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Andrea Camilleri, “A novantatré anni ho bisogno di fare cose”

Il celebre autore in un’intervista a "Liberi Tutti" del Corriere si confessa a cuore aperto, parlando tra passato e presente e spiegando prosegue la sua attività di scrittore

MILANO – “Una persona perbene”. Così vorrebbe essere ricordato lo scrittore Andrea Camilleri, intervistato da Roberta Scorranese per “Liberi Tutti” del Corriere della Sera. Un’intervista molto intima ed a cuore aperto, nel quale il papà di Montalbano ha raccontato come vive oggi e come prosegue la sua attività di scrittore e di narratore di storie.

Il bilancio di una vita

A 93 anni e non vedente, Camilleri nel corso dell’intervista traccia un bilancio della sua vita, tra passato e presente. “Ho avuto una vita fortunata – confessa – perché ho campato di un lavoro che amo, perché ho amato tanto”. Tra le recenti soddisfazioni, quella di essere riuscito a vedere la sua nipotina di cinque anni, Matilda, a cui ha dedicato il libro “Ora dimmi di te”, una lettera-confessione in cui l’autore si è messo a nudo con lei, svelandole tutto, soddisfazioni ed errori. Tra questi ultimi, Camilleri annovera anche il non aver detto subito “no” al fascismo.

Scrittura infinita

Nonostante l’età avanzata, Camilleri non ha messo mai da parte la sua grande passione: la scrittura. “Voglio scrivere in mezzo alla caciara dei bambini, tra nipoti, pronipoti e amichetti dei nipoti – confessa Camilleri nell’intervista al Corriere – Mia moglie mi dice che non sono uno scrittore, bensì un corrispondente di guerra, perché scrivo in mezzo a strilli e risate. L’intervista prosegue parlando di cosa manca più allo scrittore (“i colori”) e di come si arriva a sessantuno anni di matrimonio (“mutando, per fortuna”). Infine, la giornalista fa notare all’autore come non si sia mai parlato di Montalbano nel corso della lunga intervista, e Camilleri fa notare che “ormai vive per conto suo e non ha più bisogno di me”.

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