avvincente e devastante romanzo “L’evento”, che racconta con uno stile semplice e distaccato la storia straziante del suo aborto illegale quando era una studentessa a Rouen nel 1963. Il libro descrive la disperata ricerca di un abortista di strada mentre passano i giorni e le settimane della sua gravidanza indesiderata, quando nessuno le dà informazioni su dove andare. Con le nuove limitazioni all’aborto negli Stati Uniti, il libro è considerato in Francia e all’estero una lettura obbligatoria.“L’evento” è tipico dello stile narrativo della Ernaux, che ricrea minuziosamente gli eventi reali fino all’abortista che fa bollire i suoi strumenti sul fornello della cucina, i tentativi falliti e l’eventuale, angosciante espulsione d’urto di un feto in un bagno dell’università e i problemi medici che ne conseguono. Di norma, la Ernaux riporta solo i dettagli che ricorda, senza aggiungere nulla.

In diverse sue interviste ha più volte affermato “C’erano migliaia di persone che avevano subito un aborto segreto e io volevo ricreare la verità esattamente come era in quel momento, liberandomi di qualsiasi conoscenza della lotta per i diritti delle donne che sarebbe seguita. Perché nel 1963, 1964 quando mi è successo, era impensabile immaginare che un giorno l’aborto sarebbe stato autorizzato, i medici non avrebbero nemmeno pronunciato la parola”.

Annie Ernaux e il movimento Femminista

 La Ernaux, una femminista che una volta si è chiesta se sarebbe morta “senza vedere la rivoluzione delle donne”, afferma di aver vissuto un cambiamento massiccio per le donne in Francia e, come quarantacinquenne negli anni Ottanta, di aver vissuto in un modo quasi impossibile da concepire negli anni Cinquanta. Ritiene che la battaglia delle donne per la parità di diritti sia progredita negli ultimi anni, ma non sia ancora finita. Un decennio fa, temeva un ritorno a una visione tradizionale, il femminismo era una parola sporca, e poi è arrivato #MeToo. La gente diceva che era come se fosse spuntato dal nulla, ma non è vero. C’era un’intera generazione di donne ventenni la cui visione del privilegio maschile era cambiata.

La politica è “inseparabile dalla scrittura”, ritiene.  Si è espressa su quella che considera l’ossessione della Francia per le donne musulmane che scelgono di coprirsi il capo. Per anni ha pensato che, se fosse riuscita a scrivere, avrebbe potuto in qualche modo “vendicare” la sua gente, la sua posizione sociale. 

 

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